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Perché lo scontro con la Francia complica il salvataggio di Alitalia

Primi effetti dello scontro tra Italia e Francia. Pur non confermando le indiscrezioni, Air France-Klm ha deciso di tirarsi fuori dalla partita per il salvataggio di Alitalia, il cui schema messo a punto dal governo prevede l’ingresso in forze di Ferrovie, affiancata da due partner industriali forti, quali Delta e per l’appunto Air France, con il 20% a testa. Il piano di Fs era infatti orientato a scegliere l’americana Delta, che aveva annunciato la disponibilità ad acquisire il 40% della nuova Alitalia insieme al vettore franco-olandese. La quota sarebbe divisa in parti uguali, il 20% a Delta e il 20% a Air France-Klm, con il 51% in mano a un pool di aziende di Stato guidate da Fs. Ma potrebbe essere tutto da riscrivere.

Evidentemente le tensioni tra Roma e Parigi hanno fatto saltare una pedina importante nello scacchiere Alitalia, con il risultato di complicare ulteriormente la partita e sparigliare le carte sul tavolo. Perché la mossa di Air France, se confermata, di fatto avvita su se stesso il salvataggio di Alitalia. Che, giova ricordarlo, continua a bruciare la cassa del prestito ponte da 900 milioni. Air France ha preferito non commentare l’indiscrezione di stampa mentre il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ha escluso che il passo indietro francese sia legato allo scontro in corso tra i due Paesi: “Le informazioni su Air France che avevo sono precedenti a questa vicenda. Io sto seguendo il dossier Alitalia da diversi mesi e l’entusiasmo di Air France non si è raffreddato adesso. Non a caso il lavoro che sta facendo Trenitalia – ha aggiunto – riguarda altri partner privati”.

L’ottimismo del governo però non deve trarre in inganno, perché il passo indietro dei franco-olandesi merita almeno due considerazioni di cui bisogna necessariamente tenere conto per avere un quadro chiaro della situazione. Primo, trovare una soluzione è senza dubbio più difficile perché a più di tre mesi dalla presentazione dell’offerta vincolante condizionata delle Fs ancora non c’è un partner industriale né un piano industriale approvato. Delta vuole andare avanti nel progetto, anche per difendere la posizione di supremazia nei voli del Nord Atlantico, che sarebbe messa in discussione se Alitalia finisse a Lufthansa. D’altra parte gli americani non vogliono più del 20% di Alitalia, dunque la ricerca di un secondo partner è condizione essenziale affinché Delta sia del gioco.

Delta poi, ed è il secondo effetto collaterale, esce rafforzata dal passo indietro dei francesi. Riducendosi il numero dei pretendenti a una quota di Alitalia, aumenta sensibilmente il potere contrattuale di chi è rimasto in campo. A questo punto è probabile che le condizioni poste dagli americani diventino ancora più meritevoli di attenzione, dal momento che il governo non può certo permettersi un secondo addio eccellente. Sempre che Air France ufficializzi il suo forfait.


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