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Ecco come Roma diventerà la caput mundi della cooperazione profit. Parla Piccinetti (Fiera di Roma)

“Siamo convinti che Roma – terza città al mondo per numero di sedi Onu, città che deve rivendicare con forza il suo ruolo di Capitale importante e di punto di riferimento assoluto per il Mediterraneo – sia il luogo ideale per un appuntamento dedicato alla cooperazione internazionale”. A parlare è Pietro Piccinetti, amministratore unico della Fiera di Roma che sta organizzando dal 15 al 17 maggio una kermesse davvero singolare nel suo genere: la cooperazione non nel campo sociale ma come occasione di business e di incontri per le aziende, con una particolare attenzione all’Africa che sarà il Paese focus e il coinvolgimento di colossi come Cassa Depositi e Prestiti che favorirà accordi, partnership, iniziative, progetti, investimenti tra le aziende partecipanti. “La sfida economica legata al settore è ormai evidente – sottolinea – noi abbiamo messo attorno al tavolo tutti i protagonisti della filiera. Gli ingredienti per fare bene ci sono tutti”.

Fino ad oggi se si pensa alla cooperazione vengono in mente esclusivamente i progetti con il sociale. Voi volete declinarla in profitti. Ma come?

È questa la prospettiva originale della nostra manifestazione: una Fiera dedicata alla cooperazione internazionale, anche dal punto di vista delle aziende. Mi spiego meglio. exco2019 sarà una grande vetrina dove l’intera filiera della cooperazione potrà mettersi in mostra e incontrarsi: istituzioni nazionali, europee e multilaterali, pubbliche e private, Ong, enti profit e aziende, con appositi spazi per gli incontri tra le imprese e tutti i potenziali buyer. Sarà un’opportunità concreta per tutte le imprese interessate a investire su nuovi mercati. È questa la vera sfida economica del momento, a livello globale, europeo e italiano.

Si sta, per caso, declinando il famoso “aiutiamoli a casa loro” da un piano politico ad uno economico?

In effetti sì. La Cooperazione internazionale va intesa, così come la stessa Legge 125/14 prescrive, non quale mero impegno di beneficenza, ma come braccio operativo della politica estera del nostro Paese. Il sistema fieristico può farsi compartecipe di questo cambiamento di prospettiva, ideologico e concreto. E le piccole e medie imprese italiane rappresentano il traino fondante per questo mutamento strategico.

Il focus sarà sull’Africa, un continente in mano ai cinesi. Non c’è il rischio che questo progetto sia velleitario?

Vedremo, ma i numeri ci danno ragione. La Cina è la più presente in Africa, ma l’Europa rappresenta il 40% dei flussi di investimenti diretti esteri e rimane il principale partner commerciale del continente, stando ai dati della Commissione, con 243,5 miliardi di euro di scambi commerciali nel 2017. E l’Italia è il primo Paese europeo per valore degli investimenti diretti esteri realizzati nel 2016 in Africa, con un totale di 20 progetti per complessivi 4 miliardi di dollari. A livello mondiale il nostro Paese è dietro solo a Cina, Emirati Arabi Uniti e Marocco. Si tratta di un treno da cui non possiamo scendere.

Un ruolo determinante lo avrà Cassa Depositi e Prestiti. Ci spiega come?

Cassa Depositi e Prestiti è uno dei protagonisti di exco2019, con il ruolo non solo di agevolare la costruzione di rapporti tra imprese, buyer e tutti gli attori della cooperazione internazionale, ma anche di favorire accordi, partnership, iniziative, progetti, investimenti, con lo studio di strategie ad hoc. Contiamo che il risultato sia un aumento concreto degli investimenti e delle iniziative della cooperazione internazionale.

Sui fondi europei siamo sempre in ritardo sia in fase di progettazione che di realizzo. Un problema delle aziende italiane?

Le aziende italiane hanno difficoltà evidenti a sfruttare al meglio i fondi europei, ma questo deve costituire un incentivo per fare più e meglio. Anche in tale ottica il settore della cooperazione è particolarmente sfidante. La Commissione europea ha istituito nel 2017 il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (Efsd), strumento di attuazione del Piano Europeo per gli investimenti privati in Paesi fuori dall’Unione Europea, in particolare nei Paesi africani e in quelli confinanti con l’Ue. La parte più innovativa del piano riguarda le risorse, 1,5 miliardi, usate per attrarre investitori privati in situazioni di mercato più difficili, proprio come l’Africa. Inoltre il Fondo intende mobilitare investimenti privati fino a 44 miliardi di euro: è evidente che l’audacia delle aziende che sanno e sapranno fare investimenti in Africa verrà premiata.

Nella tre giorni ci saranno anche dei programmi che saranno “venduti” all’asta. Cosa significa?

Nel corso di exco2019 inaugureremo, per la prima volta in Italia, il progetto pilota Auction Floor. Una vera e propria asta per rilanciare dinnanzi a un pubblico di potenziali sponsor – come agenzie di sviluppo, aziende, banche di investimento, fondazioni, organizzazioni internazionali – progetti di sviluppo sostenibile che hanno partecipato a bandi, senza però ottenere finanziamenti e che durante la nostra manifestazione avranno una seconda possibilità”.



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