Entrambi hanno subìto attacchi hacker durante la campagna elettorale, il primo alla nota piattaforma Rousseau, il secondo al blog del suo leader. E tutti e due, da partiti con il consenso maggiore dopo questo voto, intendono fare della cyber security un punto cruciale della loro eventuale esperienza di governo. Sia il Movimento 5 Stelle guidato da Luigi Di Maio sia la Lega di Matteo Salvini condividono, infatti, la necessità di proteggere in modo più incisivo lo spazio cibernetico italiano, ma con sfumature diverse.
ROUSSEAU, MA NON SOLO
Per i pentastellati, come si legge nel loro programma, “lo sviluppo di un settore della sicurezza nazionale e indipendente, in particolar modo per quanto concerne la cyber security”, è “ritenuto fondamentale al fine di garantire ai cittadini, alle infrastrutture e ai nodi strategici del sistema nazionale, la continuità e la qualità delle attività quotidiane, oltre ad un buon livello di resilienza in caso di incidenti”. Per ottenere questo risultato, il Movimento intende: “Creare organi permanenti di partnership pubblico privato, in cui gli attori pubblici e privati sono chiamati a partecipare in forma strutturata per favorire l’integrazione dei dispositivi di sicurezza privati con quelli pubblici”; “indirizzare gli investimenti sulla cyber security”; e realizzare “misure di defiscalizzazione per le aziende che investono sulla sicurezza”.
LA CENTRALITÀ DELL’INTELLIGENCE
In particolare, come spiegato a Formiche.net dal deputato del M5S Angelo Tofalo – già componente del Copasir (il comitato parlamentare che vigila sull’operato dei Servizi segreti) ora rieletto alla Camera nella sua regione, la Campania -, “l’intelligence sarà centrale in un futuro governo del M5S”. Parole, quelle dell’esponente pentastellato, da collegare, in chiave cyber, alla nuova rilevanza che la sicurezza informatica ha assunto tra le prerogative del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza – che coordina le attività delle due agenzie Aisi e Aise – dopo il cosiddetto Dpcm Gentiloni dello scorso febbraio, che ha portato, tra le altre cose, a un piano nazionale per il contrasto delle moderne minacce e alla nomina di un nuovo vicedirettore Dis con specifica delega alla cyber security, il professor Roberto Baldoni.
Non sembra esserci, per ora, un vero e proprio punto di riferimento in questo campo nel Movimento, anche se Di Maio, durante la presentazione della sua possibile squadra di governo, ha evidenziato che Paola Giannetakis, criminologa ed esperta di intelligence e sicurezza indicata per ricoprire in caso il ruolo di ministro dell’Interno, si dovrebbe occupare – forse in virtù del suo incarico – anche di queste tematiche.
I PIANI DELLA LEGA
Come detto, anche la Lega di Matteo Salvini, che nelle scorse settimane ha subìto un’offensiva informatica rivendicata da hacker di Anonymous Italia, pone l’accento sulla sicurezza cyber.
Oltre alla costituzione di una Autorità per le Comunicazioni (una struttura nominata dal Parlamento che ne sostituirà altre e opererà anche con le attività di web reputation), la Lega intende anche rafforzare la sicurezza di data center, uffici e sistemi di pagamento in uso nell’Amministrazione Pubblica e nelle società partecipate dalla Pa, nonché contrastare in modo forte il cyber bullismo e la propaganda terroristica in Rete.
LA SCELTA DI RAPETTO
Al programma, si coniuga invece per la Lega una scelta compiuta nelle scorse settimane: la scelta di Umberto Rapetto come “super manager” per la sicurezza informatica degli italiani, per spaziare dal cyber bullismo alla sicurezza delle infrastrutture informatiche, della rete e delle comunicazioni del Paese. L’ex generale della Guardia di Finanza Rapetto, non candidato, in passato era considerato un esperto ascoltato e apprezzato anche dai vertici del M5s sui temi cyber. Poi la rottura, seguita, a distanza di qualche anno dal passaggio, quantomeno come advisor, alla corte di Salvini. Personalità poliedrica, Rapetto è oggi imprenditore, ma anche scrittore, giornalista e docente universitario. Precursore delle indagini telematiche, ha creato e guidato per undici anni il GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche.