Si chiama Anatoliy Chepiga, è un operativo del Gru, il servizio segreto militare: è questo il vero nome di uno dei due uomini accusati dal Regno Unito per l’avvelenamento dell’ex collega traditore Sergei Skripal e sua figlia, avvenuto a Salisbury il 4 marzo, attraverso l’uso di un particolare agente nervino di fabbricazione militare russa (noto come Novichok).
I dati li ha raccolti il sito di giornalismo investigativo Bellingcat, lanciato nel 2014 da Eliot Higgins (già autore del blog “Brown Moses” e guru delle investigazioni giornalistiche attraverso incroci di fonti aperte). Chepiga, finora noto come Ruslan Borishov, uno dei tanti alias scritto sul passaporto internazionale (falso) con cui era entrato all’aeroporto Gatwick di Londra a marzo, è in realtà un colonnello pluridecorato del Gru, che nel dicembre 2014 ha ricevuto la massima onorificenza da parte del presidente Vladimir Putin in persona, che l’ha proclamato “Eroe della Federazione Russa” durante una cerimonia privata (è così che vengono premiati quelli che hanno compiuto missioni segrete).
Bellingcat dice di aver trovato la documentazione su Chepiga cercando in un database del governo fra gli iscritti delle accademie militari russe delle regioni orientali del paese, confrontando poi le foto degli uomini in divisa con le immagini attualmente disponibili di Borishov, Successivamente, il portale investigativo ha rintracciato informazioni sulla vita di Chepiga, come i suoi spostamenti in altre città russe e il suo status di famiglia.
Le rivelazioni del sito sono bombastiche, perché le immagini utilizzare per incrociare il volto di Borishov con quello di Chepiga arrivano da un’intervista promossa da Putin e realizzata dal media outlet del Cremlino, Russia Today, in cui i due si dichiaravano civili, turisti, innocenti, e parlavano del caso come di una montatura messa in piedi da Londra per ragioni russofobe. Una linea che, qualche dozzina di ora prima che la chiacchierata gestita dalla potente capa di RT – Margarita Simonyan – con i due andasse in onda, era stata difesa da tutto il Cremlino, per primo dal presidente Putin, come risposta alla denuncia ufficiale della premier britannica, Theresa May, che il 5 settembre aveva reso pubblici i nomi dei due cittadini russi, Aleksander Petrov e appunto Borishov, considerati da Scotland Yard colpevoli dell’avvelenamento degli Skripal.
Quelli di Bellingat avevano già avuto accesso al documento identificativo interno dell’altro uomo, Petrov, dove c’era scritto come riferimento il numero telefonico del distretto Khodorkovsky, dove ha sede del Gru, che è una struttura interna del ministero della Difesa russo (i giornalisti del sito russo The Insider, che ha collaborato con Bellingcat in questa parte dell’inchiesta, avevano chiamato il numero e dall’altra parte del telefono a rispondere era un centralinista del ministero guidato dal fido putiniano Sergei Shoigu). Sul documento, che è il suo personale da cittadino russo, c’era scritto a mano “SS” che è usato come acronimo di “sovershenno sekretno” , ossia “top secret” (ma non è detto che quello sia il suo id definitivo).
Un’analisi simile era toccata quasi in contemporanea, una settimana fa, anche al documento russo di Borishov, o forse meglio dire adesso Chepiga: era stato un altro sito investigativo russo, Proekt, a ricevere i dati. Mentre qualcuno ha fatto notare a Fontanka, altro sito russo di inchieste giornalistiche indipendenti, che i progressivi dei due documento sono vicini, e pure quelli continui hanno le stesse caratteristiche: c’è uno spazio bianco nella sezione che riguarda i documenti precedenti, come se tutta la loro esistenza anagrafica – di tutti – iniziasse nel 2009. Insomma, tutte prove a sostegno di quanto detto fin dall’inizio da Londra: a cercare di ammazzare Skripal è stato il Gru, su ordine del Cremlino – versione che Mosca ritiene ridicola, paranoica, e ha smentito ripetutamente.
Il fatto che tutte queste informazioni, o quanto meno imbeccate, siano arrivati ai giornali russi potrebbe essere indicativo. Supposizioni: c’è qualcuno che sta facendo uscire il marcio del sistema? Putin soffre una strana crisi di popolarità che potrebbe anche, addirittura, rappresentare l’inizio di un declino, e che mostra sicuramente che non è invulnerabile. Si pensa alla successione, certamente. All’interno dei servizi, che sono un territorio dove la penetrazione del presidente è massima, sono iniziati dei riposizionamenti? Oppure: c’è qualcuno che scalpita per salire di grado e approfitta del clamoroso fiasco della missione Skripal per avvantaggiarsi?