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Cina e Ue a braccetto contro i dazi di Trump?

Cina e Ue a braccetto contro i dazi di Donald Trump? La decisione dell’amministrazione Usa di imporre dazi su prodotti europei (con la coda velenosa dell’implicazione del settore automobilitico che vede la Fiat in partnership con Chrysler) ha prodotto la reazione dell’Ue da un lato, con i controdazi su prodotti made in Usa e la strategia intavolata con Pechino dall’altro, circa la risposta collettiva da offrire oltre oceano.

Per cui Cina e l’Unione Europea sono impegnate nella negoziazione di un accordo bilaterale di investimento, poiché entrambe le parti hanno convenuto di opporsi al protezionismo Usa e difendere il sistema commerciale multilaterale globale.

Nell’affermare i progressi positivi raggiunti nei negoziati sull’accordo di investimento Cina-Ue, hanno cercato di scambiare opinioni, offerte e potenziali nuovi investimenti congiunti durante il ventesimo vertice Cina-Ue. Ecco come procederanno e su quali binari.

CINA-UE

Oggi a Pechino si alza il sipario su un delicatissimo vertice, non fosse altro perché non toccherà solo uno dei nodi più dirimenti del secolo (la Via della Seta) ma anche la questione relativa ai dazi di Trump che investe una serie di prodotti e, quindi, realtà produttive che sono imbullonate alle strategie-Paese di almeno due continenti. Per cui Cina e Ue utilizzeranno il settimo “China-Eu High-level Dialogue”, puntato su economia e commercio, per costruire una base comune che faccia di tutto per uscire dall’imbuto dei dazi innescato da Trump.

Il dialogo Ue-Cina, iniziato ufficialmente nel 2007, poggia oggi sul carisma del potente vice premier Liu He che, non a caso, è anche al vertice della delegazione negoziale con gli Stati Uniti. Assieme a lui ci sarà il numero due della Commissione Ue Jyrki Katainen.

In primo piano la governance economica globale, il commercio e gli investimenti, lo sviluppo guidato dall’innovazione e l’interconnettività che saranno dibattuti nel futuristico scenario della Diaoyutai State Guesthouse.

GRUPPO DI LAVORO

In pratica Cina e Ue danno mandato ad un gruppo di lavoro che si dedicherà ad aggiornare le regole commerciali globali per affrontare la politica tecnologica, il tema del welfare e preservare il commercio internazionale dalle minacce statunitensi. Secondo Katainen azioni come l’aumento unilaterale delle tariffe doganali, in una disputa tecnologica con Pechino, dimostrano che le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio devono stare al passo con i cambiamenti negli affari.

“L’Europa non si è schierata dalla parte di Pechino nella disputa con Trump, ma sta prendendo provvedimenti per proteggere il sistema globale di regolamentazione del libero scambio”. Aggiungendo che molte aziende temono che la disputa tra Stati Uniti e Cina possa raffreddare il commercio globale e la crescita economica se altri governi replicassero con altrettanti dazi.

“Non mi aspetto che questi negoziati siano facili – ha osservato – ma se non si fa nulla le condizioni per il commercio multilaterale svaniranno”.

Pechino potrebbe accettare i colloqui per controbattere le ulteriori sanzioni, ma è improbabile che accetti i cambiamenti che ostacolano i suoi piani tecnologici, ha affermato Mark Williams di Capital Economics. “Pechino ha accettato di restringere il suo surplus commerciale multimiliardario con gli Stati Uniti acquistando più beni americani, ma lo ha rottamato dopo che Trump è andato avanti due settimane fa con un aumento delle tariffe su 34 miliardi di dollari di importazioni. Pechino ha anche tagliato i dazi doganali sulle automobili e alcuni beni di consumo – aggiunge – e ha promesso di eliminare i limiti sulla proprietà straniera nelle sue industrie automobilistiche, assicurative e finanziarie”.

Come reazione ai dazi, ecco che Pechino consentirà maggiori importazioni di carne bovina e altri prodotti alimentari dalla Francia, come confermato dallo stesso Li secondo cui “la Cina ha un atteggiamento positivo nei confronti della cooperazione con la Francia”.

STRATEGIA

La rotta del vertice era stata manifestata ufficialmente lo scorso 30 maggio sullo “European Sting” in un lungo e articolato editoriale vergato dall’ambasciatore Zhang Ming, capo della Missione della Repubblica Popolare Cinese presso l’Ue. Nell’articolo “Cooperazione tra Cina e Ue volta a costituire un nuovo modello di relazioni internazionali e una comunità umana dal futuro condiviso” Ming metteva l’accento sul fatto che proprio in virt ùdel fatto che Cina ed Ue rappresentano due perni della salvaguardia della pace nel mondo e della promozione dello sviluppo comune, devono affrontare un percorso comune di cooperazione per conformarsi al corso della globalizzazione tramite il raggiungimento di tre macro obiettivi di medio-lungo periodo: il lavorìo certosino e costante relativo al multilateralismo; la costruzione di un’economia globale aperta; la strutturazione di una tela di relazioni internazionali fondate su su rispetto reciproco, equità, giustizia e mutuo vantaggio.

DAZI E CONTRODAZI

Lo scorso 22 giugno sono entrati in vigore i dazi Ue alle importazioni di prodotti statunitensi, come deciso dalla Commissione Europea contro le tariffe annunciate dalla Casa Bianca nelle settimane scorse, quantificate in un’aliquota del 25% sulle importazioni di acciaio e del 10% sull’alluminio dai Paesi dell’Unione Europea e dal Canada e Messico.

La risposta di Bruxelles investe merci provenienti dagli Stati Uniti per un valore di 2,8 miliardi euro, come i fagioli rossi secchi, alcuni tipi di riso, come il parboiled o la spezzatura di riso, il burro d’arachidi, i mirtilli rossi, il succo d’arancia, il Bourbon Whiskey americano, sigarette, tabacco da masticare e da naso, preparazioni per rossetti, per la manicure e la pedicure, numerosi tipi di jeans. Inclusi anche una serie di prodotti siderurgici, seguiti dalle motociclette, imbarcazioni a vela o a motore, canoe.

Incluse anche varie tipologie di cellulosa, calzature, statuette o articoli in ceramica, vetri temperati, bicchieri da tavola, lavatrici industriali e domestiche, apparecchiature elettroniche per la traduzione e carte da gioco.

Secondo la commissaria europea al Commercio, Cecilia Malmostroem, non era intenzione dell’Ue arrivare a questo, ma “le regole del commercio internazionale, che abbiamo sviluppato mano nella mano con i nostri partner americani, non possono essere violati senza una reazione da parte nostra”.

Un’altra risposta ai dazi di Trump è in arrivo da Giappone, Russia e Turchia che, secondo Organizzazione mondiale del commercio, sarebbero pronte a controsanzioni da circa 3,5 miliardi di dollari l’anno.

twitter@FDepalo

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