Durante un discorso trumpiano di tre giorni fa, sono apparsi tra i fan in prima fila dei cartelloni con la scritta “QAnon”, che è il nome di un gruppo complottista selvaggio, che sostiene una visione strampalata della realtà, la quale passa soprattutto dal ruolo quasi da supereroe affibbiato al presidente Donald Trump.
L’evento, che si svolgeva a Tampa, in Florida, era uno di quelli della continua campagna elettorale Maga – acronimo di “Make America Great Again”, motto che spinge l’azione politica di Trump fin dai primi passi della corsa del 2016, e su cui la candidatura repubblicana del magnate newyorkese è stata costruita. Adesso torna di primo piano in vista delle midterms di novembre. Utile per incitare di nuovo i supporter in vista del fondamentale appuntamento elettorale: il formato del fare di nuovo grande l’America è già di per sé basato su qualcuno e qualcosa che l’aveva resa piccola e dunque humus, non dichiarato, anche per teorie strambe— per il QAnon ad aver rovinato l’America è stata una cospirazione profonda incrostata nei gangli dello Stato.
La teoria è nota da un po’, ma per la prima volta a Tampa s’è mostrata apertamente (e al fianco di Trump). Gli “anoni”, così si definiscono i seguaci, sono nati nelle più becere chat-room, tipo 8chan, e pian piano sono arrivati sotto le telecamere negli eventi pubblici più importanti – il discorso tenuto il 31 luglio in Florida pochi giorni fa potrebbe passare agli annali come quello in cui il presidente ha annunciato l’inizio di una politica commerciale ancora più dura contro la Cina.
Quanto il presidente Trump sia a conoscenza di questo sostegno non è dato saperlo, ma i sostenitori della teoria dicono che non è importante, perché comunque loro trovano riscontro in molte delle dichiarazioni (più che nelle azioni, in realtà) della Casa Bianca. La storia è semplice: il 28 ottobre del 2017, un utente di forum e gruppi online anonimo s’è identificato come “Q” (che un livello di classificazione “top secret” interno al dipartimento dell’Energia), raccontando di essere un alto funzionario governativo che sta combattendo contro il deep State che vuole scardinare la presidenza Trump. Gli “Anons” sono i suoi seguaci, ossia coloro che ascoltano il tipo e diffondono le ricostruzioni che lui diffonde.
Q lascia “briciole” – informazioni vaghe, ma utilizzabili in milioni di modi, corroborate da false prove: tipo che Q era sull’Air Force One – e i “panettieri” che lo seguono le decodificano; effettivamente qualsiasi cosa può essere ricostruita a proprio piacimento, creando un contesto da scenografia e forzando la soluzione dell’ipotesi, se si vuole. Si tratta di dinamiche psicologiche (e psicotiche) note.
La sovrapposizione è evidente: per esempio, il 2 gennaio, su Twitter, il presidente Trump chiamò il dipartimento di Stato proprio “Deep State Justice Dept”, parlando del caso delle email di Hillary Clinton – quelle che la democratica, ai tempi in cui era segretario di Stato, gestì attraverso un server privato e non con quello del governo: Clinton le riconsegnò a fine mandato togliendone alcune ritenute personali, ma in questa operazione se ne cancellarono anche altre lavorative; l’Fbi indagò, ma non trovò niente di illecito, ma “molta negligenza” disse l’allora direttore, James Comey. Per Trump e per molti dei suoi fan (ma anche per molti repubblicani e democratici dell’ala più radicale) invece ci fu anche lì un qualche genere di complotto – dello Stato profondo, il deep State appunto.
I QAnons credono che primo o poi arriverà “The Storm”, la tempesta, il momento in cui Trump (tipo cavaliere dell’Apocalisse) taglierà la testa al deep State e sovvertirà il piano criminale contro di lui – il 5 ottobre del 2017, durante una cena con gli alti generali, il presidente parlò di “calma prima della tempesta”: non si riferiva a niente del genere, sebbene dagli anoni è considerato come un un segnale iniziale (su Reddit la cosa prese subito piede, anche se Q parlò per la prima volta una ventina di giorni dopo).
L’idea che sta in fondo alla teoria è semplice: tutti i presidenti prima di Trump si erano lasciati corrompere dallo Stato profondo, ma lui no, perché è stato reclutato dal mondo dei militari buoni proprio per salvare gli Stati Uniti una volta per tutte. Trump, secondo la loro interpretazione, mette spesso le mani a forma di “Q” durante gli eventi pubblici proprio per dare un segnale alla comunità: ci sono, sto facendo il mio lavoro.
