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Ucraina, interferenze e social network. L’intelligence russa nel mirino

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Social network nel mirino in Ucraina. Il Servizio di sicurezza del Paese (Sbu) ha evitato un tentativo di interferenza che sarebbe stato compiuto dall’intelligence russa, volto a influenzare l’esito dei processi elettorali. L’agenzia stampa Ukrinform ha reso nota la notizia riportata dalla stessa Sbu secondo cui alcune indagini interne avrebbero individuato un uomo residente a Kiev che, supervisionato dall’intelligence di Mosca avrebbe gestito dei forum anti-ucraini sui social network. “In base ai piani russi, l’obiettivo sarebbe stato quello di manipolare l’opinione degli elettori ucraini nell’interesse del Cremlino”, si legge nella nota dell’Sbu.

Intanto il presidente ucraino Petro Poroshenko e quella della Lituania Dalia Grybauskaite, entrambi al Forum economico di Davos, hanno incentrato l’incontro e la loro discussione proprio su questo ultimo spinoso argomento, trovandosi d’accordo su una linea comune di azione riguardo le interferenze russe nei confronti dei loro Paesi. Poroshenko ha anche espresso gratitudine per il costante sostegno della Lituania all’integrità territoriale e sovranità dell’Ucraina, e in particolare, oltre che per la posizione di Vilnius in merito ai recenti scontri nel Mar d’Azov, anche più in generale al nuovo pacchetto di sanzioni Ue contro la Russia.

La protezione della sovranità nazionale resta elemento imprescindibile in Ucraina. Proprio ieri un tribunale del Paese ha condannato l’ex presidente Viktor Yanukovich a 13 anni di prigione con l’accusa di tradimento. Il giudice che l’ha condannato ha specificato, infatti, come la sua condotta abbia portato all’annessione della Crimea alla Russia e al conflitto nell’Ucraina orientale.

Yanukovich era fuggito in Russia nel 2014 in seguito alle proteste di piazza contro quello che all’epoca era il suo governo, aprendo la strada al suo successore, Poroshenko, che ha poi adottato una politica estera decisamente più orientata ad occidente, invertendo in questo modo l’inclinazione verso Mosca adottata in precedenza.

“Con le sue azioni illegali deliberate, Yanukovich ha commesso un crimine contro le fondamenta della sovranità nazionale dell’Ucraina, vale a dire il tradimento statale”, ha detto il giudice Vladyslav Deviatko al momento della sentenza. E ancora: “Con le sue azioni deliberate ha commesso un crimine contro la pace, aiutando nella condotta di una guerra aggressiva”. Tra le altre cose, infatti l’ex presidente ucraino, sempre nel 2014, avrebbe inviato una lettera a Vladimir Putin chiedendogli l’utilizzo dell’esercito russo e della forze di polizia per ristabilire l’ordine nel Paese.

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