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Dalla politica alle professioni, ecco la rivoluzione della comunicazione

La rivoluzione della comunicazione nelle istituzioni, nella politica, nelle imprese, nella ricerca, nella formazione e nelle professioni. Un mondo in continua e rapidissima trasformazione in tutti i diversi ambiti e campi di azione del quale si è parlato nel corso della tavola rotonda organizzata dal Centro Studi dello Studio Legale Persona e Giustizia.

L’incontro è stato introdotto dai saluti istituzionali di Giampaolo Meneghini, membro del Gabinetto del Segretario Generale del Parlamento europeo, che ha analizzato la rivoluzione in atto, dettata – ha affermato – “dalla dominanza delle moderne tecnologie capaci di riformulare la sfera fisica, digitale e biologica dell’individuo”. Meneghini ha ripercorso le fasi di sviluppo della comunicazione a livello europeo, dal programma PRINCE del 1995 in poi, e sottolineato l’attuale impegno di Parlamento e Commissione nella battaglia contro le fake news e per sensibilizzare i cittadini con il programma Stavolta Voto in vista delle prossime elezioni europee.

Il tema della comunicazione politica è stato affrontato, invece, dalla ricercatrice del Cnr e docente dell’Università Sapienza Maria Cristina Antonucci, che ha sottolineato come “l’avvento dei social abbia profondamente modificato il rapporto tra media, cittadini elettori e politici, in quanto hanno fornito una dimensione adatta per la cosiddetta disintermediazione”. Antonucci ha poi delineato le linee di tendenza e i fenomeni costitutivi della comunicazione politica di oggi: oltre alla disintermediazione, la trasparenza, l’accesso e la partecipazione mediatica, la personalizzazione e “leaderizzazione” dei flussi comunicativi, con la costruzione di “personal brand” dei politici di riferimento, la popolarizzazione e la semplificazione del linguaggio politico mediante lo storyteling.

Disintermediazione è stata anche la parola chiave dell’intervento del direttore Public Relations di Wind Tre Massimo Angelini, secondo cui rappresenta uno degli elementi più rilevanti del mutamento che stiamo vivendo e che attraversa trasversalmente tutti i settori produttivi e sta innovando profondamente i modelli di comunicazione delle imprese. Certamente – ha osservato Angelini – “la banda ultralarga e la diffusione degli smartphone hanno consentito la straordinaria crescita della domanda di connettività che ha raggiunto livelli altissimi in questi ultimi anni (50 % di incremento nel consumo dei dati anno su anno, fonte Agcom). Le telco hanno reso possibile questo processo grazie agli investimenti nelle infrastrutture digitali ed un accesso ai servizi a prezzi sempre più competitivi. La digital transformation sta dispiegando i suoi effetti in modo sempre più pervasivo: cambiano i modelli di business delle imprese, i comportamenti di consumo dei clienti, i servizi e l’organizzazione delle Istituzioni e della PA, a ritmi e velocità sostenuti ed impensabili fino a pochi anni fa”.

Il direttore Comunicazione dell’Istituto per la Competitività (I-Com) Andrea Picardi ha messo a fuoco il ruolo dei nuovi strumenti messi a disposizione dalla rivoluzione comunicativa a servizio dell’informazione. La molteplicità e la varietà dei nuovi tools, nella loro complessità, ha cambiato profondamente le cose, anche o soprattutto per chi deve comunicare informazioni a un target molto preciso e determinato, come per chi fa e promuove la ricerca.

I nuovissimi strumenti di cui oggi disponiamo, unitamente alle tradizionali capacità di ascolto, public speaking e scrittura, devono essere al centro della formazione offerta anche ai professionisti più tradizionali. Questo è ciò che emerso dall’intervento del direttore della Contaminaction University dell’università di Roma Tor Vergata Edoardo Bellafiore: l’innovazione come skill indispensabile anche per chi è cresciuto con una visione statica delle professioni.

Questo è quanto traspare chiaramente e plasticamente anche dall’esperienza di Mauro Vaglio, già Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma, che ha testimoniato come negli ultimi quindici anni la propria attività professionale e politico-istituzionale sia passata dall’utilizzo dei tradizionali strumenti di comunicazione, quali telefono ed e-mail gestiti personalmente, alla creazione di un vero e proprio portale web, la cui creazione e gestione ha affidato ad una società di comunicazione.

Sempre in tema di avvocatura il membro del Consiglio Distrettuale di Disciplina Silvia Cappelli ha delineato il perimetro normativo entro il quale gli avvocati possono comunicare ai sensi degli articoli 17 e 35 del Codice Deontologico Forense. Innovazione nella comunicazione sì, in linea con la normativa comunitaria e le decisoni dell’Antitrust, ma con regole ben precise, finalizzate a scongiurare la pubblicità ingannevole e pregiudizievole per il cittadino.

La comunicazione è una rivoluzione, e come tale, per essere capita e vissuta, e non subita, è necessario uno sforzo congiunto di collaborazione e sinergia, che ci impegna e coinvolge tutti in prima persona.


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