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La febbre delle nazionalizzazioni arriva in Spagna (l’ombra del Cremlino)

La febbre delle nazionalizzazioni colpisce anche la Spagna. Come il Movimento 5 Stelle in Italia (il suo leader Luigi Di Maio è partito dalla revoca della concessione ad Autostrade per finire in una battaglia contro la privatizzazione di acqua, energia e telecomunicazioni), anche il partito Podemos, socio dell’attuale governo spagnolo, vorrebbe la statalizzazioni di alcuni settori chiave per il Paese.

Il sito El Confidencial ha anticipato che per frenare l’escalation di prezzi degli affitti, Podemos sta pensando che Sareb (Sociedad de Gestión de Activos procedentes de la Reestructuración Bancaria) fondata per favorire il risanamento del settore colpito dalla crisi dei mutui subprime, dovrebbe diventare un’impresa pubblica.

Secondo la formazione politica, la forma più rapida e semplice per contenere l’aumento dei prezzi degli affitti nelle principali città spagnole, e sostenere così i bilanci famigliari, è nazionalizzare Sareb (conosciuta come bad bank) e imporre un tetto agli affitti. “Nazionalizzare Sareb è semplice ed è la miglior via per cominciare ad avere un grande parco di abitazioni con affitti accessibili – ha spiegato Pilar Garrido, responsabile della segreteria di Politiche sociali di Podemos -. È chiaro che Sareb è la prima impresa che dovrà porre i suoi attivi al servizio pubblico”.

Per Carlos Sánchez Mato, responsabile di Politiche Economiche del partito Izquierda Unida (socio di Podemos), la nazionalizzazione di Sareb sarebbe un messaggio politico molto potente perché dimostrerebbe al mercato che il governo non resta inerme davanti all’aumento dei prezzi ed è pronto a disegnare una politica pubblica per controllare il settore privato.

Sareb è un’istituzione privata fondata per gestire gli immobili dopo la crisi economica e finanziaria del 2006. Lo Stato ha il 45,9% delle azioni. Negli ultimi cinque anni, ha perso circa 1,3 miliardi di euro, per cui ha dovuto prendere buona parte del proprio capitale. Le perdite superano i 500 milioni di euro all’anno. Tuttavia, il fatto che Sareb non è pubblica lascia le perdite fuori dal deficit o il debito. Una strategia ideale proprio per non far pesare altri passivi sullo Stato.

Invece, in caso nazionalizzazione, Eurostat costringerà alla contabilizzazione di Sareb nell’elenco delle amministrazioni pubbliche – come è avvenuto con Bankia – aumentando di conseguenza il debito pubblico spagnolo oltre il 100% del Pil.

L’interesse di Podemos però non si limita alle banche. Il partito ha proposto una legge sul cambiamento climatico che include la nazionalizzazione della rete elettrica. Nel piano suggerisce che lo Stato (maggior azionista della Rete Elettrica di Spagna), aumenti la sua presenza fino a raggiungere il 100% della proprietà con il diritto di acquisto e gestione da parte di municipi e comuni. L’obiettivo della proposta di legge è “la generazione di energia”, con il divieto per allargare i permessi di sfruttamento delle centrali nucleari e l’apertura di nuove istallazioni. Indica anche la fine delle centrali termiche di carbone per il 31 dicembre del 2025.

Reddito di cittadinanza, età pensionabile a 60 anni e la nazionalizzazione o espropriazione delle imprese del governo per garantire il benessere dei cittadini, erano priorità nel programma elettorale di Podemos nel 2014. “La proprietà privata – ha dichiarato il leader di Podemos, Pablo Iglesias, al giornalista Jordi Évole nel programma Salvados – deve essere subordinata all’interesse sociale”.

Se il premier spagnolo Pedro Sánchez si lascerà o no contagiare dalla febbre delle nazionalizzazioni resta ancora un’incognita. Certo è che il legame con il leader di Podemos (e Mosca) è sempre più stretto.

A inizio mese, il quotidiano Abc pubblicò un articolo sull’intesa agenda di Sánchez con il titolo: Putin la mattina, Iglesias nel pomeriggio. Secondo il Cremlino, in una conversazione telefonica, i due leader hanno trattato il tema delle relazioni bilaterali tra Spagna e Russia e le tensioni con l’Unione europea. Subito dopo pranzo, il premier spagnolo ha ricevuto al palazzo presidenziale de La Moncloa il suo “socio preferito”.

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