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Amore e odio ai tempi del nazismo. Il libro di Grasso tra storia e riflessione

Una storia d’amore proibita vissuta negli anni dell’impetuosa crescita del nazismo tiene vivo il ricordo dell’odio distruttivo di quell’epoca a 80 anni dalle leggi razziali e nell’immediata vigilia della Giornata della memoria che quest’anno sarà celebrata domenica 27 gennaio.

libro del giorno -  Giovanni Grasso "Il caso Kaufmann", RizzoliC’è cronaca e storia nel romanzo “Il caso Kaufmann” (Rizzoli, 382 pagine, 19 euro) che Giovanni Grasso ha appena pubblicato. Giornalista parlamentare, saggista e attualmente consigliere del Presidente della Repubblica per la stampa e la comunicazione, con documenti raccolti nel corso di parecchi anni e modificando solo il cognome di alcuni protagonisti, Grasso ha riscritto la vera storia di Lehmann Katzenberger, ebreo, e di Irene Seiler nella Norimberga degli anni Trenta: un’affettuosa amicizia mai sfociata in una relazione sentimentale che costò la condanna a morte al ricco commerciante di 40 anni più anziano e alcuni anni di carcere alla donna, figlia di un amico di Katzenberger da lui ospitata e aiutata. Il crescendo dell’odio verso gli ebrei, il racconto della Notte dei cristalli del 1938 fino ai pettegolezzi invidiosi di amici e conoscenti, che portarono alla condanna per un’inesistente “contaminazione del nostro sangue” di cui Adolf Hitler parlava già nel 1925, risvegliano l’attenzione su un passato qualche volta dimenticato.

Una storia vera che spiega perfettamente l’onda travolgente del Terzo Reich tra tradimenti, carrierismi, vendette: quando “le vittime diventano carnefici, gli innocenti colpevoli e i carnefici venivano accolti da liberatori”, scrive Grasso riferendosi al comportamento di un personaggio simbolico come la portinaia Eva per la quale all’epoca dire “democratico” a qualcuno era un insulto e quindi, aggiunge, tutti nazisti durante il nazismo, tutti democratici in democrazia. C’è spazio per il giudice onesto Hans Groß, che ordina di scarcerare Kaufmann e scopre che non sarà così, e c’è il giudice “onnipotente” Oskar Rothenberger che, pur di condannare l’ebreo che sa essere innocente, dà una lezione di diritto al suo giovane collaboratore per cui è meglio avere dieci innocenti in galera che “un solo delinquente, disfattista o parassita in giro libero per il Paese” (il vero giudice Oswald Rothaug fu condannato dopo la guerra). Quel Kaufmann che comprese troppo tardi, perché si rifiutava di comprenderlo, ciò che stava avvenendo in Germania.

Un romanzo storico con tracce di attualità. Non solo promemoria sugli effetti dell’odio e dell’ebbrezza del potere, ma anche sul ruolo della stampa che ebbe grande importanza nella propaganda del regime nazista. “Chissà perché i giornalisti sono i primi a vendersi” fa dire Grasso a Kaufmann “senza malanimo”. Un concetto valido per tutte le stagioni politiche, forse anche per quella attuale. Ma questo è solo un cattivo pensiero.

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