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Conte in Africa chiede aiuto su Libia e immigrazione

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Il ruolo determinante dei Paesi africani nella gestione dei flussi migratori e la crisi libica hanno costituito il nerbo della visita del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in Etiopia e in Eritrea che lo scorso 9 luglio hanno firmato una dichiarazione di pace dopo decenni di guerra.

L’appello più importante di Conte è stato rivolto all’Unione africana perché svolga un ruolo di mediazione con l’Unione europea con l’obiettivo di aumentare il numero degli accordi di riammissione senza i quali qualunque politica nazionale equivale a un pannicello caldo.

I vertici dell’Unione africana hanno garantito a Conte la loro presenza alla conferenza sulla Libia che l’Italia sta preparando a Palermo per il 12 e 13 novembre. La qualità e quantità di partecipanti alla conferenza sono fondamentali per evitare che si risolva in un nulla di fatto e a questo proposito il presidente del Consiglio ad Addis Abeba ha detto di aver nuovamente parlato con Angela Merkel che “farà di tutto per esserci”.

Nel “do ut des” l’Italia ha garantito all’Etiopia un sostegno al processo di pace avviato dal nuovo e giovane premier etiope, Abiy Ahmed, ed è stato firmato un accordo per un prestito e una sovvenzione pari a 22 milioni di euro. Nell’ambito della cooperazione, nel biennio 2017-2018 l’Italia ha donato oltre 81 milioni di euro finalizzati a interventi di sviluppo e umanitari in Etiopia, Eritrea e Somalia, oltre a crediti di aiuto all’Etiopia per 47 milioni.

Nel successivo incontro ad Asmara con il presidente dello Stato d’Eritrea, Isaias Afewerki, Conte ha fatto il punto sui progetti di cooperazione per lo sviluppo e l’istruzione e ha di nuovo fatto riferimento all’Ue perché rivolga più attenzione a questo Stato poverissimo che senza aiuti non è in grado di offrire alternative a chi decide di partire. La pace con l’Eritrea, ha detto il presidente del Consiglio, in prospettiva dovrebbe aiutare la stabilizzazione dell’area. Secondo i dati del ministero dell’Interno, sui 21.426 immigrati sbarcati quest’anno gli eritrei sono 3.047, al secondo posto come nazionalità dopo i 4.753 tunisini. Riuscire a migliorare le relazioni diplomatiche sarebbe fondamentale.

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