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Nuclear forensic, una via di mezzo fra C.S.I. e 007. Ma non è un film

nucleare

Si aggirano con la tuta bianca alternandosi tra sofisticati laboratori e i posti più pericolosi del pianeta, aiutano a mantenere la pace mondiale, riducono i rischi di attentati nucleari e cercano di impedire che la Terra sia distrutta da una guerra atomica. Una via di mezzo fra 007 e gli agenti di C.S.I., ma quelli di cui parliamo oggi non sono attori e fanno un lavoro veramente pericoloso: sono i detective nucleari della Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (IAEA).

Da quando gli Stati Uniti hanno sperimentato le prime armi atomiche distruggendo Hiroshima e Nagasaki, ci siamo resi conto che l’umanità correva seri rischi di essere spazzata via insieme a buona parte delle altre forme di vita. Con la guerra fredda fra il blocco occidentale e quello orientale la situazione è peggiorata.

Poi, negli ultimi anni, a tutto questo si sono aggiunte due minacce. Prima di tutto, nazioni sempre meno affidabili sono entrate in possesso di tecnologie atomiche e nucleari. Ma è anche aumentato il rischio che organizzazioni terroristiche possano realizzare attentati basati su armi atomiche.

Se rubare, trasportare e innescare una testata nucleare è – per fortuna – terribilmente complesso, per dei criminali senza scrupoli è certamente più facile fare esplodere bombe sporche. Si tratta di esplosivi chimici convenzionali utilizzati per liberare nell’atmosfera materiale radioattivo. Quest’ultimo si può trovare e spostare più facilmente di una intera testata e potrebbe anche essere disperso in condutture dell’acqua o dell’aria condizionata per avvelenare edifici pubblici o anche intere città. In questo caso si parla di armi radiologiche.

I nostri detective nucleari devono affrontare tre sfide diverse. Devono controllare le nazioni a rischio e bloccare lo sviluppo e la proliferazione di armi nucleari. Ma devono monitorare i gruppi terroristici ed i trafficanti per bloccare il trasporto e l’uso di materiali nucleari in attacchi terroristici. Infine, se alla fine tutto va storto, devono andare sulla scena del crimine e investigare sugli attacchi radiologici o nucleari che non sono riusciti ad impedire.

C’è una scena che non manca mai in ogni film di guerra dagli antichi romani alla fantascienza: quella in cui il buono ed il cattivo si trovano improvvisamente ciascuno con un’arma puntata addosso all’altro. Dopo una pausa – sottolineata da una colonna sonora altamente drammatica – di solito entrambi depongono lentamente le lame o allontanano il dito dal pulsante di lancio. Entrambi hanno capito che, se attaccano, anche il loro avversario risponderà e tutti e due finiranno a pezzi.

Questo è proprio quello che è accaduto durante tutta la guerra fredda fra la NATO e il Patto di Varsavia. Ciascuno dei due blocchi era in grado di polverizzare più volte l’intero pianeta e ciascuno dei due sapeva che anche l’altro avrebbe fatto a tempo a scatenare l’inferno (nucleare) prima di essere distrutto. Per oltre mezzo secolo la pace è stata garantita proprio da questo fragilissimo equilibrio. Ora la situazione è… la stessa, sono stati solo ridisegnati alcuni confini.

Ma torniamo al nostro film. A volte la situazione di stallo viene turbata da un terzo che entra in scena: in questo caso, potete scommettere che la situazione degenererà rapidamente in un disastro ricco di effetti speciali. Ma questo è proprio quello che può succedere sul serio se, nel precario equilibrio del terrore fra superpotenze, entra in gioco una nuova nazione in possesso di armi nucleari.

Proprio per questo l’ONU ha creato l’IAEA: una squadra di professionisti provenienti da tutto il mondo che collaborano coi governi ed i servizi segreti di tutte le nazioni per andare a individuare i furbetti. La dove non arrivano gli 007 con le loro spie e le loro immagini satellitari ad altissima risoluzione, possono arrivare gli ispettori IAEA. Grazie a pressioni internazionali, ottengono dalle nazioni sospette l’autorizzazione a visitare i loro impianti per la produzione di energia nucleare e tutte le infrastrutture che possono nascondere attività non pacifiche.

