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Per evitare la manovra bis l’Italia dovrà trattare con l’Europa. Report Ifo

Di tempo ne è passato, quasi tre mesi, ma la manovra sui conti pubblici italiana continua a spaventare l’Europa. A Bruxelles non vedono come le politiche economiche del governo possano in qualche modo tirare fuori l’Italia dalle sabbie mobili di una recessione ormai conclamata. Lo spettro di una manovra bis, al netto delle rassicurazioni di governo (qui l’intervista al senatore M5S Ettore Licheri) si allunga sempre di più sull’Italia. La quale da qui ai prossimi quattro mesi dovrà fare i conti con una raffica di giudizi sui propri conti. Agenzie di rating, ma soprattutto Europa, che dovrà sciogliere le riserve sulla richiesta di una correzione dei conti pubblici, verosimilmente a luglio.

Oggi è arrivato un assaggio con l’European Economic Advisory Group del CesIfo, un gruppo di sette economisti di sei Paesi, membri, che hanno redatto il rapporto A Fragmenting Europe in a Changing World.  “L’accresciuto rischio contagio derivante dall’Italia è già visibile nell’andamento dei rendimenti dei titoli di Stato di Grecia, Spagna e Portogallo negli ultimi mesi”, spiegano i sei economisti. “Con l’eccezione dell’Italia  i rendimenti dei titoli di Stato all’interno dell’Eurozona sono rimasti pressoché invariati nel 2018. L’elezione di un nuovo governo italiano che mira ad un aumento significativo nel suo deficit di bilancio ha portato ad un forte aumento dei premi al rischio sui titoli di Stato italiani nel maggio dell’anno scorso. Il declino dei premi al rischio sui titoli di Stato greci, portoghesi e spagnoli si è fermato l’anno scorso”.

L’Italia e il suo governo sono visti dunque come una specie di virus letale in grado di contagiare l’Europa intera. Colpa, dicono a Bruxelles, di “politiche nostalgiche del governo M5S-Lega che non riporteranno la crescita degli anni  60” in Italia. E questo perché “le promesse irrealistiche e l’inversione di marcia sulle riforme rendono impossibile promuovere la credibilità e gli investimenti di cui l’economia ha bisogno per gestire cambiamenti strutturali”, dice il documento. “Come è stato troppo spesso il caso negli ultimi 25 anni, le azioni politiche in Italia sembrano essere ispirate in modo nostalgico da un desiderio di ritornare a un passato che viene ricordato come positivo”. Una via di uscita a dire la verità ci sarebbe: evitare lo scontro con la stessa Europa, da qui in avanti.

“Se la disputa sul bilancio tra l’Italia e la Commissione Ue dovesse riaccendersi e se i premi al rischio (ossia i rendimenti dei titoli di Stato, ndr), non dovessero scendere, la solvibilità del governo italiano, altamente indebitato, potrebbe essere messa in discussione. Poiché i titoli di Stato italiani sono detenuti non solo dalle banche italiane, ma anche da banche al di fuori dell’Italia, e le banche italiane sono interconnesse con altre istituzioni finanziarie europee – sottolineano gli economisti – un’ulteriore calo dei prezzi dei titoli italiani potrebbe interessare anche le istituzioni finanziarie degli altri Stati membri dell’Eurozona”, provocando un rischio contagio.


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