Skip to main content

Chi ci sarà (e cosa dirà) alla prossima conferenza sul gas di Cipro

Come si snoderanno le politiche energetiche nel Mediterraneo del 2030? E che ruolo avranno le grandi riserve in prossimità dei cosiddetti mercati in crescita, assieme ai nuovi operatori e alle alleanze politiche mutevoli? Sono alcuni dei temi che verranno snocciolati in occasione di EMGC 2019, la Conferenza sul gas del Mediterraneo orientale in programma a Cipro il 6 e 7 marzo prossimi, promossa da Gulf Energy Information per offrire ai partecipanti una visione unica dell’evoluzione energetica della macro regione a cavallo tra due quadranti strategici, come quello mediorientale e quello euromediterraneo.

NICOSIA

Il quadro dello sviluppo del gas nel Mediterraneo orientale continua ad espandersi e a modificarsi, come dimostra il recente acquisto da 15 miliardi di dollari del controllo del gasdotto tra Israele ed Egitto da parte di Delek Drilling, Noble Energy ed Egyptian East Gas. Un passaggio che potrebbe avviare esportazioni di gas a flusso inverso da Israele verso l’Egitto già nel 2019. Lo sviluppo investirà anche e soprattutto Israele che potrà così garantire ai principali acquirenti europei il suo gas in contrapposizione ai fornitori di sempre, nella direzione di una diversificazione dell’approvvigionamento energetico per l’Ue che fino a ieri, nei fatti, non c’era.

I player più significativi del panorama mondiale saranno presenti a Cipro, come Exxon, Bp, Total, Eni, Gazprom, Rosneft, “accompagnati” da nomi tecnici altisonanti come Schlumberger e Deloitte, World Oil, Gas Processing & LNG, Hydrocarbon Processing, Petroleum Economist, Pipeline & Gas Journal e Underground Construction.

PIÙ GAS

L’evento in programma a Cipro seguirà altri tre appuntamenti significativi previsti a gennaio come il World Oil Forecast Breakfast di Houston e l’Energy Strategy Forum di Kuwait City. E soprattutto l’EastMed Gas Forum il cui battesimo si terrà al Cairo. Un appuntamento fortemente voluto dai presidenti di Egitto, Cipro e Grecia che hanno concordato la scelta della location egiziana dal momento che le recenti scoperte di gas, tra cui il giacimento di Zohr e Nohr, rappresentano la leva per questa nuova cooperazione trilaterale a cui si somma il ruolo di Israele.

Una partnership che si rafforza quotidianamente anche in virtù di iniziative che i singoli soggetti stanno assumendo. È il caso della Grecia che ha inaugurato il nuovo serbatoio di gas naturale liquefatto (Lng) sull’isoletta di Revithoussa: obiettivo, potenziare la sua capacità di stoccaggio e rafforzare le sue ambizioni per diventare un hub energetico regionale. La capacità di stoccaggio totale aumenterà infatti del 73% come anche migliorerà il tasso di gassificazione del 40%, consentendo alla Grecia di ricevere carichi maggiori. Le previsioni inoltre indicano 4 miliardi di euro di investimenti entro il 2030 in gasdotti, reti e impianti di stoccaggio.

USA

Un quadro che si sta componendo sotto i favori di Washington che ha da tempo immaginato una prospettiva simile nel Mediterraneo orientale. Lo dimostra la scelta dell’attuale ambasciatore ad Atene, Jeoffrey Pyatt, grande esperto del settore, il cui precedente incarico era a Kiev proprio in occasione della crisi energetica. E lo stesso Pyat, molto attivo su suolo ellenico, non manca di ricordare periodicamente quali siano i nuovi attori all’interno del panorama legato agli idricarburi. “L’emergere della Grecia come attore autorevole nel settore energetico europeo – ha detto in occasione di un recente meeting promosso dalla Camera di commercio ellenica-americana presso il club Ecali di Atene – negli ultimi due anni ha avuto un vero impulso quando i progetti chiave sono passati dalla visione all’attuazione fino al completamento”. Aggiungendo che Atene si sta allineando alle politiche energetiche statunitensi ed europee, entrambe le quali riconoscono l’importanza del ruolo del paese come hub e cercano di garantire una maggiore sicurezza energetica per l’Europa.

Il riferimento è al Tap e al terminale di Revithoussa, sottolineando che proprio queste due istanze hanno significativamente modificato la posizione della Grecia nella mappa energetica. Ma non è tutto: in Grecia ecco un altro terminal ad hoc, ad Alexandroupoli, incluso nella terza lista europea di Pci. La struttura nel nord della Grecia sarebbe un’unità di stoccaggio e rigassificazione galleggiante (Fsru), ormeggiata a 17 km al largo della città dove il Pentagono sta immaginando di appoggiarsi ad una base militare ellenica per le sue navi, dopo il (parziale?) disimpegno dalla base turca di Incirlik.

CIPRO

Il nodo però resta stretto al “punto di partenza”, quella Cipro dove convivono di fatto due realtà: la parte meridionale che è membro dell’Ue e quella settentrionale autoproclamatasi Repubblica turco cipriota del nord non rioconosciuta dall’Onu perché figlia dell’invasione turca del 1974.

In quel fazzoletto di acque, Ankara non intende perdere i diritti di esplorazione sottomarina, nonostante non abbia appigli legislativi, mentre proprio in questi giorni Exxon sta avviando le operazioni di indagine nel blocco 10.

twitter@FDepalo



×

Iscriviti alla newsletter