Una vera e propria banca dati, con oltre 150 mila informazioni, 460 tabelle e 635 grafici: biodiversità, clima, inquinamento atmosferico, qualità delle acque, mare e coste, suolo, rifiuti sono solo alcuni dei temi trattati nell’edizione 2018 dell’Annuario dei Dati Ambientali, la pubblicazione dei dati scientifici sull’ambiente curata da Ispra e dalle Agenzie ambientali regionali e presentata oggi a Roma alla presenza del ministro dell’Ambiente Sergio Costa e del vice ministro all’Istruzione Alessandro Benvenuto.
“L’annuario, al di là dei dati statistici – ha detto il presidente di Ispra Stefano Laporta – è un prodotto tecnico scientifico, che si inserisce nelle molteplici attività di ricerca che l’istituto ha in essere. Un’attività di ricerca complesso che comprende varie fasi dalla raccolta sistematica dei dati primari al monitoraggio, controllo e verifica della solidità scientifica delle informazioni allo sviluppo di indicatori statistici sempre più efficaci nel descrivere le condizioni ambientali del nostro Paese”.
Nel 2017 si sono verificate 172 frane che hanno causato 5 vittime e 31 ferite con rilevanti danni soprattutto alla rete stradale e distribuiti in particolare in Abruzzo, Campania, Sicilia, Lombardia e Marche. Il dissesto idrogeologico interessa, nel nostro Paese, oltre 6 milioni di abitanti, mentre la popolazione a rischio frane è pari ad oltre 1 milione e 200 mila abitanti.
La caratteristica più rilevante del clima in Italia, sempre nel 2017, è stata la siccità, con precipitazioni medie al di sotto della norma del 22%. La temperatura ha registrato un aumento di oltre 1°C, superiore a quella globale sulla terraferma. Mentre le emissioni di gas serra, nel periodo 1990-2016 sono diminuite di oltre il 17%. Così come sono diminuite le emissioni di particolato atmosferico del 34% e quelle di ossidi di zolfo, ossidi di azoto e ammoniaca di quasi il 67%.
Quasi il 90% delle acque costiere di balneazione registrano, nel quinquennio 2014-17 la classe eccellente: le coste della Sardegna sono le migliori anche per la qualità chimica delle sue acque costiere. Su 7 mila 500 fiumi, il 43% raggiunge l’obiettivo di qualità per lo stato ecologico e il 75% per lo stato chimico. Su 347 laghi, il 20% raggiunge il primo e il 48% il secondo. Per quanto riguarda il consumo di suolo si è passati dal 2,7% negli anni ’50 al 7,65% nel 2017, anno in cui sono stati consumati 23 mila km2 di suolo.
Gli italiani producono quasi 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani l‘anno, con una produzione pro capite di quasi 500 chili. La raccolta differenziata, nel 2017, si attesta a poco più del 55%, ma sono ancora lontani gli obiettivi del 2011 (60%) e quello del 2012 (65%): si ricicla circa il 50%, mentre il 23% vengono ancora smaltiti i n discarica. Solo gli imballaggi registrano un tasso di recupero di oltre il 76%.
Per quanto riguarda l’inquinamento acustico, oltre il 32% delle sorgenti di rumore controllate hanno superato almeno una volta i limiti previsti dalla normativa. Il 61% dei comuni italiani ha approvato la classificazione acustica, ossia la suddivisione del territorio urbanizzato in aree acustiche omogenee. Le Regioni con percentuali di Comuni zonizzati superiore al 90% sono la Valle d’Aosta (100%), le Marche (97%), la Lombardia e la Toscana (96%) e il Veneto (91%).
Le emissioni di ammoniaca in atmosfera prodotte dal settore agricolo, derivano principalmente dalle forme intensive praticate negli ultimi decenni, dall’utilizzo esteso di fertilizzanti sintetici e organici e dalla gestione degli allevamenti. L’andamento delle emissioni di questa sostanza in atmosfera sono in linea con gli obiettivi fissati al 2020 e al 2030 dalla nuova direttiva europea. In crescita, dal 1990, l’agricoltura biologica, che interessa il 15,4% della superficie agricola nazionale. Nel 2017 tale superficie a raggiunto quasi 2 milioni di ettari (6,3% in più del 2016). Sicilia, Puglia e Calabria le regioni che da sole rappresentano il 46% dell’intera superficie biologica nazionale.
“I dati presentati oggi sono significati per aprire una attenta e approfondita riflessione, ha concluso il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. L’importanza scientifica del dato, il concetto di controllo come prossimità ambientale e l’indipendenza del Sistema delle Agenzie ambientali sono tre parametri su cui si fonda la tutela dell’ambiente in Italia. Oggi parliamo del dato, che è sempre oggettivo, rigorosamente scientifico, asettico, scevro da colorazioni politiche. Ed è l’elemento di partenza su cui fondare le politiche di tutela ambientale. E da cui partire per una migliore informazione e educazione ambientali verso tutti i cittadini”.