Dalla sera del 4 marzo, quando sono uscite le prime proiezioni internazionali, un grande dubbio è emerso fuori dai confini nazionali. Quale impatto avrebbe avuto il successo della Lega nella politica estera italiana? La vicinanza fra Salvini e la Russia di Putin è certamente un tema che desta attenzione e non raramente qualche preoccupazione, soprattutto sul versante occidentale. L’incontro recente fra il leader di via Bellerio e l’ex collaboratore di Trump, Steve Bannon, non segna necessariamente un avvicinamento all’amministrazione Usa, anzi.
Il presidente Usa ha appena ammesso che la relazione con Mosca è oggi peggiore che ai tempi della guerra fredda. Questa posizione è peraltro largamente condivisa in Europa dove invece Salvini mantiene un rapporto strettissimo con la Le Pen. Chi pensava che l’avvicinamento a ruoli di governo avrebbe attenuato questa postura della Lega è rimasto deluso. Non solo il segretario del fu Carroccio volerà a Parigi per abbracciare la capa del Fronte Nazionale ma anche sugli altri dossier e dichiarazioni, o i tweet, sembrano corrispondere alla linea politica tracciata dal Cremlino, anzi dai falchi del Cremlino. L’ultima uscita, l’ultimo cinguettio, è sulla crisi siriana. “Notizie false per sganciare altre bombe? Basta guerre, grazie”, scrive il candidato premier del centrodestra, che posta il link ad un articolo di Analisidifesa, in cui si parla di possibili fake news sulle armi chimiche per creare un casus belli tra gli Stati Uniti e la Siria del presidente Bashar Assad. In pratica, il pensiero di Putin che neppure Putin ha osato dire (ma che lascia filtrare attraverso i suoi agenti di propaganda).
L’Italia è un Paese che ha una grande e profonda tradizione liberale in cui ciascuna formazione politica può esprimere la sua opinione senza alcun problema. Nel caso specifico della Siria, tutti i partiti hanno peraltro una posizione dialogante e tendenzialmente scettica rispetto alla escalation militare di queste ore così come tutti i principali gruppi parlamentari sono consapevoli della necessità di includere la Russia in un processo di dialogo che possa favorire scenari di pace in Siria come in Ucraina o in altre aree di crisi in Medio Oriente. Nessuno però si è spinto tanto in là da sposare la linea di Mosca facendola proprio così come Salvini ha fatto. La domanda che molti, soprattutto all’estero, si fanno è se la posizione della Lega sarà la posizione del prossimo governo italiano e se quindi sarà sostenuta, anche obtorto collo, dal Movimento 5 Stelle e/o da Forza Italia. Guarda caso si tratta delle due formazioni che ancora non si sono espresse sulla vicenda siriana e le sue ultime drammatiche evoluzioni, come pure chiesto dal fondatore di Formiche Paolo Messa che ieri ha pubblicato un appello affinché il Parlamento si occupasse della questione in modo “ufficiale”.
Ha risposto positivamente il Pd con la deputata Lia Quartapelle e, sia pure indirettamente, si è schierato Salvini. Di Maio e Berlusconi la pensano come la Lega/Russia o hanno una idea diversa? Saperlo non sarebbe male. Chissà che non lo chieda lo stesso Sergio Mattarella durante le consultazioni…