Salvini deve tenere presente che la deterrenza che la Nato esercita contro la Russia non è incompatibile con una maggiore attenzione alle dinamiche del Mediterraneo. Secondo Vittorio Emanuele Parsi, professore di Relazioni internazionali all’Università Cattolica di Milano, intervistato da Formiche.net, è fondamentale che l’Alleanza Atlantica continui a difendere il suo fronte orientale di fronte all’aggressività di Mosca.
Il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, domani a Roma incontrerà il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro della Difesa Elisabetta Trenta. È di oggi invece l’incontro, da poco concluso, con il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. La visita di Stoltenberg è infatti parte del tradizionale giro di capitali che il Segretario generale compie in vista del vertice dei capi di Stato e di governo che si terrà l’11 e il 12 Luglio prossimo a Bruxelles.
Il viaggio in Italia era stata anticipato dallo stesso Stoltenberg durante la conferenza stampa dopo la riunione dei ministri della Difesa Nato che si è svolta lo scorso 8 Giugno al quartier generale di Bruxelles. “Sono impaziente di incontrare Conte a Roma lunedì, e i ministri degli Esteri e della Difesa – aveva detto il Segretario generale – e mi congratulo con il primo ministro italiano per la sua nomina”. Essa si svolge nel quadro del tradizionale giro delle capitali in vista del vertice dei capi di Stato e di governo della Nato del’11 e 12 luglio, a Bruxelles.
Tuttavia, questa volta come forse mai prima d’ora, la visita è accompagnata da una certa dose di incertezza. Le prime uscite verbali degli esponenti del governo italiano delle ultime settimane, dove si auspicava lo stop alle sanzioni contro la Russia e si invitava la Nato a lasciar perdere la deterrenza contro Mosca perché, parola del ministro dell’interno Salvini, “l’unica aggressione in corso che stiamo subendo è quella dal Mediterraneo, non mi pare ci sia un’aggressione dalla Russia”, hanno causato qualche alzata di sopracciglia dalle parti di Bruxelles, dove invece le politiche aggressive russe hanno spinto a dispiegare quattro battaglioni in Polonia e nelle repubbliche baltiche nell’ambito dell’operazione Nato Atlantic Resolve.
Difatti, direttamente da Bruxelles, era arrivata la risposta indiretta di Stoltenberg al governo italiano. “Le sanzioni economiche nei confronti della Russia sono importanti – aveva detto il segretario generale – perché danno il messaggio che quello che la Russia ha fatto in Ucraina ha delle conseguenze. La Russia deve cambiare comportamento, prima che le sanzioni siano rimosse”.
Proprio del tema delicato del fianco sud si è parlato oggi all’incontro tra Soltenberg e Moavero. Una nota della Farnesina fa sapere infatti che il Ministro ha sottolineato, ricevendo assicurazioni dal Segretario Generale Stoltenberg, “l’importanza per l’Italia che al Vertice di Bruxelles venga riaffermato l’approccio dell’Alleanza per una sicurezza a 360 gradi e non venga trascurata la proiezione di stabilità verso il fianco Sud da dove provengono importanti sfide per l’Alleanza, a partire dal terrorismo”.
Professor Parsi, la Nato teme veramente che il nuovo governo possa marcare una discontinuità nella politica estera e avvicinarsi pericolosamente a Mosca?
Una certa dose di preoccupazione sicuramente c’è. Tuttavia, all’interno del blocco occidentale oggi ci sono preoccupazioni ancora maggiore Usa, per cui l’Italia è visto come un problema minore. Certo, le dichiarazioni Salvini che chiede aiuto alla Nato sui migranti e spinge per una minore attenzione sul fronte est creano perplessità, insieme idea ridurre la partecipazione italiana alle missioni militari. I nostri alleati vogliono cercare di capire quale direzione si prenderà. I segnali iniziali non sono sicuramente entusiasmanti.
Brandire l’arma del veto sulle sanzioni è una strategia intelligente per promuovere l’interesse nazionale e ottenere aiuto sul tema migranti? Non si rischia di rimanere isolati?
Il governo dovrebbe piuttosto cercare del sostegno politico per una posizione legittima. Inoltre, l’attenzione per il fronte sud già c’è. Il comando centrale africano degli Usa da anni coordina l’azione della guerra contro il terrorismo. C’è la consapevolezza che il sud è ancora troppo proco presidiato e nel Mar Rosso tutti si stanno muovendo per realizzare basi militari, dal Gibuti alle isole nello stretto di Bab el- Mandeb.In ogni caso, questo non può essere un fronte ne sostituisce un altro. La Nato deve avere due punti di attenzione. Il fronte sud, peraltro, non minaccia la sicurezza nazionale, La Russia invece non si muove dall’Ucraina e persevera con una politica estera aggressiva. Salvini farebbe meglio a occuparsi di ciò che rientra nelle sue competenze.
L’Italia ha sempre cercato di promuovere il dialogo con Mosca. Quali sono oggi le precondizioni perché un miglioramento delle relazioni con la Russia? Cosa dovrebbe fare il nuovo governo?
La Russia deve innanzitutto adeguarsi agli accordi di Minsk. Questo sarebbe il punto di partenza, ma non basta, perché l’annessione Crimea è un fatto. L’Italia dovrebbe fare attenzione a non fare proposte velleitarie, già gli Usa stanno cercando di avvicinarsi alla Russia, non c’è bisogno. In questa fase poi, con le mosse di Trump che stanno mettendo a dura prova l’unità dell’occidente, l’Europa ha l’assoluta necessità di essere coesa per fronteggiare anche da sola la minaccia russa. In Italia purtroppo vedo ancora molta poca attenzione a politica estera, il rischio è quello di fare una politica estera bottegaia, da Italietta. Ho sentito esponenti del governo parlare del bisogno di mani libere, quando l’Italia è ovviamente più debole senza Europa e Usa.