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A che punto è la riqualificazione ambientale dell’Ilva

Corrado Carrubba, Enrico Laghi e Piero Gnudi

Non c’è nessun ritardo sull’applicazione del Piano ambientale. Anzi i principali interventi saranno completati entro il 2021. Questa la rassicurazione principale dei commissari straordinari del gruppo Ilva (Enrico Laghi, Pietro Gnudi, Corrado Carrubba) davanti alla commissione Ambiente alla Camera, dove è stato presentato lo stato dell’arte sulla riqualificazione ambientale del grande siderurgico tarantino, ormai in mano all’Acelor-Mittal.

Il commissario straordinario Enrico Laghi ha raccontato – seguendo un documento ad hoc – dello stato dell’arte, offrendo subito la “buona notizia” sulla copertura di almeno la metà dei parchi minerali e fossili entro maggio; con particolare attenzione alla parte limitrofa al quartiere Tamburi.

I principali interventi – anche grazie all’Addendum al dpcm del 2017, cioè all’integrazione all’accordo voluta dal ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio che sostanzialmente anticipa alcuni step del programma degli interventi di riqualificazione, come per esempio la scadenza per il completamento dei parchi anticipata a dicembre 2019 (rispetto a quella originaria fissata al 2021) – saranno completati entro il 2021, con una stima degli investimenti pari a circa due miliardi di euro: 600 milioni per gli impianti dell’area a caldo; 500 milioni per la copertura dei parchi e la chiusura dei nastri e fabbricati; 300 milioni per la gestione e il trattamento delle acque, dei rifiuti e delle discariche; 400 per altri interventi, la sicurezza e l’ambiente; 200 milioni per ulteriori fondi.

Tra le accelerazioni agli interventi previsti dal Piano ci sono il completamento della copertura del parco minerale entro dicembre 2019 invece che entro ottobre 2021; la copertura del parco fossile entro maggio 2020 invece che entro ottobre 2021; il completamento della pavimentazione del parco loppa entro settembre 2019 invece che entro aprile 2022; il completamento della copertura del parco agglomerati entro ottobre 2021 invece che aprile 2022; l’accelerazione degli interventi di raccolta e trattamento delle acque piovane, da completare entro dicembre 2022 invece che entro agosto 2023.

Sul versante lavoro e occupazione Laghi non può essere però altrettanto preciso (neanche rispetto al numero di eventuali lavoratori che potranno essere utilizzati per interventi di bonifica sulle aree escluse), facendo presente semplicemente che prosegue “il monitoraggio sull’attuazione dell’accordo” e che “il numero dei soggetti che hanno aderito al Piano di incentivazione supera i mille” mentre per chi “non ha aderito vale la clausola sociale” con “l’obbligo di assunzione da parte di Mittal in un arco temporale predefinito”.

La produzione di acciaio resterà nei limiti delle 6 milioni di tonnellate all’anno fino al completamento di tutti gli interventi. Le risorse già spese, pari a circa 600 milioni, hanno riguardato l’area dei parchi con quattro attività fondamentali: la riduzione del 30% della giacenza media annua delle materie prime per ridurre gli stock, l’arretramento di 80 metri del confine del parco minerale, l’introduzione di reti di protezione e l’avvio della copertura parchi minerari, il completamento della copertura di due parchi calcare. Allo stesso tempo l’Altoforno 1 gode adesso delle migliori tecnologie ambientali disponibili sulle emissioni; c’è poi stato un miglioramento per contrastare il fenomeno dello “slopping” (cioè parte delle emissioni non convogliate che producono nubi rossastre). Inoltre sono stati sigillati i fabbricati per il contenimento delle polveri diffuse e si è coperto il 72% dei nastri trasportatori. Mentre per gli interventi scaduti a dicembre dell’anno scorso, sono stati completati la messa in sicurezza d’emergenza della falda superficiale, l’adeguamento e la gestione dei depositi e alcune discariche.

Infine c’è stato spazio, anche per via di alcune domande dei deputati, all’aumento delle emissioni oltre i limiti; cosa, quest’ultima, che alcune associazioni e i Verdi hanno ripreso a denunciare, in seguito all’incremento dei livelli di alcuni inquinanti e della diossina. Laghi ha soltanto fatto presente che i commissari non sono stati con le mani in mano, e hanno chiesto informazioni sia a Mittal che all’Arpa; da queste informazioni ne è emerso che i limiti, sia quelli per la città di Taranto sia quelli legati all’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) dell’ex Ilva, “non sono stati superati”. Intanto tra meno di 24 ore il coordinatore dei Verdi Angelo Bonelli annuncia una conferenza dedicata all’argomento, in cui verranno resi pubblici “nuovi documenti” che confermerebbero “l’aumento del 916% della diossina”.

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