Numeri in crescita per Eni che moltiplica l’utile sia nei tre mesi che nei nove. Il gruppo guidato dal Claudio Descalzi gode di ottima salute a giudicare dai conti diffusi questa mattina. Merito del comparto Exploration e Production (E&P) su cui Eni si sta dimostrando sempre più un campione al livello globale nell’esplorazione. Tra le ultime scoperte segnalate da Eni, il gas in Egitto nella concessione East Obayed, situata in prossimità di asset in produzione, la scoperta a olio di Cape Vulture nel Mare di Norvegia, l’acquisizione di diritti esclusivi di esplorazione e sviluppo del blocco offshore A5-A in Mozambico e 124 licenze esplorative nell’onshore dell’Alaska in aree a elevato potenziale e l’accordo con la National Oil Corporation e la Bp per rilanciare l’esplorazione in Libia.
Venendo ai conti del Cane a sei zampe, l’utile netto adjusted è pari a 1,39 miliardi di euro nel terzo trimestre (0,23 miliardi di euro nel terzo trimestre 2017) mentre nei nove mesi i profitti sono saliti a quota 3,13 miliardi, più che raddoppiando rispetto ai nove mesi 2017. Per quanto riguarda l’utile netto è stato pari a 1,53 miliardi di euro nel terzo trimestre e 3,73 miliardi di euro nei nove mesi.
Un altro dato segno della crescita di Eni riguarda la capacità del gruppo di fare cassa. La generazione di cassa operativa è stata infatti di 4,1 miliardi nel terzo trimestre (+90% rispetto al terzo trimestre 2017) e 9,32 miliardi nei nove mesi (+37% rispetto ai nove mesi 2017). Tutte voci in crescita, così come per quella relativa agli investimenti risultati pari a 5,52 miliardi di euro nei nove mesi. L’indebitamento finanziario netto è pari a 9 miliardi di euro, in riduzione di 1,91 miliardi di euro rispetto al 31 dicembre 2017, dopo aver pagato dividendi per 2,95 miliardi di euro. La produzione di idrocarburi nel terzo trimestre si è attestata a 1,8 milioni di boe/g (barili di olio equivalente al giorno, ndr), +1,2% a prezzi costanti.
Il primo a essere soddisfatto è ovviamente lo stesso Descalzi, alla guida di Eni dal maggio 2014. “Sono particolarmente soddisfatto dei risultati del trimestre che ci hanno consentito di produrre una generazione di cassa eccellente. Gli incassi netti operativi sono stati pari a 4,1 miliardi di euro, il doppio rispetto al terzo trimestre 2017 e, ancora più importante, il 35% in più rispetto al secondo trimestre 2018 che aveva registrato un prezzo medio Brent simile all’attuale”.
Tutti i business, ha spiegato Descalzi, “hanno operato bene, con un upstream che mette in luce la sua piena capacità di monetizzare scenari favorevoli dei prezzi degli idrocarburi e soprattutto di incrementare il valore anche a scenari costanti. I business mid-downstream dimostrano di aver acquisito un livello di sostenibilità in uno scenario per loro complessivamente non favorevole. Grazie a questa performance raggiungiamo un debito netto di 9 miliardi, in riduzione di circa 900 milioni rispetto a fine giugno pur avendo già corrisposto tutti i dividendi di competenza di quest’anno”, aggiunge.