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L’accordo c’è. Tutti i progressi del gasdotto EastMed

In porto l’accordo tra Cipro, Israele, Italia e Grecia sul gasdotto EastMed, il nuovo vettore mediterraneo che collegherà le riserve di gas dello Stato ebraico con i tre paesi per un costo di oltre sette miliardi di dollari, fornendo gas dal Mediterraneo orientale all’Europa. Secondo media israeliani l’Unione europea ha accettato di investire 100 milioni di dollari in uno studio di fattibilità prima di concordare il posizionamento del gasdotto sottomarino più lungo e più profondo al mondo.

EASTMED

Secondo alcune anticipazioni, nell’accordo sarà espressamente prevista la contrarietà di Israele e Cipro a che altri paesi possano esportare gas naturale verso il mercato europeo. Il primo tratto di EastMed si snoderà a circa 170 chilometri dalla costa meridionale di Cipro e si estenderà per duemila chilometri fino a Otranto, attraverso Creta e la Grecia continentale. Sarà in grado di trasportare fino a 20 miliardi di metri cubi di gas all’anno anche per via del fabbisogno europeo, che manifesta un trend di crescita pari a 100 miliardi di metri cubi annui entro il 2030.

I lavori inizieranno nel 2019 e dureranno cinque anni. Il testo è pronto dalla fine di ottobre ed è ora in Commissione, a Bruxelles, per l’approvazione finale. Una nuova sessione di incontri dovrebbe essere prevista per il 20 dicembre in Israele.

COMMENTI

Commentando l’accordo il ministro israeliano dell’Energia Yuli Stainic ha detto che ha apprezzato l’idea che l’EastMed possa anche, in una certa misura, ridurre l’influenza araba in Europa.

“Per decenni ci siamo lamentati dell’influenza araba in Europa a causa del gas e del petrolio. Esportare gas in Europa mitigherà questa influenza e sarà un contrappeso al potere arabo”. Lo stesso ministro ripete come un mantra che, al netto delle difficoltà tecniche non indifferenti causate dalle enormi profondità, il progetto vedrà la luce.

Secondo il ministro greco dell’Energia della Grecia, George Stathakis, EastMed è “la soluzione più sicura ed economica per il trasporto di gas naturale dai giacimenti di Israele al continente europeo”. E sottolinea che si tratta di un progetto di grande importanza geopolitica sia per l’ Europa e più in generale per la regione del Mediterraneo sudorientale.

STRATEGIA

Ma cosa porta in grembo l’accordo se incrociato con il peso specifico del Tap? In primis la creazione di una macroregione del gas che trova il suo perimetro in player nuovi e vecchi che vivono una fase del tutto diversa dei rapporti euromediterranei, come appunto Israele, Grecia e Cipro le cui relazioni sono esponenzialmente migliorate nell’ultimo triennio. Lo dimostrano anche una serie di esercitazioni congiunte nel Mediterraneo orientale e una partnership su tematiche “a corredo”, come il commercio e il turismo stimolata dal primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu (“Stiamo costruendo questa grande alleanza, un’alleanza per il bene tra le nostre democrazie”).

Un passaggio che sta provocando anche gli appetiti di Parigi, desiderosa di avere un ruolo nello sviluppo regionale, così come confermato dal ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian durante la sua visita a Nicosia dello scorso settembre, con le sollecitazioni poi effettuate dal presidente Emmanuel Macron al turco Recep Tayyip Erdogan nel desistere dall’aumentare le tensioni nel Mediterraneo orientale, con riferimento al caso di Cipro.

PIÙ GAS

Proprio per serrare le fila di questo crescente interesse che vede i maggiori player mondiali (come Exxon, Total, Bp ed Eni) operare in quel fazzoletto di acque, la strategia complessiva si snoda sull’asse delle macro alleanze, investendo anche Il Cairo. L’Egitto, infatti, in questa nuova ottica di rete del gas, ospiterà l’EastMed Gas Forum nel gennaio 2019.

Una scelta niente affatto casuale, in quanto le recenti scoperte di gas, tra cui il giacimento di Zohr, “sono uno dei principali motivi per rafforzare la cooperazione trilaterale a beneficio delle popolazioni di tutta la regione, favorendo la tendenza internazionale a diversificare le risorse energetiche”, ha detto più volte il ministro egiziano dell’energia El Molla.

Un sostegno all’accelerazione dell’accordo si è registrato in occasione della recente visita del segretario di Stato americano per le risorse energetiche, Francis Fannon, a Tel Aviv, Gerusalemme, Nicosia e Il Cairo. Una sorta di gas-tour in cui ha incontrato funzionari governativi e rappresentanti di aziende private per ragionare di sicurezza energetica e di cooperazione regionale.

Un altro appuntamento analitico significativo sarà la terza conferenza di Atene sul diritto europeo all’energia del 7 dicembre prossimo, promossa dall’Energy Regulation Institute e della Energy Union Law Area della Florence School of Regulation con l’obiettivo di fare un focus sui temi della regolamentazione energetica da una prospettiva legale ed economica.

twitter@FDepalo



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