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È l’Europa l’istituzione che ci tutela nel dialogo con la Cina. Parla Tajani

“Sono profondamente convinto che l’unica istituzione a noi vicina che può avere la forza per trattare e farci rispettare con la Cina sia l’Unione Europea”, dice il presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani a Formiche.net.

Il presidente, ad Assisi per la consegna della Lampada della Pace nella Basilica Superiore di San Francesco (con i reali di Giordania, la cancelliere Angela Merkel e il premier Giuseppe Conte), commenta la decisione italiana di aderire alla Nuova Via della Seta. “Un progetto cinese, pensato dai cinesi, su cui è giusto collaborare, ma con le dovute reciprocità che l’Ue sta chiedendo. Dobbiamo evitare colonizzazioni: il termine è magari forte, ma vediamo tutti quel che sta succedendo in Africa e Sudamerica?”.

Ieri è stata diffusa una dichiarazione con cui il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha definito “deludente” la mossa italiana verso Pechino — su cui gli americani avevano più volte alzato avvertimenti esprimendo contrarietà. Parole arrivate mentre il vicepremier Luigi Di Maio era a Washington, impegnato in un incontro con il consigliere per la Sicurezza nazionale, John Bolton: “gestire” le relazioni con la Cina è stato uno degli argomenti trattati (d’altronde il National Security Council è stato l’organo con cui gli Usa hanno pubblicamente espresso le proprie perplessità/bacchettate).

L’italiano ha continuato a difendere la linea del governo anche nella capitale statunitense, sostenendo che “si tratta solo di un accordo commerciale e non politico”. Tuttavia l’incontro con il consigliere Bolton può significare che Washington mette di più il focus su questioni politiche e geopolitiche.

Presidente, l’Europa è delusa da come l’Italia ha giocato le sue carte con la Cina? “Credo che l’Italia abbia sbagliato a muoversi da sola perché da soli non siamo in grado di confrontarci con un Paese così forte, che non è un’economia di mercato per come la intendiamo noi, non è una democrazia per come la intendiamo noi, e continua a compiere azioni scorrette su diversi fronti, pensiamo al dumping per esempio. L’Ue è stata perentoria su certe questioni, pensiamo ancora al 5G, i dati sono la vera ricchezza in questo momento. Il governo italiano mi è sembrato invece più disinvolto”.

Il presidente ricorda il valore “anima europea”, così la chiama. E spiega: “L’Europa difende la libertà in Venezuela perché crede che la difesa dei diritti umani significhi mettere al centro la persona. Da tutto questo deriva la difesa della libertà e della democrazia, che è espressione della libertà”. Il discorso vola alto: “Se questa è l’anima, possiamo allora crearci attorno le istituzioni con cui lavorare. E in questo momento, nell’era della globalizzazione, dobbiamo fare in modo che siano quelle istituzioni a proteggerci nel modo migliore quando entriamo in contatto o competizione con certe realtà come la Cina o la Russia”.

“Il problema — aggiunge — non è fare la guerra commerciale alla Cina. Con Pechino dobbiamo dialogare, lavorare e collaborare. Ma attenzione: l’esposizione concessa da Grecia e Portagallo ha portato, per esempio, quei Paesi a vendere le loro reti elettriche ai cinesi, e questo significa che loro hanno perso quote di sovranità”.



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