Israele teme ritorsioni sulla nuova via del gas? In apparenza sì, visto e considerato come ha reagito alla velina del Mossad che annunciava una possibile stagione di attacchi e sabotaggi ai giacimenti offshore come il Leviathan.
Non solo un’imponente esercitazione navale, con l’intervento dei caccia da combattimento e da aerei per la ricognizione, ma anche una più ampia strategia avvolgente che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha in mente per capitalizzare al massimo il nuovo status di player energetico macroregionale, anche grazie al binomio Noble-Delek.
ALL’ARMI
Tel Aviv teme che qualcuno possa avere interesse a sabotare i nuovi vettori del gas che nella macro regione del Mediterreneo orientale stanno trasformando la politica energetica dell’Ue. Il riferimento è, non solo al gasdotto Eastmed che verrà costruito da Israele fino alla Puglia, ma anche ai giacimenti veri e propri.
Il Leviathan, dunque, come possibile obiettivo sensibile di attacchi, anche ad altre infrastrutture petrolifere e del gas offshore. L’operazione israeliana denominata “Raging Sea” ha seguito due esercitazioni militari congiunte con le forze cipriote tenute a novembre e dicembre 2018, presumibilmente per proteggere l’asset energetico più nuovo e prezioso della regione.
Lo scorso 31 gennaio funzionari israeliani scortati dal premier sono andati personalmente in mare per celebrare l’arrivo della cosiddetta “giacca” nella piattaforma Leviathan. Si tratta di una struttura progettata per supportare il ponte gigante della piattaforma offshore, con mezzi pesanti e ponti sopra la linea di galleggiamento. La consapevolezza del governo è che Leviathan è “il più grande tesoro naturale che è stato scoperto in Israele”, per cui l’arrivo della piattaforma di fondazione “simboleggia il nostro ingresso nella fase finale del suo sviluppo”, ha dichiarato il ministro dell’Energia Yuval Steinitz, molto attivo nell’ultimo semestre per raggiungere accordi commerciali con Egitto e Giordania per piazzare in quei mercati il gas in eccesso.
LEVIATHAN
Il giacimento è stato scoperto nel 2010 e si trova a circa 125 chilometri ad ovest della città portuale di Haifa. La stima è che abbia in pancia 535 miliardi di metri cubi di gas naturale. La cosiddetta giacca è alta quasi cento metri ed è stata realizzata in Texas, da cui è giunta al largo di Haifa a bordo di una mega chiatta che per 28 giorni ha attraversato l’Atlantico. Registi dell’operazione sono la statunitense Noble Energy e il suo partner israeliano Delek, che è capofila del consorzio del Leviathan.
Secondo Netanyahu il completamento della piattaforma e il pompaggio di gas dal giacimento “sono una componente fondamentale della forza strategica, energetica, economica e diplomatica dello Stato di Israele”. La strategia è chiara da tempo: un gasdotto partirà dal sito in questione per collegarsi all’Europa e anche per raggiungere i partner arabi. Inoltre Leviathan avrà il merito di poter fornire Israele di energia green, dal momento che Tel Aviv (dopo Berlino) ha intrapreso la scelta politica di abbandonare il carbone. Una contingenza che avrà come effetto non secondario anche quello di produrre significativi utili.
Lo stato dei lavori ad oggi registra il completamento da parte della Trendsetter Engineering della costruzione di apparecchiature di produzione sottomarina, a due anni dall’inzio della progettazione. Nel dettaglio si è proceduto ai sistemi di connessione a morsetto multiplo, alla fornitura di apparecchiature di distribuzione sottomarina, di moduli filtro monoetilenglicole e dei sistemi di connessione. Secondo il cronoprogramma ufficiale Leviathan è completo al 70%, grazie ai nuovi pozzetti, all’installazione completata di alberi sottomarini compreso il galleggiamento del main deck. La prima fase del progetto è costata 3,75 miliardi di dollari, ma il costo complessivo dovrebbe sfiorare i sei.
QUI NOBLE ENERGY
A rimarcare l’importanza anche commerciale di Leviathan ecco le parole del ceo di Noble Energy David L. Stover, in occasione della diffusione dei dati del 2018: “Stiamo completando la spesa per Leviathan, nell’offshore israeliano, quest’anno e iniziando la produzione e il flusso di cassa del progetto entro la fine dell’anno. Il nostro portafoglio differenziato, che combina attività onshore statunitensi di alta qualità con produzione offshore di lunga durata, offre un vantaggio competitivo”. E precisa che le prime vendite di gas da Leviathan sono attese entro la fine del 2019, con una crescita sostanziale della produzione e dei flussi di cassa nel 2020.
Inoltre il 60% del capitale organico totale di Noble Energy per il 2019 dovrebbe essere speso nella prima metà dell’anno a causa della tempistica della spesa Leviathan e dell’attività onshore statunitense. Si stima che ci siano 195 milioni di dollari di capitale di Noble midstream partners (Nblx), che saranno consolidati in Noble Energy.
Le previsioni in Israele parlano di volumi lordi di vendita di gas naturale in leggero aumento rispetto al 2018, riflettendo la capacità del giacimento Tamar su base annuale. Per cui le spese in conto capitale organiche nel Mediterraneo orientale comprendono principalmente la spesa per completare Leviathan.
twitter@FDepalo