I credenti sono convinti di fatti fasulli della peggior specie. Tra questi, per esempio, pensano che una pizzeria di Washington faccia da base per una tratta di bambini, atti pedofili, messe sataniche: nel clan che gestisce il network, secondo gli Anons, a capo ci sarebbero Tom Hanks a Barack Obama e Hillary Clinton. La conferma di questa storia, nota come Pizzagate, secondo loro arrivò quando il nome di quel ristorante apparve in alcune delle mail rubate dai russi al capo della campagna elettorale di Clinton, John Podesta, dopo l’attacco hacker del Gru russo durante le presidenziali – Podesta ne parlava perché ci fece una cena di compleanno, ma secondo diversi schiantati in giro per il mondo era un messaggio in codice. Marcello Foa, il già-bocciato giornalista che Lega e Movimento 5 Stelle vorrebbero alla presidenza della Rai, il 5 novembre del 2016 condivise sul suo account Twitter una storia in cui si raccontava proprio di queste cene sataniche e altre pratiche esoteriche (non è chiaro sapere quanto Foa credesse a certe storia, ma nella sua condivisione non c’erano segnali di smentita, ndr).
La questione è piuttosto centrale per QAnons: secondo loro, l’inchiesta sulle interferenze russe nelle elezioni del 2016 è una finzione che serve da copertura per il consulente speciale Robert Mueller e Trump, che starebbero lavorando insieme per esporre migliaia di pedofili nascosti – tra questi i Clinton e gli Obama, che saranno presto agli arresti. (Nota: in questi mesi il tema pedofilia è stato al centro di messaggi fasulli diffusi tramite WhatsApp in India, che hanno portato al linciaggio di decine di persone).
Il Pizzagate ebbe anche risvolti drammatici, quando il 7 dicembre del 2016 un uomo entrò dentro la pizzeria, armato, sparando: non ci furono vittime, il tipo disse che voleva andare a vedere di persona cosa stava succedendo là dentro, perché non si fidava delle autorità corrotte. Il figlio dell’ex consigliere per la Sicurezza nazionale, Michael Flynn, caduto in disgrazia per avere mentito sui suoi rapporti con la Russia, è uno che credeva alla storia del Pizzagate. Dimostrazione che certe teorie entrano fin nelle case dei più importanti funzionari pubblici: la sparatoria è invece testimonianza della loro pericolosità (nel caso servisse sottolinearlo, ndr).
Una volta un sostenitore del QAnon chiese, via Twitter, a Trump di usare le parole “tip top” durante il suo primo Sotu, il discorso sullo stato dell’unione: sarebbe stato un segnale per dire che il presidente era con loro. Trump non lo fece, ma usò “tip-top” durante l’intervento al White Egg Roll della Casa Bianca – non è chiaro se volutamente, è ovvio, ma Trump utilizzò quell’espressione che di solito indica qualcosa di eccellente per ringraziare coloro che tenevano la Casa Bianca in quell’ottimo stato di conservazione e per i credenti anoni fu un successo (quel discorso è ricordato perché Trump tenne un registro completamente fuori contesto, molto incentrato su di lui e sul bene che stava facendo la su presidenza, in un evento pasquale che dal 1878 è dedicato ai bambini).
Nel mucchio delle stupidaggini della QAnon non mancano i riferimenti ai piani di George Soros, magnate globale accusato dai complottisti nell’ambito di varie teorie cospirative, tra cui lavorare per enormi programmi che sconvolgerebbero lo sviluppo dell’umanità (qui in Italia va piuttosto di moda perché, anche ambienti non distanti al governo attuale, lo considerano come un’eminenza grigia che ha progettato l’immigrazione africana come sostituzione colturale in Europa). Teorie del genere sono spinte anche dalle star del mondo mediatico repubblicano più aggressivo e dietrologico, e sponde trumpiane di primo livello, come Alex Jones di InfoWars e Sean Hannity e Fox News (in questi giorni Jones è stato condannato dopo la denuncia di una coppia di genitori di uno dei bambini uccisi bella strage di Sandy Hook, che secondo le sue ricostruzioni fu inventata, attraverso attori, dall’amministrazione Obama per spingere legislazioni più restrittive sulla detenzione di armi: molti fanatici credono a questa tesi).
Spiega Vox che Q non ha fatto altro che offrire una vera speranza ai sostenitori di Trump: l’idea che tutto è a posto, che Trump ha tutto sotto controllo, e tutti quelli che stanno intralciando la sua strada saranno presto mandati in prigione. Letteralmente – come quando Trump intonava, seguito dalla sua folla, intonava “Lock her up”.