La Via Della Seta che corre lungo l’asse Pechino-Roma è al centro dell’attenzione internazionale, ma la Cina continua comunque ad avere i suoi guai. Non solo una crescita al rallentatore (ai minimi dal 1990) e uno spauracchio dazi tutt’altro che allontanato. Nel menù c’è anche il destino di uno dei pilastri dell’economia cinese, il gigante assicurativo Anbang. Una vicenda raccontata fin dai primordi da Formiche.net, ma che ora si arricchisce di un nuovo capitolo. Il colosso cinese, che detiene partecipazioni in alcuni dei maggiori portafogli mondiali, è finito commissariato all’inizio dello scorso anno, dopo l’accusa mossa agli ex vertici di aver distratto somme per 10 miliardi di dollari. Da quel momento il governo di Pechino ha preso il controllo della situazione onde evitare la bancarotta. Ma le cose non sono andate ancora al loro posto.
Anbang ha dovuto avviare una massiccia campagna di dismissione dei propri asset, vendendo a prezzo di saldo quote azionarie e numerosi immobili, tra cui il Waldorf Astoria e una quota importante del Chrysler Building. Adesso però i guai del gruppo assicurativo stanno avendo ripercussioni sul mercato dell’insurance sudcoreano. La società cinese è infatti proprietaria di due aziende sudcoreane, Tongyang e Abl. Le quali, da quando le autorità cinesi si sono impossessate del gruppo, hanno dovuto fare i conti con budget sempre più ridotti e tagli al personale. Per risanare i conti di Anbang infatti Pechino sta cercando di contenere al massimo i costi, ma tutto questo ha un prezzo per Abl e Tongyang, che già devono affrontare la flessione del mercato assicurativo sudcoreano.
La situazione più critica riguarda soprattutto Tongyang, che si è vista bloccare all’ultimo una serie di investimenti programmati dalla controllante Anbang. Il che ha avuto un effetto domino su due operazioni strategiche. La partecipazione a una gara d’appalto e soprattutto la collocazione di obbligazioni Tongyang sul mercato. Senza la garanzia di poter restituire il denaro prestato dai sottoscrittori del bond, la società sudcoreana va in contro a seri problemi. “Sotto la tutela del governo cinese”, rivela una fonte interpellata da Business Insurance, le attività di marketing delle due aziende sono limitate dal fatto che il governo cinese controlla i budget e le spese in modo molto conservativo”. Insomma, guai cinesi ma anche sudcoreani.