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Atene molla Mosca e ri-sposa Washington?

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Una manovra sul filo del rasoio, con rassicurazioni fornite a oriente e impegni presi a occidente. Il governo Tsipras sta guidando la Grecia in un momento molto articolato della sua politica estera. Nonostante l’apparente ottimismo dopo il viaggio di Tsipras a Mosca, è al Dipartimento di Stato che si decide il futuro ruolo della Grecia nello scacchiere mediterraneo.

Il Segretario Mike Pompeo riceve il vice ministro Katrugalos: sul piatto tre basi militari e un atollo trasformato in porto. Il rischio è che sul fronte russo vi siano altri casi simili all’espulsione nei mesi scorsi dei diplomatici russi da Atene e al conseguente allontanamento di greci dalla Russia, con una fase più di incertezza che di nuova stabilizzaziome. Nel mezzo i nuovi affari nell’Egeo.

EQUILIBRIO?

L’incontro di oggi al Dipartimento di Stato tra Mike Pompeo e il viceministro degli esteri greco Katrugalos è strategico, perché frutto di una lunga strategia di riavvicinamento tra i due paesi ideata quando il dossier idrocarburi si è manifestato come di primaria importanza nel quadrante euromediterraneo e in quello mediorientale.

Lontani i giorni in cui, nel pieno della crisi finanziaria ellenica, il primo gabinetto Tsipras faceva trapelare il possibile prestito-ponte da Mosca. Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da una tensione tra Grecia e Russia (anche per via delle costanti provocazioni turche), sfociata la scorsa estate in un quasi incidente diplomatico. Ma nell’incontro al Cremlino dello scorso 8 dicembre Putin e Tsipras si sono comunque ripromessi di chiudere quel capitolo in nome di una unità ritrovata alla voce energia, visto e considerato che si apre un possibile dialogo per far transitare gas russo anche dal gasdotto Tap.

SCIOCCHEZZE

Putin ha definito le accuse che hanno portato all’espulsione dei diplomatici russi e al conseguente licenziamento di inviati greci dalla Russia, come “sciocchezze”. Aggiungendo: “Spero che questa pagina sia davvero stata chiusa”. E Tsipras: “Il caso è chiuso, stiamo guardando avanti”.

Sullo sfondo la cooperazione energetica si somma all’invito russo alle aziende greche a partecipare a importanti progetti infrastrutturali per la fornitura di gas russo in Europa “attraverso la rotta meridionale”. La repica di Tsipras è stata di apertura, ma condita da un quesito sull’acquisto da parte della Turchia di sistemi missilistici terra-aria S-400 dalla Russia in un accordo che sta provocando i malumori di Nato e Usa.

CHANGE

E’la ragione per cui, secondo fonti diplomatiche, l’ottimismo di facciata nel post vertice moscovita si scontra con le promesse fatte al Dipartimento di Stato, rischiando di offrire un panorama disarticolato che rende l’esecutivo Tsipras “concavo e convesso”. Oggetto le tre nuove basi americane in Grecia, le partnership commerciali (come quella tra il segretario al commercio Ross e l’armatore Marinakis per un nuovo mega polo di trasporto) e il dossier idrocarburi. Exxon, dopo il gas a Cipro, continua a cercare greggio anche nell’Egeo. E si parla di un atollo disabitato da trasformare in nuova base, come quelle sorte nel mare Cinese.

NUOVE BASI

Primo punto, quindi, il versante militare. Dopo il parziale disimpegno Usa dalla base turca di Incirlik, il Pentagono ha scelto la Grecia come nuovo hub militare per navi, aerei e mezzi con tre basi già individuate e presto operative.

Una mossa che da un lato consentirà agli Usa di smarcarsi, seppur velatamente, dal territorio turco (e quindi dalla “presa” di Erdogan sempre più incline allo scontro con Washington) e dall’altro di mantenere il controllo logistico sia del fronte siriano che di quello del gas nel Mediterraneo orientale.

La base som di Souda bay, a Creta, dove c’è un centro di formazione Nato, verrà ampliata per consentire l’arrivo dei sottomarini americani. Quella di Alexandrupoli, nel nord della Grecia, sarà usata per supervisionare il versante nord, quindi al confine con la Turchia, e monitorare attentamente anche il porto di Salonicco appena privatizzato da un consorzio ellino-tedesco dove spicca l’imprenditore Ivan Savvides, che vanta un passato da parlamentare russo e buone entrature nell’inner circle putiniano.

SCENARI

“Si apre il nuovo corso dei rapporti ellino-americani” titolano i quotidiani ellenici. E in effetti vi sono alcuni elementi che fanno propendere il bilancino verso questa parte della storia. In primis il fatto che Pompeo abbia deciso, fuori protocollo, di ricevere non un suo parigrado (come consuetudine) ma un vice ministro come Katrugalos, che viene da un altro settore come la Pubblica amministrazione e il welfare, quindi a digiuno di foreign affairs.

Dimostra che il dialogo a stelle e strisce con la Grecia non solo è pesato come molto importante, ma addirittura strategico per le evoluzioni di due dossier primari di energia e geopolitica nel Mediterraneo orientale.

Inoltre dalle dimissioni del ministro degli esteri greco Kotzias in poi (che porta in dote anche un cambio dell’ambasciatore greco a Roma dopo appena un anno), circola con insistenza ad Atene la vulgata che primari players privati si stiamo muovendo in direzione Egeo per una nuova fase di iniziative imprenditoriali.

Un trend dimostrato anche dall’iper attivismo dell’Ambasciata Usa ad Atene nel settembre scorso, che ha fatto da cornice alla Fiera Internazionale di Salonicco, con in primo piano gli stand di Google e Facebook.

twitter@FDepalo


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