La rivoluzione del buon senso. È questo l’obiettivo di “Cittadini!”, neonata associazione politica che si ispira ai modelli di partecipazione dal basso, ma non popolari, come Ciudadanos in Spagna o En Marche in Francia. Promotore del movimento politico è l’avvocato cassazionista Gianfranco Passalacqua che, sfoggiando una vistosa cravatta arancione, colore simbolo del movimento, ha diviso il palco dell’assemblea fondativa di “Cittadini!”, tra gli altri, con Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione Einaudi, Paola Balducci, consigliere laico del Csm, Eugenio Patanè, consigliere Pd alla Regione Lazio e Sandro Gozi presidente Unione dei Federalisti Europei, di cui l’avvocato Passalacqua è stato consigliere giuridico quando Gozi era sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con Matteo Renzi e Paolo Gentiloni.
“La Lega e il M5S sono usciti dalla luna di miele con l’elettorato e sono entrati nella luna di fiele” – dice dal palco Gozi, unico dei relatori a esibire un bel fazzoletto rosso appuntato alla giacca – “eppure se per loro calano i consensi non aumentano per le altre forze politiche, questo perché l’elettorato non le considera affidabili”. È per convincere quell’elettorato mediano che è sorto “Cittadini!”, una forza che ha l’ambizione di collocarsi al centro del sistema politico italiano e dare risposte all’elettorato che non trova rappresentanza nei partiti politici esistenti. Di tutto questo ne abbiamo parlato, a margine dell’evento, con Sandro Gozi, riferimento politico dell’iniziativa.
Cos’è “Cittadini!”?
Una reazione civica, una risposta ai partiti esistenti che non bastano più e anche la volontà di mettersi in prima linea per creare un’alternativa ai nazionalisti e agli incompetenti che sono in Italia.
Qual è il suo ruolo?
Sono un interlocutore, se vanno avanti sarò ben contento di accompagnarli.
Diventerà un partito?
Non lo è ancora. Non so se lo diventerà, dipenderà da quello che vorranno fare i promotori.
Cos’ha in comune con En Marche e Ciudadanos?
“Cittadini!” é fortemente ispirato, dal punto di vista dell’impostazione politica e della volontà di andare oltre le divisioni politiche tradizionali, a Ciudadanos e a En Marche. Soprattutto nel desiderio che donne e uomini che hanno qualcosa da dire si approprino dello spazio pubblico. Quello che c’è in comune è questo, la volontà di appropriarsi di uno spazio politico che in Italia è enorme. Perché tra l’estremismo di destra di Salvini, l’opportunismo grillino e il conservatorismo della sinistra c’è uno spazio centrale enorme da riempire di iniziative politiche e di contenuti. Mi sembra che sia questa la direzione giusta.
Quali sono i vostri primi avversari?
I nostri primi avversari sono i nazionalisti della Lega, gli incompetenti del Movimento 5 stelle e tutti quelli che vogliono chiudere l’Italia dentro frontiere che sono mentali prima che fisiche, che vogliono isolarci dall’Europa e dal mondo, che vogliono spacciare demagogia a buon mercato ogni giorno.
Nel corso del suo intervento lei ha parlato di “rivoluzione liberale”. Questo l’aveva proposto anche Berlusconi 20 anni fa.
Mi sarebbe tanto piaciuto se 20 anni fa Berlusconi l’avesse fatta. Il problema è che da bravo esperto di comunicazione ha usato un bellissimo slogan ma non l’ha mai attuato. Se c’è un problema oggi in Italia è l’assenza di liberalismo. A sinistra si dice che il problema dell’Italia è troppa meritocrazia e troppo mercato, capiamo bene quanto la sinistra sia scollegata dalla realtà odierna. C’è bisogno di una nuova rivoluzione liberale civica in Italia.
Oltre allo slogan della rivoluzione liberale lei ha fatto anche il nome di Elisa Serafini, ex assessore della Giunta Bucci a Genova, e qualche relatore ha pronunciato quello di Mara Carfagna (Fi). State guardando alla linea verde del partito di Berlusconi?
Io credo che il centro destra così come l’avevamo conosciuta fino al 4 marzo non esista più ma che ci sia una estrema destra egemonica di Salvini. Anche da quella parte politica c’è l’esigenza di prendere nuove iniziative, delle ragazze in gamba ed europeiste come Elisa Serafini avrebbero dovuto essere qui oggi e spero che ci siano molto presto.
Invece con il Pd in che rapporti siete?
Io credo che anche il Pd debba capire che la politica tradizionale non basta più e che senza nuove iniziative civiche e liberali di questo tipo i partiti liberali non potranno mai dare le risposte che le piazze di Roma e di Torino si aspettano. Il Pd deve andare oltre i suoi limiti, oltre le insufficienze che ha dimostrato dal 4 dicembre 2016 al 4 marzo 2018 e debba aprirsi al nuovo. O il Pd si trasforma o anche il Pd è insufficiente.
Anche l’idea di andare oltre le differenze tra destra e sinistra è un concetto già sentito. Il M5S lo dice dal VDay del 2008.
Certo ma il problema è che loro non sono andati da nessuna parte in termini di idee e di proposte, sono rimasti fermi e prigionieri del loro populismo di protesta e oggi incontrano una grossa difficoltà: è facile fare il populista quando sei all’opposizione, è molto difficile farlo quando sei al Governo. Il Movimento 5 stelle è fermo non è “in movimento”. Era scontato perché quando cambi ciò che dici a seconda della platea che ti ascolta hai grossi problemi a mantenere le promesse. Io non sostengo che non esistano valori progressisti o conservatori ma dico che il centro destra e il centro sinistra come li abbiamo conosciuti dal 1994 non esistono più. C’è qualcosa di reale, di inefficiente, pericoloso, antieuropeista che è il polo gialloverde. Il resto è tutto da costruire e credo che queste iniziative contribuiscano a risvegliare le coscienze e a unire le piazze.
Matteo Renzi parteciperà alla costruzione di questo nuovo soggetto politico?
Io mi auguro che Matteo Renzi guardi a uno spazio centrale, che non è centrista, tra il lepenismo di Salvini, il conservatorismo della sinistra e l’incompetenza del M5S. Esiste questo spazio centrale da riempire con un’iniziativa che sia liberal-sociale, molto verde, profondamente europeista, transnazionale e che da subito si colleghi con movimenti come En Marche e Ciudadanos ma anche alle esperienze migliori dei verdi europei. Spero che un leader come lui guardi a questo spazio e voglia giocare un ruolo.
Nel corso della mattinata si è evocata un’intesa tra i partiti che sono al Governo in Italia e la Russia, finalizzata allo scardinamento dell’Unione Europea. Perché la Lega e il M5S si dovrebbero prestare a queste operazioni?
Perché le forze governative sono profondamente ostili all’Unione Europea. Buona parte degli esponenti di punta, prima di arrivare al Governo, hanno chiaramente detto che volevano uscire dall’UE, hanno esultato quando c’è stata la Brexit e parlavano di un’Italexit, dicono di voler rimanere nell’euro ma fanno tutto il contrario di quanto è necessario per rimanere nella moneta unica, quindi perché sono anti – europeisti e cercano alleati extraeuropei. È evidente la volontà della Russia di colpire l’UE, che va riformata, ma qui è in campo una strategia per indebolirla, impossessarsene e impedirle di svolgere il suo ruolo politico nel mondo.