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Ecco come Cina e Usa dimenticano i dazi grazie ad Anbang

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Sul commercio è ormai un corpo a corpo a colpi di dazi. Ma sulle operazioni finanziare tra Cina e Stati Uniti è tutt’altra storia. La guerra commerciale non ha fermato Anbang, il gigante assicurativo cinese, messo sotto il controllo del governo di Pechino dopo essere finito a un passo dal crack a causa delle operazioni spericolate del vecchio management, che hanno portato a distrarre dai bilanci somme per dieci miliardi di dollari. Il presidente Xi Jinping non ci ha pensato due volte a nazionalizzare il gruppo, varando una mastodontica opera di cessione di asset, tra beni immobili e controllate, al fine di rimettere in equilibrio i conti. Una vicenda raccontata a più riprese, nei mesi passati, da Formiche.net.

Il gruppo cinese, legato in un passato non troppo lontano a Donald Trump (Anbang ha avuto numerosi contatti di affari con la famiglia del presidente americano, visto che l’ex numero uno Wu nel novembre 2016 incontrò Jared Kushner, genero di Trump, per parlare di possibili affari, poi abbandonati, tra Anbang e la società immobiliare in parte controllata dalla famiglia di Kushner, marito di Ivanka), ha ricevuto cinque mesi fa un’iniezione da 60,8 miliardi di yuan (9,7 miliardi di dollari) dal China Insurance Security Fund al fine di stabilizzare le sue finanze in vista della ricerca di investitori strategici. Esattamente la cifra che, secondo le accuse, l’ex capo di Anbang, Wu (sposato con una nipote dell’ex leader cinese, Deng Xiaoping) avrebbe distratto e trafugato all’estero.

Le autorità cinesi hanno adesso deciso di fare un altro passo avanti, arrivando a ingaggiare Bank of America, tra le prime cinque banche statunitensi, per aiutare Anbang a cedere importanti divisioni alberghiere negli Stati Uniti, per un valore complessivo di oltre 5 miliardi di dollari. Si tratta di una delle maggiori operazioni con cui rimettere in sesto le finanze del gruppo, visto che dalla sola vendita delle attività si stima di ottenere circa la metà delle perdite di cui Pechino vuole rientrare. Sul mercato è finita la branch Strategic Hotels&Resorts Inc, rilevata per circa 6,5 miliardi da Anbang e nel cui elenco di proprietà di lusso figurano hotel come il Westin St. Francis di San Francisco e il Jw Marriott Essex House a New York. E quel Waldorf Astoria tanto famoso al mondo, punta di diamante del portafoglio cinese.

Nulla è ancora ufficiale, ma le indiscrezioni riportate da Bloomberg, si sono fatte insistenti negli ultimi giorni. “Anbang sta rivedendo il suo portafoglio immobiliare negli Stati Uniti dopo aver visto un recupero dei prezzi delle proprietà immobiliari locali”, ha spiegato un portavoce di Anbang, rifiutandosi di commentare qualsiasi mandato bancario conferito ufficialmente alla banca d’affari americana. Tra i pretendenti per l’immensa proprietà ci sarebbe il fondo Blackstone, che punterebbe proprio all’Astoria. Ma a finire in palio, tornando al di là dell’Atlantico, ci sarebbe anche la società di assicurazioni olandese, per la quale ci sarebbe già l’interesse di alcune big europee, tra le quali la tedesca Allianz.

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