L’Italia a Washington vanta il merito di aver declinato per prima e con notevole sensibilità verso il progresso tecnologico un tema di grande attualità come quello delle blockchain in prospettiva istituzionale, organizzando una conferenza nell’ambito dell’iniziativa Digital Diplomacy Series per ragionare sulle ricadute e sulle applicazioni di blockchain nel mondo della diplomazia e nell’attività di governo.
L’Ambasciata d’Italia ha, infatti, ospitato esperti di blockchain provenienti sia dal settore pubblico che dal settore privato, che si sono confrontati sugli aspetti più interessanti e al contempo più spigolosi relativi all’utilizzo delle cosiddette “catene di blocchi” all’interno della complessa macchina istituzionale al fine di regolare la diffusione di informazioni a livello governativo e diplomatico.
La discussione, introdotta dal Consigliere Emanuele Manzitti, Responsabile Ufficio Stampa e Informazioni, ha visto la partecipazione di relatori del livello di Anil John, Cyber Security R&D Program Manager al Department of Homeland Security, Thomas Debass, Acting Special Representative for Global Partnerships al Dipartimento di Stato, e Victoria Adams, Principal, US Government Programs di ConsenSys.
Sotto la moderazione di Cara LaPointe, Senior Fellow al Beeck Center for Social Impact & Innovation della Georgetown University, gli esperti hanno affrontato gli aspetti più delicati e gli interrogativi più scottanti che possano riguardare il possibile ricorso a strumenti di diffusione controllata delle informazioni in un mondo in cui sicurezza e accessibilità assumono un peso essenziale. Il valore aggiunto rappresentato dal ricorso ad uno strumento tecnologico innovativo in una sfera di applicazione sostanzialmente lontana dai fini per cui le blockchain sono state immaginate ha aperto spazi di discussione e spunti di riflessione sulla capacità di controllare e direzionare i flussi informativi in un’ottica di controllo e gestione dei dati a disposizione della macchina pubblica.
Le riflessioni del Consigliere Manzitti in apertura dei lavori ben rendono l’idea delle potenzialità che il progresso tecnologico può offrire al mondo della diplomazia: “La discussione di oggi vuole esprimere la prospettiva con cui all’Ambasciata d’Italia riflettiamo sui collegamenti tra diplomazia tradizionale e innovazione tecnologica. Blockchain è un tema di grande attualità ma del quale ancora non sono state esplorate a dovere le potenzialità per l’attività di governo e la politica estera. Si tratta di un’area in cui l’innovazione cammina di pari passo non solo con la tecnologia ma anche con le partnership tra pubblico e privato”.
Dalla discussione è emerso il forte interesse da parte di quanti hanno seguito i lavori e il confronto si è rivelato una preziosa occasione per interrogarsi sul profondo cambiamento che il progresso tecnologico sta apportando ad ogni livello delle interazioni sociali, finanche in un mondo istituzionale che riesce a spogliarsi dalle vesti più tradizionali e guarda all’innovazione con interesse e curiosità. In questo processo, la rappresentanza italiana negli Stati Uniti vanta un pregevole primato.