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Per Confindustria il 2019 non sarà un anno bellissimo

Per il premier Giuseppe Conte il 2019 sarà un anno bellissimo in cui l’Italia riuscirà a sorprendere il mondo. Ma c’è chi non la pensa così. Per esempio Confindustria, che per quest’anno tutto vede tranne che i fuochi d’artificio. Se il governo è convinto che la recessione certificata ieri dall’Istat (qui l’analisi di Gianfranco Polillo) sia soltanto un male passeggero e che presto ci sarà la riscossa, la verità raccontata dagli industriali è un’altra.

E cioè che l’Italia “perde colpi ipotecando il 2019, le cui prospettive rimangono deboli”. Secondo gli industriali, i dati negativi in Italia nella seconda metà del 2018, aritmeticamente, contano molto nel calcolare la crescita annua del Pil nel 2019.  Il commento del Centro Studi di Confindustria è laconico e non lascia molto spazio all’immaginazione. “La produzione industriale italiana ha recuperato di poco a dicembre, dopo il tonfo di novembre, registrando nel quarto trimestre 2018 una flessione di -0,5%. Il calo, diffuso all’Europa (specie Germania), in Italia è più marcato per i beni intermedi. Ciò ha pesato sul Pil a fine anno (-0,2%).…ipotecando il 2019”.

Servirebbe insomma una specie di miracolo per far sì che il Pil italiano chiuda il 2019 al di sopra dell’1%. Ma per Viale dell’Astronomia non è tempo di sogni. “Anche se il Pil risalisse dal secondo trimestre”, spiega il Centro Studi di Confindustria, “è alta la probabilità di una crescita annua poco sopra lo zero”. Pensare che ci si è messo anche l’export, tradizionale forza motrice del Paese. “Le vendite all’estero sono diminuite dello 0,4% in novembre, quelle extra-Ue del 5,6% in dicembre. La variazione nel quarto trimestre è positiva solo grazie al rimbalzo di ottobre”.

Più nel dettaglio, dice Confindustria, l’export è stato frenato specie dal calo verso Turchia, Russia, Cina, Giappone, Opec e Mercosur.  In tutto ciò l’altro fondamentale è la fiducia che il sistema produttivo nutre verso il futuro ma soprattutto verso il governo gialloverde. “La fiducia delle imprese è in calo anche a gennaio, la produzione di beni strumentali scende (-1,3% acquisito nel quarto trimestre), peggiorano le valutazioni delle imprese sulle condizioni per investire: ciò segnala prospettive fosche per gli investimenti a inizio 2019”.

Per i consumi, per fortuna, quadro meno cupo: la fiducia delle famiglie recupera a gennaio parte del calo di fine 2018, la produzione di beni di consumo cresce (+1,4% acquisito nel quarto trimestre), le vendite al dettaglio risalgono (+0,7% a novembre); male, invece, le vendite di auto e gli ordini interni per i produttori di beni di consumo. Pensare che la ricetta per uscire dal guado ci sarebbe, secondo il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia: investire in infrastrutture. Nel giorno in cui il vicepremier Matteo Salvini ha fatto visita ai cantieri della Tav, Boccia ha spiegato come sia “evidente che il governo deve avere un piano B, deve accelerare, i tempi devono essere veloci. Occorre mettere in piedi dei cantieri”. Commentando l’annuncio di Salvini di rimettere in moto i cantieri, per il numero uno degli industriali si tratta di “una notizia positiva: la questione temporale comincia già essere all’attenzione e alla sensibilità del governo e le parole di Salvini sono ben-auguranti”.

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