Mentre le forze di governo continuano a trattare con l’Europa sulla manovra economica, le forze politiche si preparano per le prossime sfide elettorali. No, non si tratta delle elezioni europee di fine maggio, ma delle consultazioni che porteranno il prossimo anno al rinnovo delle giunte di diverse regioni, tra cui quella della Sardegna. Per questo, nella giornata di domani, si terranno sulla piattaforma Rousseau del Movimento 5 Stelle le consultazioni per la scelta del candidato presidente in Sardegna, dopo il passo indietro di Mario Puddu, vincitore della consultazione ad agosto (qui i dettagli) che ha però fatto un passo indietro dopo la condanna ad un anno per abuso d’ufficio in riferimento ad una vicenda avvenuta quando era sindaco di Assemini.
Domani gli iscritti alla piattaforma del Movimento potranno scegliere tra 5 nomi: Marcello Cherchi, Francesco Desogus, Donato Forcillo, Gianluca Mandas e Anna Sulis. La piattaforma, si legge sul Blog delle Stelle, sarà aperta dalle 10 alle 19 e potranno votare gli utenti che si sono iscritti, sulla piattaforma, entro il 22 giugno 2018 con documento certificato.
Le vicende del Movimento 5 Stelle sardo vedono uno scontro interno molto forte. L’inchiesta che ha portato alla condanna di Mario Puddu, infatti, è partita dalla denuncia fatta da due componenti della giunta di Assemini, di cui Puddu era sindaco. Sono state “Irene Piras, Stefania Frau e Rita Piano a denunciare l’esistenza in Municipio dei una pianta organizzativa ombra, realizzata attraverso il reclutamento di uno staff esterno – si legge in un articolo pubblicato da Sardinia Post poco dopo l’arrivo della condanna -. Di qui le indagini, il rinvio a giudizio di Puddu e la sentenza odierna di primo grado”.
Un’ulteriore polemica si è scatenata con l’esclusione dalle nuove regionarie di Luca Piras, professore associato di Finanza aziendale all’Università di Cagliari, da parte dei vertici del Movimento. Piras era arrivato secondo alle regionarie di agosto, e pur avendo ripresentato la sua candidatura per questo nuovo turno, ha visto respinta la sua richiesta. “La mia esclusione dal voto – si legge su un post pubblicato da Piras su Facebook dopo la sua esclusione – ha un evidente significato politico e in quanto tale la tratterò, mentre tratterò con estrema puntigliosità qualunque espressione finalizzata a mettere in discussione, anche solo con maliziosi sottintesi, la mia onorabilità. Considero questo un atteggiamento particolarmente grave, soprattutto ove trasparisse dalle infelici esternazioni di parlamentari, candidati in pectore o semplici seguaci dei precedenti”.
“Questo – osserva – non è da Movimento 5 Stelle. Per sgomberare il campo dico subito che non ho ricevuto alcuna comunicazione specificamente riferita alla mia esclusione, né motivazione documentata, come previsto dallo statuto, circa le ragioni della stessa. Considero violato il mio diritto alla difesa, ma questo è, ovviamente un discorso diverso. Detto questo, si è scelta una linea politica che mi trova fortemente in disaccordo”. “Penso ancora – si legge – che quando un movimento politico va contro la volontà espressa dei propri militanti, per perseguire non meglio identificati interessi superiori, finisce per perdere fatalmente il contatto coi propri valori fondanti e mette a rischio la sua stessa sopravvivenza. Pd docet”.
Con queste premesse, domani si andrà al voto sulla piattaforma Rousseau, considerando una partecipazione al voto esigua per il primo turno, che si è tenuto il 26 novembre (1453 voti espressi). Durante le elezioni del 4 marzo, la Sardegna ha votato il larghissima scala per il movimento guidato da Luigi Di Maio, raggiungendo il 42,49 di preferenze. La partita sarda, dunque, sembra essere un test importante per il Movimento, che non ha mai presentato un candidato alle consultazioni regionali.