Proprio grazie a queste ispezioni, i tecnici IAEA sono riusciti più volte a individuare le prove di attività clandestine. Ad esempio quando hanno beccato Iran e Libia a produrre materiale fissile destinato a realizzare bombe atomiche mascherato all’interno di innocenti reattori nucleari pacifici.

Se qualche Stato cerca di fare il furbo scherzando con le armi nucleari o con gli ispettori IAEA, la comunità internazionale può decidere di sottoporlo a sanzioni o a embarghi. Ma non si possono certo sanzionare legalmente gruppi terroristici clandestini che hanno deciso di scherzare col fuoco atomico. E chi ha voglia di andare a bussare alle porte di una organizzazione criminale chiedendo di ispezionare i loro depositi di armi?

Visto che fino ad ora ci è andata abbastanza bene, è facile sottostimare il problema. Ma a partire dal 1993 – quando è stato creato il database mondiale degli incidenti e degli atti illegali connessi con materiale radioattivo – sono stati registrati ben 3068 incidenti. Fra questi, ben 270 eventi sono stati certamente dolosi e hanno coinvolto furto, contrabbando o impiego criminale di sostanze radioattive. A questi si aggiungono altri 904 incidenti per i quali non è certo che si sia trattato di atti criminali piuttosto che di negligenza o errori umani. Ma non finisce qui: fra tutti gli atti criminali, 12 hanno coinvolto uranio arricchito pronto per le testate atomiche, 2 plutonio per testate nucleari e 4 sorgenti di neutroni plutonio-berillio. In altri otto casi non è stato possibile determinare se si sia trattato di crimine o incidente, ma armi atomiche o parti di essere sono comunque andate disperse. In alcuni casi sono stati rubati interi chilogrammi di materiale nucleare pronto per l’uso militare. Dopo il collasso dell’Unione Sovietica si è persa traccia di diverse testate atomiche o nucleari. La situazione è tornata sotto controllo quando la Federazione Russa è tornata ad essere una superpotenza, ma rimane ancora magmatica nelle altre nazioni che una volta erano parte dell’URSS.

In tutti questi casi, gli ispettori IAEA hanno lavorato con i servizi segreti delle 134 nazioni aderenti per tentare di intercettare e bloccare il materiale pericoloso. Ma il loro lavoro non consiste solo nel trovare il destinatario e recuperare il materiale, ma anche di rintracciare il suo percorso all’indietro e capire da dove proviene.

Se, ad esempio, viene catturata una cassa contenente uranio, dalle impurità presenti si può capire da quale miniera è stato estratto e come è stato processato. Se si intercetta del plutonio, è possibile capire esattamente in quale reattore di arricchimento è stato sintetizzato.

Ma cosa succede se tutto va storto e qualcuno riesce a fare scoppiare una bomba; atomica, nucleare oppure sporca? In questo caso, i nostri detective sono pronti a andare sul luogo dell’esplosione e ad analizzare le tracce isotopiche presenti nell’ambiente per capire che tipo di bomba è esplosa, da dove proviene e, soprattutto, chi è stato a fabbricarla ed a trasportarla.

I detective nucleari hanno avuto un ruolo determinante nel caso Litvinenko scoprendo che la morte  dell’ex agente segreto russo era dovuta all’ingestione di 210Polonio. Ma il caso è ancora tutt’altro che chiarito.

Per questo gli ispettori nucleari e la loro specializzazione – nota come Nuclear Forensic – potranno essere vitali per mantenere la pace e impedire e perseguire atti criminali che coinvolgono sostanze radioattive o anche bombe atomiche e nucleari.

Volete mandare il vostro curriculum alla IAEA? Dovete essere esperti scienziati, chimici, fisici, radiologi, ingegneri nucleari oppure aver lavorato a lungo con armi atomiche sul campo. E’ richiesto spirito di sacrificio, la disponibilità a viaggiare in tutto il mondo e, soprattutto, una ottima assicurazione sulla vita.


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