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La Difesa rafforza il sistema-Paese. Il viaggio in Kuwait del sottosegretario Volpi

Il Medio Oriente resta una regione strategica per il Paese, impegnato a rafforzare una presenza già di rilievo sia nei rapporti militari e di sicurezza (si pensi allo sforzo anti-Isis), sia nelle relazioni industriali. Ciò vale in particolare per il comparto della Difesa, un’eccellenza del sistema-Paese e una componente importante della politica estera nazionale. È quanto emerge dalla visita in Kuwait del sottosegretario alla Difesa Raffaele Volpi, che intanto è tornato a parlare anche della partecipazione italiana al programma F-35: “Una piattaforma straordinaria”.

A BORDO DI FREMM MARGOTTINI

Il viaggio mediorientale è stato occasione per fare visita a Nave Margottini, la Fremm della Marina militare attualmente in sosta a Kuwait City per la campagna navale in Medio Oriente e Mare arabico. L’unità navale, ha spiegato Volpi, “nell’ambito dell’attività di presenza e sorveglianza nell’area, a tutela delle linee di traffico marittimo di interesse nazionale, sta effettuando una serie di soste nei principali porti della penisola arabica anche a favore della valorizzazione dell’eccellenza tecnologica italiana”. È questo un esempio di come la Difesa sia componente della politica estera nazionale. “Le attività svolte nel settore della cooperazione internazionale con i Paesi dell’area con cui l’Italia intrattiene importanti rapporti anche industriali, sono volti a promuovere, in modo sistemico, i prodotti del sistema-Paese, con importanti ricadute economiche e occupazionali sia per le grandi che per le piccole e medie imprese nostrane”, ha rimarcato Volpi.

LA CENTRALITÀ DEL MEDIO ORIENTE

D’altra parte, ha notato ancora il sottosegretario, la regione mediorientale “rappresenta un’area di primario interesse nazionale in cui il Paese è impegnato a rafforzare una presenza di rilievo, in termini qualitativi e quantitativi, tutelando la propria posizione in un contesto molto competitivo e dinamico”. In particolare, “è una delle regioni di riferimento per gli approvvigionamenti energetici del Paese e per la sicurezza dei traffici marittimi globali, volani di stabilità e crescita”.

GLI INCONTRI IN KUWAIT

Poi, gli incontri con i vertici del Kuwait, in particolare con il capo di Stato maggiore della Difesa, generale Mohammad Al-Khedhr. Al centro del colloquio sia gli aspetti relativi alla sicurezza, sia quelli concernenti la cooperazione industriale. “Vorrei ricordare – ha detto Volpi – che sono molti i militari kuwaitiani che si formano presso i nostri centri di eccellenza, nelle accademie militari e in particolare nelle scuole di volo sui nuovi velivolo M-346”. Successivamente, anche l’incontro con il personale dell’Aeronautica militare italiana della Task Force Air Kuwait, che opera con il velivolo Predator a supporto della coalizione anti-Isis nell’ambito dell’Operazione Inherent Resolve. “Sono fiero ed orgoglioso di poter portare il pensiero che il governo italiano vi riconosce con la vostra professionalità, le elevate competenze, lo spirito di abnegazione che vi contraddistingue ci fate sentire fieri di essere orgogliosamente italiani”, ha detto ai militari italiani.

IL DOSSIER F-35

Intanto, entro i confini nazionali, i temi della Difesa continuano ad alimentare il dibattito. Sulla partecipazione italiana al programma F-35 è ancora in corso la valutazione tecnica del ministero guidato da Elisabetta Trenta. Dopo le visite al polo di Cameri (cuore della partecipazione industriale italiana al Joint Strike Fighter) e alla base sarda di Decimomannu, dove l’Aeronautica ha schierato alcuni velivoli per esercitazioni, il sottosegretario è tornato sul tema in un’intervista a Difesa Online. “L’F-35 è una piattaforma straordinaria, indubbiamente uno degli elementi più innovativi nel quadro mondiale dell’innovazione tecnologica, con una presenza industriale importante del nostro Paese che esemplifica quello che sappiamo fare in questo settore”.

LE PROSPETTIVE INDUSTRIALI

Il velivolo di quinta generazione ha inoltre “capacità dual use, grazie all’avanzata tecnologia” che può sfruttare “ad esempio nel controllo del territorio”. Sulla partecipazione industriale, il contributo italiano a Cameri “non è solo di lamiera, dato che realizziamo una parte centrale che è piena di tecnologia”. Ci sono inoltre “grandi prospettive industriali per il Paese vista la possibilità di accordi per costruire anche i velivoli di altri Stati e di effettuare manutenzione”. C’è infine un dato economico che influisce sull’odierno dibattito relativo alla razionalizzazione delle spese. “Più sei in grado di avere strumenti avanzati come questo – ha detto concludendo Volpi – più sei in grado di risparmiare perché rafforzi la tua deterrenza”. Nel frattempo, il programma internazionale ha fatto registrare un importante traguardo negli Stati Uniti, dove la US Navy e il Corpo dei Marines hanno annunciato che l’F-35C (variante da portaerei) ha soddisfatto tutti i requisiti per il raggiungimento della Capacità operativa iniziale (Ioc).

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