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Vi spiego il valore di una residenza universitaria. Il caso di Palermo

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A Palermo è in atto un interessante percorso virtuoso che lega in piena armonia la qualità architettonica e la riqualificazione ambientale. Un importante investimento pubblico è stato destinato alla realizzazione di un alloggio per studenti che, ben oltre il soddisfacimento della sua funzione specifica, ha promosso il recupero di parti significative della città. Come è naturale che accada, la realizzazione di un’opera architettonica ben fatta, funzionale e bella, ha generato la spontanea affezione degli utenti, ma anche la cura attenta degli abitanti del quartiere per conservarla nel migliore dei modi, allontanando ogni rischio di vandalismo.

La legge 338 del 2000, che ha consentito in questi anni la costruzione di oltre 300 residenze, prevede, ogni tre anni, un cofinanziamento da parte del Miur per residenze studentesche, vincolate all’obbligo di riservare una percentuale per gli studenti “bisognosi e meritevoli”. Accedono a questo finanziamento gli Enti regionali per il diritto allo studio, le Università statali e non, le Fondazioni che hanno come finalità la residenzialità studentesca.

La Commissione paritetica, che propone al ministero le graduatorie, è stata presieduta fino al 2015 da Romano Del Nord, che ha guidato il lavoro di selezione e giudizio attraverso parametri di assoluto rigore scientifico. In suo onore è stato istituito nel 2018 il premio “Prof. Romano Del Nord”, destinato a riconoscere il miglior progetto degli ultimi anni. Una commissione apposita, partendo da una prima selezione che ha ristretto a cinque le candidature, ha attribuito il primo premio al Camplus di Palermo, inaugurato nel 2016, e il secondo ai Crociferi di Venezia.

Le motivazioni che sostengono il riconoscimento del progetto di Palermo evidenziano la qualità della scelta architettonica, ma soprattutto la capacità di agire concretamente nel migliorare la condizione urbana. L’intervento, la ristrutturazione di un antico Convento Benedettino, trasformato in carcere femminile e ultimamente destinato addirittura a ricovero di animali controllato dalla malavita, si trova nel pieno centro storico, di fronte alla Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, poco distante dal Palazzo dei Normanni. Prima del suo recupero l’edificio rientrava in una situazione di forte disagio ambientale, ai margini di un’area ancora ampiamente degradata, a ridosso del Mercato di Ballarò. Oggi individua un polo ben riconoscibile, che ricuce una zona ricca di monumenti, altrimenti frazionata in episodi scollegati. Completa un’area di riferimento qualificata, frequentata da turisti, dove i bambini possono giocare in uno spazio libero, ben illuminato, privo di traffico.

Riferendosi con cura al lavoro di Romano Del Nord, la Commissione ha inteso evidenziare il pregio di un intervento che ha finalizzato l’impegno del denaro pubblico a soddisfare le esigenze primarie del diritto allo studio, ma, contemporaneamente, a incentivare la valorizzazione del tessuto urbano. Quello che può rendere più efficiente l’università, arricchendola di nuove strutture integrative, deve servire anche alla città. Il rapporto Università-Città deve assumere nel tempo una declinazione sempre più estesa, inquadrandosi all’interno di un reciproco e interattivo scambio di conoscenze e di iniziative.

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