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Reddito di cittadinanza e quota 100. Le sfide di Tridico all’Inps

Dopo Tito Boeri arriva Pasquale Tridico. Il padre, così almeno viene definito, del Reddito di cittadinanza. Oggi Lega e Movimento Cinque Stelle hanno trovato l’accordo sull’Inps: sarà il professore di Roma Tre a prendere le redini della previdenza italiana, prima in veste di commissario (vice sarà Francesco Verbaro), poi di presidente. Da lui, docente di Politica economica, nato il 21 settembre del 1975 a Scala Coeli, un piccolo comune in provincia di Cosenza e fino a ieri super consulente di Luigi Di Maio, dipenderà la gestione concreta della nuova misura di contrasto alla povertà, il provvedimento bandiera su cui i Cinque Stelle puntano come non mai anche per recuperare consensi nelle prossime tornate elettorali, dopo il tracollo in Abruzzo.

La nomina di Tridico si può leggere anche in questo modo: il prezzo da pagare della Lega per il “salvataggio” del suo leader Matteo Salvini nel caso Diciotti. Di più, con Paolo Savona alla Consob, il mancato ministro dell’Economia sponsorizzato dal Carroccio ma fermato da Sergio Mattarella otto mesi fa, per i grillini era giocoforza ottenere la nomina di un loro uomo al vertice dell’Istituto. Ora che manca solo la formalità (domani è convocato il Consiglio dei ministri), è già tempo di parlare di sfide.

Primo, il reddito di cittadinanza. Gestire un assegno da 780 euro a una platea di quasi 5 milioni non sarà facile. Servirà una struttura all’altezza e anche su questo Tridico dovrà lavorare. L’altra questione, forse la più delicata, la quota 100. Mandare in pensione anticipata migliaia di persone sarà un vero stress test per i conti dell’Istituto, gravati da un passivo di 6 miliardi. Senza considerare la necessità di garantirne l’erogazione senza intoppi. Ancora, la spesa pensionistica italiana è tra le più alte al mondo. Secondo i calcoli dell’Osservatorio sui conti pubblici guidato da Carlo Cottarelli, l’Italia si posiziona al secondo posto nell’area Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) per l’incidenza delle pensioni sul prodotto interno lordo (Pil). L’Italia ha un rapporto spesa/pil del 15% (destinato a salire fino al 18,7% nel 2040) e risulta seconda soltanto alla Grecia. Anche di questo Tridico dovrà tener conto.

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