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Un primato dell’Italia in Europa, l’economia circolare

Il nostro Paese, con 103 punti, è sempre al primo posto in Europa per quanto riguarda l’indice complessivo di “circolarità”, ossia il valore attribuito all’utilizzo di materie prime seconde e all’innovazione nella produzione, nel consumo, nella gestione dei rifiuti. Seguono, nella classifica delle cinque principali economie europee, il Regno Unito (90 punti), la Germania (88), la Francia (87), la Spagna (81). Ma non bisogna abbassare la guardia. La nostra corsa verso i traguardi della circolarità rischia di arrestarsi, mentre quella degli altri Paesi sta prendendo slancio, grazie anche al nuovo pacchetto di direttive sull’economia circolare approvato lo scorso luglio a Bruxelles e in corso di recepimento nelle legislazioni nazionali: in Italia l’iter legislativo del provvedimento è in fase di approvazione in Parlamento.

Questo l’avvertimento che emerge dal primo Rapporto sull’economia circolare in Italia 2019. Realizzato dal Circular Economy Network e da Enea e presentato oggi a Roma, in occasione della Conferenza Nazionale sull’Economia Circolare. “L’Italia vanta sicuramente grandi risultati vista la rilevanza che l’economia circolare ha avuto ed ha nel nostro Paese – ha commentato Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile e del Circular Economy Network – dobbiamo però impegnarci a tenere alto il livello delle nostre performance. Servono un piano e una strategia nazionale, una regolazione sull’end of waste che permetta ai numerosi progetti industriali in attesa di autorizzazione di partire. Ma serve anche una visione politica che utilizzi le leve della fiscalità e degli incentivi all’innovazione a favore dell’economia circolare, che va vista come un vero e proprio cambiamento profondo di modello economico”.

Il rapporto presentato oggi individua un dettagliato decalogo su cui puntare per rilanciare l’economia circolare e la sostenibilità ambientale per ridurre le emissioni di gas serra e per sostenere la competitività delle aziende italiane: diffondere e arricchire la visione, le conoscenze, la ricerca e le buone pratiche dell’economia circolare: il risparmio e l’uso efficiente delle materie prime e dell’energia, l’utilizzo di materiali e di energie rinnovabili, riduzione della produzione dei rifiuti e lo sviluppo del loro riciclo. Ma anche:

– Implementare una Strategia nazionale e un Piano d’azione per l’economia circolare per affrontare carenze e ritardi.
– Migliorare l’utilizzo di strumenti economici per l’economia circolare.
– Promuovere la bioeconomia, tutelando e valorizzando il capitale naturale e la fertilità dei suoli, per garantire la sicurezza alimentare e l’agricoltura di qualità.
– Estendere l’economia circolare negli acquisti pubblici, attraverso l’utilizzo del Green Public Procurement.
– Promuovere l’iniziativa delle città per l’economia circolare secondo il modello europeo dele green city.
– Realizzare un rapido ed efficace recepimento del nuovo pacchetto di direttive europee per i rifiuti e l’economia circolare.
– Attivare rapidamente le pratiche dell’End of Waste per sviluppare il riciclo dei rifiuti.
– Assicurare le infrastrutture necessarie per l’economia circolare. La diffusione e l’implementazione dell’innovazione e delle buone pratiche va supportata con l’istituzione di un’agenzia per l’uso efficiente delle risorse.
– Estendere l’economia circolare anche al commercio on line.

Rispondendo indirettamente alle richieste emerse dal rapporto, appena due giorni fa il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva ribadito che “la promozione dell’economia circolare rimane un pilastro della nostra azione di governo, così da favorire la cultura del riciclo e da garantire nuovi modelli di produzione e di sviluppo”.


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