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Se la Nato non affronta i “Lupi della notte” di Vladimir Putin

Nell’era dei social media, dei cyber-attack e degli hacker, la guerra ibrida si combatte anche con gang di motociclisti. È il caso dei “Lupi della notte”, un gruppo ormai internazionale di biker nazionalisti russi, che per molti esperti rappresentano un braccio (tra l’altro armato) della penetrazione di Mosca in diversi Paesi dell’Europa orientale. Ne sono tornati a parlare su Foreign Affaris Peter Kreko, direttore del think tank ungherese Political Capital e Mitchell Orenstein, professore di Studi russi all’Università della Pennsylvania, in un articolo ripreso da Sicurezza Internazionale, il quotidiano della Luiss diretto da Alessandro Orsini. Anche Formiche aveva parlato dei Night Wolfs e dei loro rapporto piuttosto stretti con il presidente Vladimir Putin, tanto che quest’ultimo ha premiato con una medaglia al valore nel 2013 il leader del gruppo Aleksandr Zaldostanov, detto “il Chirurgo”, apparso insieme a lui in diverse fotografie.

LA BASE IN SLOVACCHIA

I riflettori internazionali si sono accesi sui Lupi della notte nel mese di luglio, quando la gang prese possesso di un sito in Slovacchia (Paese membro della Nato), nei pressi di Dolna Kupra, appartenente a Josef Hambalek, “un imprenditore legato alle milizie di estrema destra del Paese dell’Europa dell’Est”, spiega Sicurezza Internazionale. Tra l’altro, il cento ospitava carri armati e veicoli corazzati, presi in concessione dall’Istituto di Storia Militare della Slovacchia, con l’intento di aprire un museo. “Le conseguenti ispezioni hanno rivelato che i veicoli necessitavano manutenzione, facendoli così restituire al ministero della Difesa slovacco”.

LE ORIGINI DEL GRUPPO

I legami con la Russia putiniana risalirebbero alle origini del gruppo negli anni Ottanta. “Al momento della fondazione – spiega il quotidiano dell’Osservatorio sulla sicurezza internazionale della Luiss – i Lupi della Notte vennero concepiti come una divisione della Wolf Holdings, un impero commerciale i cui interessi e affari andavano dalla Russia all’Europa”. In particolare, “le branche di tale impero erano coinvolte in diverse attività, tra cui l’organizzazione di eventi patriottici ed educativi, la gestione di hotel ed ostelli, l’organizzazione di operazioni e addestramenti di sicurezza professionali per civili, agenti di polizia e ufficiali militari”.

L’IDEOLOGIA DI FONDO

“I Lupi della Notte – spiegava Emanuele Rossi su queste colonne – sono ben noti per promuovere il nazionalismo e le idee della fratellanza panslava nei paesi dell’Europa orientale, oltre che sposare ideologie di estrema destra (e i sentimenti anti-gay). A marzo, il gruppo è andato anche in tour nei Balcani: proprio in quel periodo le intelligence europee rilevavano l’aumento delle operazioni di guerra informativa russa nella regione”.

COME ARGINARLI

Dietro un’ideologia iper nazionalistica, condita da tanto simbolismo che richiama alla vittoria russa nella Seconda guerra mondiale (ogni anno i biker organizzano una tour da Mosca a Berlino per ricordarla), ci sarebbero obiettivi strategici di più ampia portata. Secondo Kreko e Orenstein, lo scopo della loro azione sarebbe la polarizzazione delle società dell’Europa orientale, alimentando sentimenti anti-occidentali che per la Nato potrebbero creare più di qualche grattacapo. Così, la soluzione proposta dagli esperti passa proprio dalla Nato. Nel lungo periodo, spiega ancora Sicurezza Internazionale, occorre agire sul contrasto della “tendenza russa a finanziare e organizzare gruppi paramilitari o estremisti all’estero”. Una mossa, ad esempio, “potrebbe essere quella di sanzionare, da parte dell’Unione Europea, la Wolf Holdings, insieme ad altre organizzazioni sparse in Europa, negando il rilascio dei visti ai membri della gang”.

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