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In vendita il Chrysler Building. Un altro simbolo Usa cambia bandiera

Pezzi di storia americana che cambiano pelle. In principio fu il Waldorf Astoria, l’hotel amato dai Kennedy. Pochi anni fa il celebre albergo fu acquisito dal gigante assicurativo cinese Anbang, per poi essere rimesso in vendita nei mesi scorsi (qui l’articolo di Formiche.net con tutti i dettagli) dopo il commissariamento del gruppo da parte del governo di Pechino, a seguito di una frode miliardaria ad opera degli ex vertici.

Adesso tocca a un altro gioiello dell’architettura americana degli anni 30 (l’Astoria è del 1931) cambiare pelle. Precisamente il Chrysler Building, uno dei grattacieli più famosi di New York, è stato messo in vendita dalle società che ne sono proprietarie: Mudabala, holding di investimenti degli Emirati Arabi Uniti e già in partnership con Eni nel maxi-giacimento di Zohr in Egitto e Tishman Speyer, una società immobiliare statunitense. L’edificio, costruito nel 1928, è alto 319 metri e per alcuni mesi era stato l’edificio più alto del mondo. Poi costruirono l’Empire State Building e la classifica è cambiata. È famoso per la sua estremità decò, che ricorda quella di un radiatore di un’automobile. Ha mantenuto il nome Chrysler Building nonostante la società automobilistica dalla quale prende il nome e oggi nel gruppo Fca, ne fu proprietaria solo fino al 1953.

Ufficialmente non è ancora stato reso noto il prezzo di vendita, ma basti sapere che, nel 2008, all’epoca dell’acquisto, il fondo sovrano lo aveva pagato 800 milioni di dollari. Secondo Reuters la messa in vendita dell’edificio è un elemento significativo per comprendere la crisi che ha travolto il Midtown newyorkese negli ultimi anni: il quartiere più centrale di Manhattan, che per quanto rimanga uno dei cuori pulsanti del lusso e degli affari del mondo, stenta a riprendersi dalla crisi e soffre la concorrenza di altre zone della città, altrettanto belle ma più economiche agli occhi di grandi aziende e società. La vendita di questo capolavoro dell’art deco avviene infatti in un momento difficile per l’immobiliare commerciale a New York in generale e a Manhattan in particolare. Il quartiere di Hudson Yards, sulla riva ovest di Manhattan, è prossimo al completamento, con 1,6 milioni di metri quadrati di uffici e alloggi nuovi fiammanti, che non fanno che aumentare la pressione al ribasso sugli immobili datati.

In ogni caso, stando alle stime di alcuni esperti di real estate, difficilmente l’Abu Dhabi Investment Council (parte del Mubadala Investment dopo il merger dello scorso anno) riuscirà a recuperare gli 800 milioni di dollari spesi nel 2008, poco prima dello scoppio della crisi, per comprarsi una quota del 90% nell’immobile da 77 piani. E questo perché il mercato immobiliare degli uffici di lusso si è raffreddato dal picco raggiunto nel 2016. Inoltre, il potenziale acquirente sarà costretto a spendere in migliorie più dei 100 milioni di dollari inizialmente spesi da Tishman Speyer per rendere attraente l’edificio quando ne prese il controllo nel 1997. A completare il quadro è il fatto che il terreno su cui si erge il Chrysler Building è di proprietà della scuola Cooper Union. Nel 2017 i proprietari del grattacielo pagarono 7,75 milioni di dollari per affittare il terreno ma questo costo è balzato a 32,5 milioni nel 2018 ed è destinato a salire a 41 milioni nel 2028.

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