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Non solo Siria. Perché non sottovalutare il fronte Taiwan fra Cina e Usa

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Due giorni fa un elicottero ha trasportato il presidente cinese Xi Jinping sul ponte del cacciatorpediniere lanciamissili più tecnologico di cui Pechino dispone, il “Changsha”, per tenere un discorso alla marina. Il partito è orgoglioso della Marina del Popolo, ha detto il presidente, promettendo che diventerà ancora più forte.

“La missione di costruire una potente marina militare non è mai stata più urgente di quanto non sia oggi”, ha detto Xi, in tenuta da combattimento sul ponte della nave. La Cina sta costruendo nuove navi a un ritmo rapido per dotare le sue forze navali, la guardia costiera e le forze dell’ordine marittime, compresa la sua prima portaerei interamente costruita “made in China”. Hainan è sede di una grande presenza militare, comprese le stazioni aeree navali e la più grande base di sottomarini del paese.

Il presidente è arrivato sul Changsha mentre il destroyer stava in mezzo al Mar Cinese Meridionale insieme a dozzine di altre navi da guerra, compresa la portaerei “Liaoning”, in uno show of force con cui Pechino ha mostrato parte della propria panoplia marina ai satelliti internazionali, che hanno illuminato la processione di battelli battenti bandiera del Dragone.

Nell’ambito di esercitazioni – che hanno dimostrato la capacità cinese in ambito di difesa marittima – anche operazioni “live fire” sullo stretto di Taiwan, ossia sparando in quella delicatissima lingua di mare di 160 chilometri munizioni reali. È una scelta provocatoria, che apre un altro terreno di confronto con gli Stati Uniti.

Si ricorderà che il presidente Donald Trump in una delle sue prime conversazioni internazionali, poco dopo aver preso possesso dello Studio Ovale, chiamò la sua omologa taiwanese Tsai Ing-wen, e più avanti approvò la vendita di armi a Taiwan: due mosse che per Pechino equivalgono a una (quasi) dichiarazione di guerra – visto che la Cina considera Taiwan una provincia ribelle (i cinesi sostengono che quello taiwanese è territorio sotto la propria autorità, dopo che si sono separati durante la guerra civile nel 1949, e deve alla fine essere uniti, con la forza, se necessario).

L’autorità per la sicurezza marittima nella provincia costiera del Fujian ha dichiarato che l’esercitazione di un giorno sullo Stretto di Taiwan si terrà mercoledì prossimo. Il ministero della Difesa di Taiwan ha risposto con una dichiarazione che diceva che gli esercizi militari sembravano essere parte di esercitazioni annuali programmate e che stavano monitorando da vicino la situazione e pienamente capaci di rispondere. Ultimamente la Liaoning è passata più volte lungo lo stretto di Taiwan e i voli dell’aviazione militare ai confini dei cieli taiwanese sono aumentati.

Mentre la risposta cinese ai contatti tra amministrazione americana e Taiwan finora è stata controllata, ma in questo momento la situazione è ben più delicata. Stati Uniti e Cina sono ai ferri corti ingaggiando un confronto commerciale serrato, fatto di dazi simili a sanzioni in via d’escalation. Da poco Washington ha approvato il Taiwan Travel Act viola gli impegni degli Stati Uniti di non ripristinare gli scambi ufficiali interrotti quando Washington ha trasferito il riconoscimento diplomatico da Taipei a Pechino nel 1979.

Mercoledì, il giorno prima dello sbarco di Xi sul cacciatorpediniere, l’ufficio Taiwan del ministero degli Esteri cinese ha detto tramite il portavoce che “qualsiasi tentativo di giocare la carta di Taiwan sarebbe solo futile”, e non fermerebbe “i nostri progetti principali”. Il mese scorso, il presidente cinese ha pronunciato un discorso fortemente nazionalista in cui ha promesso di proteggere “ogni centimetro” del territorio cinese: “Tutti gli atti e i trucchi per dividere la madrepatria sono destinati al fallimento e saranno condannati dal popolo e puniti dalla storia!”, ha detto.

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