C’è con molta probabilità lo “zampino” di Michele Geraci – il sottosegretario al Mise (in quota Lega) originario di Palermo ma con la passione per la Cina – nella visita che il presidente della Repubblica Popolare Xi Jinping tiene oggi e domani nel capoluogo siciliano, dopo la due-giorni romana culminata con la firma del Memorandum d’intesa che sancisce l’adesione ufficiale dell’Italia alla nuova Via della Seta.
Ma il passaggio a Sud di Xi, ha spiegato lo stesso Geraci, intende avere soprattutto una valenza simbolica di cortesia istituzionale nei confronti della città che ha dato i natali al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, mediatore decisivo (e tutt’altro che acritico) nella costruzione di un accordo sulla Belt and Road Initiative che limasse le divergenze (tutt’ora non del tutto appianate) tra le due anime del governo e riducesse i timori dei più stretti alleati del nostro Paese, Stati Uniti in testa.
L’ARRIVO DI XI
Gli impegni del presidente cinese in Sicilia sono iniziati oggi pomeriggio. Atterrato alle 15:45 sulla pista dell’aeroporto “Falcone-Borsellino” con il Boeing 747 dell’Air China, ha trovato ad aspettarlo il prefetto Antonella De Miro, il sindaco della città metropolitana Leoluca Orlando e il presidente della Regione Nello Musumeci. La prima tappa è stata Palazzo dei Normanni, sede del Parlamento regionale, dove in questo momento sventola anche la bandiera rossa della Cina accanto a quella dell’Unione europea, al tricolore italiano e alla Trinacria della Sicilia. Ad accoglierlo in questo caso il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè. Subito dopo il trasferimento a Villa Igiea, uno storico albergo di lusso considerato tra i più belli dell’isola, dove alloggia con la consorte Peng Liyuan. In programma, forse, qualche altro incontro e una passeggiata a Mondello, prima di partire domani in mattinata, alle 10, ora in cui è fissata la partenza del volo per Nizza da dove poi raggiungerà il Principato di Monaco.
LA PARTE ECONOMICA
Fin qui gli impegni istituzionali e ‘turistici’. Meno chiari, invece, i possibili risvolti economici della visita di Xi a Palermo. Non è noto se verrà proposta una collaborazione con i porti siciliani (Pechino sembra molto più interessata a quelli del Nord Italia), mentre è certo, ha detto Geraci, che si sta negoziando l’avvio di voli diretti tra la Cina e la Sicilia, con l’intento di favorire l’afflusso di turisti.
Salutato con grande enfasi dalle autorità cittadine, l’arrivo del presidente cinese sarà anche per il sindaco di Palermo Leoluca Orlando l’occasione di sottoporre alla delegazione della Repubblica Popolare un dossier che contiene le possibilità per gli investitori stranieri.
Centrale, nel documento, dovrebbe essere la proposta di una infrastruttura di rete superveloce di nuova generazione per tutta l’area metropolitana, con l’obiettivo di abilitare una serie di servizi basati sull’Internet of Things. Nei piani anche la creazione di un Laboratorio di ricerca sull’utilizzo delle tecnologie 5G nell’ambito delle Smart Cities.
LE PERPLESSITÀ
Punti, questi, che hanno suscitato in diversi osservatori più di qualche perplessità, dal momento che il governo a Roma, soprattutto nella parte che fa capo alla Lega di Matteo Salvini, si è speso molto per mettere dei paletti – attraverso un’estensione della Golden power – al 5G ‘made in China’ nella Penisola (anche se la parola ‘telecomunicazioni’ è rimasta nel testo del Memorandum firmato dai due Paesi).
A questo, ha raccontato Formiche.net, c’è un ulteriore elemento che aggiunge delicatezza al dossier secondo chi guarda con scetticismo alla presenza cinese che potrebbe esserci anche in Sicilia dopo l’adesione alla Bri e alla stipula di altre intese: i cavi sottomarini. Network strategico su cui la concentrazione della Nato è elevata da diverso tempo, perché sono l’autostrada posata sott’acqua su cui viaggiano i bit delle comunicazioni internet globali. Sono circa 380 cavi in fibra ottica che trasportano il 95% di tutte le comunicazioni via Internet al mondo, attraverso un migliaio di stazioni di arrivo sulle coste.
Uno snodo nevralgico da cui passano tutte le comunicazioni da e per Medio Oriente e Nord Africa si trova già nelle acque italiane davanti alla punta occidentale della Sicilia, da dove poi si collega a Marsiglia.
Le città interessate sono Trapani, Mazara del Vallo e Palermo, a largo di cui passa il Flag Europe-Asia, porzione dei ventottomila chilometri del Fiber-Optic Link Around the Globe su cui viaggiano dati dal Regno Unito fino al Giappone (e tutte le tappe intermedie). Senza contare la presenza di due basi importanti come quella di Sigonella (il cuore dell’Alliance Ground Surveillance della Nato) e quella di Niscemi (dove c’è una della quattro stazioni di terra del Muos, il sistema tattico a banda stretta di nuova generazione di comunicazione via satellite tra le forze Usa in movimento, interoperabile con i sistemi dell’Alleanza atlantica).