Una doppia operazione quella conclusa da Eni negli Emirati Arabi Uniti: non solo si aggiudica una quota in Adnoc Refining, ottenendo così un ruolo primario tra i partners economici del Golfo ma in questo modo riesce, in prospettiva, a poter incrementare la propria capacità di raffinazione del 35%.
ADNOC
Ecco che Abu Dhabi diventa terreno per un’interessante acquisizione da parte di Eni, che sale al 20% di Adnoc Refining, il quarto impianto di raffinazione al mondo, dopo un corteggiamento serrato e articolato e al 20% di una nuova joint venture che provvederà alla commercializzazione dei prodotti petroliferi.
Il numero uno di Eni, Claudio Descalzi, ha messo la firma all’operazione che si svilupperà in tre concessioni di produzione ed esplorazione di petrolio e gas ad Abu Dhabi dal prossimo mese di marzo. È questo il frutto di una serie di one to one che l’Ad di Eni ha avuto negli Emirati Arabi dal novembre scorso con il management della raffineria che produce 922.000 barili al giorno.
COME
Si tratta del primo investimento di raffineria di Eni al di fuori dell’Italia e della Germania, e aumenta del 35% la capacità di raffinazione esistente della società fino (di 548.000 barili al giorno). Anche un partner austriaco nell’operazione: è Omv Ag che ha acquistato una partecipazione del 15 percento.
“Questo accordo è davvero importante per aumentare il nostro margine”, ha detto Descalzi a Bloomberg Television. “Abbiamo un forte downstream in Italia, ma non è abbastanza, quindi dobbiamo diversificarlo”. L’acquisizione appena siglata avrà il vantaggio di ridurre del 50% il margine target di rifinanziamento di Eni e potrà anche distribuire un dividendo, a partire dal 2019, che sarà una “cifra a due cifre”, ha detto Descalzi.
TREND
L’accorso è stato siglato alla presenza di Sua Altezza Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan, Principe ereditario di Abu Dhabi e del vice Comandante Supremo delle Forze Armate degli Emirati Arabi Uniti, del premier Giuseppe Conte e di Hartwig Löger, ministro federale delle Finanze austriaco. Il contratto porta la firma di Sultan Ahmed Al Jaber, ministro degli affari degli Emirati Arabi Uniti e Ceo del gruppo Adnoc, di Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, e dal dott. Rainer Seele, presidente del comitato esecutivo e amministratore delegato di Omv.
Si tratta di un’acquisizione dall’assoluto valore, oggettivo e anche geopolitico, dal momento che sia Eni che Omv possono vantare una solida esperienza nel massimizzare il valore delle operazioni di raffinazione avanzate e complesse. Lo dimostra l’appendice dell’operazione, ovvero quando verrà creato un ulteriore valore grazie alla nuova joint venture commerciale globale, che, una volta concretizzata, potrà essere un esportatore internazionale di prodotti di raffinazione Adnoc, con volumi di esportazione pari a circa il 70% del volume di produzione.
VOCI
“Siamo lieti di collaborare con Eni e Omv nel nostro settore della raffinazione e nella nuova società – ha osservato Al Jaber – Tali partenariati seguono le saggia guida della nostra leadership per sbloccare e incrementare il valore della nostra attività”. Aggiungendo che queste partnership innovative sosterranno “la nostra ambizione di diventare un leader internazionale a valle con la flessibilità nel rispondere rapidamente alle mutevoli esigenze e dinamiche del mercato. Aiuteranno a rendere possibile il nostro obiettivo di sbloccare ancora più valore da ogni barile di petrolio che produciamo”.
Gli ha fatto eco l’Ad di Eni, Descalzi che ha perimetrato il merito e la prospettiva dell’accordo: “Questi accordi consolidano la nostra solida partnership con Adnoc. Nell’arco di meno di un anno, siamo stati in grado di creare un hub aziendale con operazioni upstream di livello mondiale e una capacità di raffinazione materiale ed efficiente con un’ulteriore crescita potenziale”.
“Questa transazione, che ci consente di entrare nel settore downstream degli Emirati Arabi Uniti e rappresenta un aumento del 35% della capacità di raffinazione globale di Eni, è in linea con la nostra strategia annunciata per rendere il portafoglio complessivo di Eni più diversificato geograficamente, più equilibrato lungo la catena del valore e più resistente per far fronte alla volatilità del mercato”.
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