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Il Movimento 5 Stelle è pronto a governare, senza strappi. Parla Marta Grande

Una squadra di governo, quella scelta da Luigi Di Maio, fatta di persone competenti che vogliono costruire un Paese “normale”. Con queste parole la deputata del Movimento 5 Stelle Marta Grande ha commentato con Formiche.net i nomi presentati dal candidato premier Di Maio per il possibile governo targato Movimento 5 Stelle. Grande, componente della commissione Affari Esteri nella XVII legislatura, è candidata al collegio Lazio 2 e proprio mentre Di Maio, a Roma, presentava i possibili ministri, era impegnata in un evento elettorale a Santa Marinella “su un tema fondamentale che sto seguendo in prima persona: il turismo – spiega la deputata -. Se si vuole davvero cambiare il Paese, i territori – rammentiamolo sempre – debbono comunque rappresentare la priorità”.

Manca poco alla chiusura della campagna elettorale, ma in una conversazione con Formiche.net la deputata dei Cinque Stelle commenta la rosa dei ministri, con particolare attenzione ai dicasteri chiave come Esteri, Difesa e Interni, affidati a tre donne.

Paola Giannetakis all’Interno, Emanuela Del Re agli Esteri e Elisabetta Trenta alla Difesa sono le tre donne indicate da Di Maio nei ruoli chiave. Una scelta di competenza o di genere?

Scelta di competenza, senza alcun dubbio. Il M5S dice cose semplici, chiare, noi abbiamo sempre cercato di indirizzare la nostra proposta verso il buon senso, come farebbe ogni cittadino assennato, perché prima di tutto vogliamo costruire un Paese normale. La competenza è figlia della meritocrazia, che per noi rappresenta un’autentica stella polare. Lo stesso dicasi di tutte le altre figure individuate per ricoprire il ruolo di ministro.

Lei è stata componente della commissione Affari Esteri e conosce i dossier principali che coinvolgono l’Italia. La linea del governo a 5 Stelle in cosa sarà in discontinuità sui temi principali?

Vogliamo rivedere molte delle politiche portate avanti dal Pd. Il nostro Paese è guardato con attenzione nel mediterraneo e questo “primato” ereditato per tradizione politica e per collocazione geografica, oggi, deve metterci nelle condizioni di fare un salto di qualità, perché nel Mediterraneo – scacchiere politico da sempre tra i più complessi – oggi, si gioca una partita fondamentale per i destini dell’Europa e dell’intero Occidente. Serve il coraggio di prendere atto della nostra importanza nella regione, che pure rappresenta un atto di forte responsabilità: a noi spetta il compito di sviluppare politiche di cooperazione e costante dialogo. In un governo a Cinque Stelle, senza ombra di dubbio, la questione siriana verrebbe affrontata frontalmente e non schivata per ragioni di opportunismo politico. Sull’immigrazione, poi, abbiamo proposte concrete di gestione dei flussi migratori nonché di sostegno ai Paesi di partenza che ne sono protagonisti e questa, inevitabilmente, sarà una delle grandi sfide del prossimo governo.

Anche Elisabetta Trenta ha parlato di ruolo centrale dell’Italia nelle missioni internazionali, significa che l’azione italiana nelle zone “calde” continuerà come in passato?

Come gruppo parlamentare abbiamo sempre sostenuto le missioni che abbiamo reputato necessarie, funzionali e strategiche. Su altre siamo stati più critici, rimanendo pur sempre attenti a non sconfinare nel campo della demagogia, ragion per cui posso serenamente affermare che si, quelle criticità rimangono tutte in piedi.

La candidata ministra agli Affari Esteri, Del Re, ha parlato di un nuovo ruolo dell’Italia nelle relazioni internzionali e di costruzione di nuovi equilibri con partner strategici. Cosa significa?

Quello che abbiamo sempre detto, abbiamo coscienza dell’importanza del dialogo e della cooperazione, se ci pensa bene nessuna grande novità rispetto alla importante tradizione diplomatica del nostro paese. Le cose da salvare sappiamo riconoscerle e saremo i primi a volerle tutelare. Abbiamo storicamente ottime relazioni con moltissimi Paesi e vogliamo continuare così. L’Italia, però, a scanso di equivoci retorici, deve saper far sentire maggiormente il proprio peso e su questo sembriamo tutti essere d’accordo, a parole però… La differenza debbono farla i fatti e credo che la gestione dei flussi migratori sia un autentico banco di prova per il futuro governo.

Recentemente Di Maio, nel viaggio in Uk, ha detto che bisogna guardare con attenzione gli investimenti cinesi in Italia. Una Cina troppo presente è un pericolo per l’Italia?

La vera domanda è: che Paese abbiamo in mente? È normale che esistano gli investimenti stranieri ed anzi c’è una gara costante, ovviamente tutta italiana, a chi si lamenta di più quando questi vengono meno. Certo, esiste il libero mercato, il capitalismo, la finanza e nessun governo politico, se anche lo volesse, avrebbe la forza di sovvertire un simile stato di cose. Però si deve essere in grado di tutelare i propri beni, la propria storia e le proprie imprese, è un dovere morale prima che istituzionale. Vede, essere forti significa anche apparire forti e l’ultimo lusso che possiamo permetterci, oggi, è di dare l’impressione di essere in balia degli altri Paesi, della finanza senza regole, dei “padri padroni” del potere.

Sulle sanzioni alla Russia, Salvini ha detto che se vince le elezioni andrà a Bruxelles per revocarle. Il Movimento condivide questa scelta oppure continuerebbe con l’intesa transatlantica?

Revocare le sanzioni alla Russia non significa calpestare l’intesa transatlantica e sgambettare gli Usa, chi ha evocato questo spettro indicandoci come avventati e “sfascisti” ha agito tatticamente, credendo di lasciarci con la patata bollente in mano e le cose, dati alla mano, sono andate nel verso opposto. Le sanzioni rappresentano un problema soprattutto per la nostra economia, per le nostre imprese, per le nostre eccellenze. Non mi fraintenda però, non voglio farne solamente una questione di mercato e di denaro perché la questione è più ampia e complessa di quanto non sembri. Lo dicevamo poco fa e lo ripeto anche ora: dobbiamo far valere la nostra tradizione ed il nostro talento diplomatico, non solo sul fronte delle sanzioni ma anche per mediare sul conflitto in Ucraina, perché in troppi fingono di non ricordare che abbiamo la guerra a due passi da casa.

Sarà oggi in Piazza del Popolo per la chiusura della campagna elettorale? Quali sono le sue previsioni per il 5 marzo?

Sì, ci sarò. Sono curiosa di vedere i risultati e credo che tanti cittadini ci sosterranno. Sicuramente ci confermeremo primo partito, nonostante questo fatto faccia venire a molti la sindrome dello struzzo.

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