Oggi la terza carica dello stato italiano, il presidente della Camera, il grillino Roberto Fico, è alla Duma – la prima per un italiano alla camera bassa russa – dove ha tenuto un discorso sulle relazioni tra Russia, Italia e Unione europea. Prima ha incontrato il suo omologo Vyacheslav Volodin con cui ha discusso “argomenti relativi al rafforzamento della sicurezza internazionale”, e tra questi una particolare attenzione è stata riservata “alla situazione riguardo al Trattato sull’eliminazione dei missili a medio raggio (Inf)” dicono dall’entourage del presidente italiano. L’Inf è in fase di rottura le cui conseguenze sono un interesse strategico prioritario per l’Ue.
Ieri – mentre Fico inaugurava a Mosca la mostra dedicata al designer Mario Bellini al Museo di Architettura Schusev – il presidente russo Vladimir Putin firmava un decreto per sospendere ufficialmente l’attuazione russa dell’Inf, seguendo quanto fatto nell’autunno dello scorso anno dall’americano Donald Trump, che ha avviato il procedimento (che durerà sei mesi) con cui tirar fuori gli Stati Uniti dal trattato, accusando la Russia di non rispettare da tempo i dettami dell’intesa firmata alla fine degli anni Ottanta.
Secondo il sito del Cremlino, Mosca adotterà “misure immediate”, ma il testo del decreto lascia aperta un porta, riportando che la Russia si sente svincolata finché gli Stati Uniti non interromperanno “le violazioni” e finché il trattato non decadrà definitivamente.
La firma dell’Inf nel 1987 aveva messo fine alla cosiddetta “Crisi degli Euromissili” (iniziata a metà degli anni Settanta, quando Mosca aveva schierato batterie nucleari a medio raggio in grado di disarticolare le difese europee e dunque di passare direttamente alla successiva fase della Mutual Assured Destruction tra Usa e Urss; alla fine la Nato aveva risposto con lo schieramento di lanciamissili mobili per ripristinare la gradualità e la flessibilità davanti a un attacco, ma era una decisione sofferta tra le opinioni pubbliche europee che vedevano il proprio territorio trasformarsi in un campo di battaglia per gli scontri preliminari tra due potenze nucleari). L’intesa raggiunta sull’Inf, ha vietato a entrambi i paesi di sviluppare, produrre e dispiegare missili balistici da crociera o da terra con distanze tra 500 e 5.500 chilometri e ha spostato l’Europa dal centro dei bersagli: anche per questo il trattato che ha eliminato un’intera categoria di missili nucleari è considerato uno dei passaggi fondamentali con cui si è arrivati alla fine della Guerra Fredda.
Il presidente della Camera italiana ha ricordato nel suo discorso alla Duma che il trattato Inf “non è il solo terreno su cui si riverbera una più generale tendenza di arretramento da principi, regole e obiettivi condivisi dalla nostra comunità internazionale: non è questa la strada giusta da seguire”. Mettere in discussione da parte di Stati Uniti e Russia l’Inf è un tema oggetto di grave preoccupazione in Italia e in Europa ha detto il presidente Fico: “Se quel trattato rappresenta uno dei capisaldi degli equilibri mondiali, comprenderete la preoccupazione di questi giorni e il significato che rivestirebbe un salto indietro su questo terreno”, per tale ragione l’Italia e l’Ue auspicano “che si possa giungere presto a una soluzione condivisa, nell’interesse di tutti e nel perseguimento di quegli obiettivi di pace e sicurezza comune che insieme ci siamo prefissati”.
Dal quartier generale di Bruxelles, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, sta gestendo la situazione con severità nei confronti di Mosca, ma seguendo un’ottica vocata alla stabilizzazione. Ieri ha sottolineato che la Russia dovrebbe tornare al rispetto del trattato Inf, che ha definito “una pietra angolare per la sicurezza europea per decenni”: “Ci prenderemo il tempo – ha detto appena la notizia del decreto di Putin è stata diffusa dalle agenzie – saremo misurati, saremo uniti e coordinati”, ha spiegato a proposito della risposta della Nato, aggiungendo che l’alleanza militare occidentale non ha “intenzione di schierare nuove armi nucleari lanciate dal suolo in Europa”. Aspetto per ora fondamentale.
Ieri, sempre mentre Putin firmava l’ordine di sospensione degli impegni russi, il generale che guida una bella fetta della strategia con cui il Cremlino dirige i propri affari esteri, il capo dello stato maggiore Valery Gerasimov, era a Vienna per incontrare faccia a faccia l’omologo americano, Jospeh Dunford. Nella nota stampa russa i colloqui sono stati definiti “costruttivi”, incentrati anche su questioni relative alla difesa missilistica e ai trattati sul controllo delle armi – oltre che su aspetti più pratici, come la gestione delle fase finale della guerra civile siriana, della lotta allo Stato islamico e del contrasto al terrorismo nella fase di ricostruzione che sta partendo, argomenti di cui hanno discusso anche Fico e Volodin e le rispettive delegazioni.
(Foto: Facebook, Roberto Fico)