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Gli scontri in Libia si placano. Ma la preoccupazione resta (anche dell’Italia)

libia

Dopo l’ennesima escalation di scontri tra milizie armate al sud della capitale, che aveva rischiato di degenerare in un vero e proprio nuovo conflitto armato, le fazioni rivali avrebbero raggiunto accordi di cessate il fuoco. Lo ha dichiarato il capo dei dignitari di Tarhuna Saleh al Fandi, citato dal quotidiano al Wasat, che ha evidenziato come “l’accordo include la consegna dei posti di blocco alla Direzione della sicurezza di Tripoli, e il ritorno di tutte le forze nelle loro precedenti posizioni”. Allarme parzialmente rientrato in Libia, dunque, ma che lascia un amaro senso di preoccupazione nel Paese, manifestato anche dall’ambasciata italiana a Tripoli.

La rappresentanza diplomatica guidata da Giuseppe Perrone, ancora l’unica europea presente nel Paese, ha palesato la sua apprensione in un tweet, manifestando la sua vicinanza alla popolazione che sta affrontando una nuova ondata di violenza nelle “strade della loro bellissima capitale”. Ha poi continuato: “Le nostre condoglianze vanno alle famiglie delle vittime con i nostri auspici di pronta guarigione a tutti i feriti”. Il messaggio dell’ambasciata riporta alla luce la necessità di stabilizzare il territorio. “Solo il dialogo può portare pace e riconciliazione in Libia, non un’azione militare”.

D’altra parte anche la Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) aveva annunciato di seguire con grande preoccupazione l’evoluzione degli scontri, chiedendo a tutte le parti coinvolte di cessare le operazioni militari. In una nota, la missione Onu ha infatti messo in chiaro la sua posizione contraria “all’uso indiscriminato delle armi nelle aree residenziali densamente popolate, che mettono a rischio le vite dei civili”.

Sempre nel comunicato si ricorda alle parti il loro dovere di protezione nei confronti dei civili in accordo con il diritto interazionale e umanitario e che gli obiettivi non devono essere perseguiti con l’uso della violenza. Questa infatti, proprio come stava per accadere in questo caso, potrebbe generare un conflitto ancora più ampio. L’Unsmil ha poi ribadito il suo sostegno al governo di accordo nazionale, facendo appello all’unificazione delle istituzioni e alla stabilizzazione della regione.

Tutto questo mentre la corsa alle elezioni di dicembre di Emmanuel Macron sembra non arrestarsi, anche se il fronte compatto guidato appunto, tra gli altri, dall’Italia e dalle Nazioni Unite, procede coerentemente per la sua strada.

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