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Libia, all’Onu è il turno di Moavero. E Descalzi rassicura sulla produzione Eni

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In attesa di ascoltare le parole di Giuseppe Conte domani al suo esordio all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, a New York oggi si sono riuniti i ministeri degli Esteri Ue per iniziare le discussioni sui temi scottanti in ballo. Tra questi naturalmente la Libia, in cui ormai da giorni, sono ripresi a pieno ritmo gli scontri nel sud del Paese, contando diverse vittime e mettendo seriamente a rischio la vita di circa cinquecentomila bambini.

Il problema è grave, i nodi da sbrogliare sono tanti e molto ingarbugliati. E le prime dichiarazioni trapelate dalla riunione odierna vedono il ministro degli Esteri francese Yves Le Drian mettere in evidenza l’importante fattore delle “immense” risorse della Libia. “Noi dobbiamo sostenere le riforme economiche del primo ministro Fayez al Sarraj e lavorare perché ci sia maggior trasparenza nell’utilizzo delle immense risorse della Libia oggi massicciamente ‘dirottate’ e che di fatto alimentano il conflitto sul posto”, ha specificato. A questo proposito è impossibile dimenticare il lavoro che Eni sta conducendo nel Paese ormai da diverso tempo. Un impegno che non poteva esonerare l’amministratore delegato Claudio Descalzi dal riferire la posizione dell’azienda, a maggior ragione visti gli ultimi violenti scontri vicino gli impianti petroliferi di al Wafa.

“La situazione in Libia non è di facile soluzione, ma noi continuiamo ad esserci”, ha affermato Descalzi, a margine della firma di un accordo tra il gruppo energetico e le Nazioni Unite per lo sviluppo delle fonti energetiche sostenibili in Africa. “In Libia purtroppo c’é un’escalation che va avanti da otto anni e il Paese non si sta stabilizzando”, ha continuato, sottolineando come “il dialogo interno tra le parti sia l’unica soluzione, nella speranza di arrivare alle elezioni. Ma si tratta di una soluzione non facile”.

Nel frattempo, mentre Le Drian chiede maggiore fermezza “nei confronti di chi cerca di imporre lo status quo a suo solo beneficio e a imporre nuove sanzioni contro “i miliziani che minacciano Tripoli”, il capo della Farnesina, Enzo Moavero Milanesi, tenta di smorzare i toni sulla “diatriba” franco-italiana, cercando in primo luogo di riportare l’attenzione sulla conferenza internazionale di novembre e sull’importante apporto che quest’ultima può fornire alla mediazione pacifica nel Paese. “Per l’Italia la Libia è una delle grandi priorità, un Paese a 200 miglia dalle coste italiane che sta attraversando una fase di instabilità. L’obiettivo è la conferenza internazionale che rilanci il processo di stabilizzazione”.

E ancora: “Non è una questione franco-italiana, né di rivalità tra aziende francesi e italiane. I nostri rapporti con la Francia sulla Libia sono animati da uno spirito di collaborazione”, aggiungendo poi che “occorre coordinare meglio gli sforzi a livello europeo. La Ue dovrebbe fare di più”. A questo proposito Moavero ha dunque allungato una mano nei confronti di Parigi e del suo omologo francese, con il quale, oltretutto dovrebbe incontrarsi domani.

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