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Chi grida “maledetti!” in diretta tv chiede aiuto alla politica

La scena surreale apparsa ieri su Sky, con il giornalista Marco Di Fonzo collegato davanti a Montecitorio e braccato da una donna che, alle sue spalle, inizia a gridare a ripetizione, verso destinatari non meglio identificati “Maledetti!”, è oggi rilanciata sui social e nelle conversazioni reali dell’opinione pubblica italiana.

Chi loda la professionalità del giornalista di Sky; chi evidenzia il superamento dei limiti della protesta pubblica della signora, che sfruttando l’occasione, forse irripetibile, di comparire di fronte a migliaia di spettatori, ha ritenuto di lanciare la sua maledizione pubblicamente; chi cerca di approfondire l’identità della protestatrice.

Oltre a tutte queste, pur giuste, considerazioni, vale la pena riflettere sulle reali motivazioni che portano una donna, non giovane, ad esporre la propria rabbia in un modo così plateale, trascendendo il quarto d’ora di popolarità assicurato dai mass media secondo le previsioni di Marshall McLuhan. Chi si pone in una condizione così plateale di protesta, ha sicuramente già fatto appello a tutte le risorse economiche, socio-culturali, relazionali per avere risposte al proprio malessere: e, non avendole trovate, lancia il suo appello alla dimensione pubblica, ritenuta come causa ultima del malessere esperito. Mentre alleanze politiche mettono alla prova la propria stabilità, decreti-legge e voti di fiducia si succedono nelle aule parlamentari ed elezioni amministrative, regionali, sovranazionali di ogni ordine e grado si succedono, in quello che una volta si chiamava “Paese reale”, la situazione economica e sociale (secondo il rapporto Istat 2018, si parla di un 12,1% della popolazione italiana tra povertà e povertà assoluta) è ancora molto difficile.

Le grandi speranze di un miglioramento di questa difficile condizione economica sono state l’architrave del voto alle elezioni politiche del 4 marzo 2018. A poco meno di un anno da quella data, complice anche il lungo processo di formazione del governo gialloverde, le risposte a questi rilevanti quesiti economici e sociali di una parte rilevante della popolazione italiana appaiono in ritardo e di complessa comprensione per i destinatari di tali interventi. In altri termini, ci troviamo di fronte al consueto gap tra promesse elettorali e implementazione delle relative politiche pubbliche.

Quella maledizione lanciata a mezzo video, allora, assume un contorno più preciso, quasi un termometro politico di una fetta dell’elettorato. Si tratta di una richiesta alla politica di “fare presto”, che dovrebbe essere letta come un segnale importante nel merito dei provvedimenti da rendere prioritari in agenda, più che come un curioso fenomeno mediatico. Anche se, sotto questo profilo, la signora che lancia maledizioni in diretta tv davanti alla sede delle istituzioni politiche nazionali dimostra di capire di comunicazione molto più di tanti sedicenti addetti ai lavori, persi tra comunicati stampa e big data.

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