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5G, Berlino non ascolta Washington e lascia in gara Huawei

5G, Huawei

Berlino non ascolta i moniti di Washington e annuncia che l’Authority tedesca sulle tlc ritiene che Huawei debba partecipare alla corsa in Germania per costruire il network 5G, l’ultima generazione di rete mobile al centro di uno scontro globale tra l’amministrazione Usa e Pechino.

IL COMMENTO DI HOMANN

Parlando con il Financial Times, Jochen Homann – a capo della Bundesnetzagentur, l’agenzia federale di regolamentazione conferma la posizione già espressa dal vertice politico, ovvero che secondo l’autorità “nessun fornitore di equipaggiamenti, incluso Huawei, deve o può essere specificamente escluso”.

L’APPELLO USA

Sono passati quattro mesi ormai da quando il governo statunitense ha tenuto i primi colloqui con i rappresentanti dei Paesi alleati (in particolare Nato e Five Eyes e con una particolare attenzione nei riguardi delle nazioni che ospitano basi americane, come Italia, Giappone e Germania) chiedendo di escludere i colossi cinesi come Huawei e Zte – quest’ultima sotto il diretto controllo statale – dallo sviluppo delle proprie reti 5G.

Quest’ultima è una tecnologia che nei prossimi anni cambierà totalmente il modo in cui la società utilizza la rete internet. Le nuove reti mobili potrebbero raggiungere una rapidità nel trasferimento dati 100 volte maggiore dell’attuale 4G, con una latenza (ossia la velocità di risposta di un sistema) venti volte maggiore. Ciò, sommato a altre caratteristiche, potrà abilitare secondo gli esperti una innumerevole serie di servizi collegati all’Internet of Things in campi come l’agricoltura di precisione, le reti di trasporto intelligenti, la telemedicina, l’energia, l’intrattenimento e persino il giornalismo, per citarne alcuni.

Proprio questa iperconnessione, che favorirà lo scambio di una enorme mole di dati, spesso anche sensibili, è una delle ragioni dell’accento posto di recente da Washington sulle implicazioni di sicurezza legate al 5G e al ruolo di Pechino nello sviluppo delle nuove reti mobili ultraveloci, un dossier del quale l’amministrazione Usa sta ancora discutendo con l’Italia e con tutti i partner europei e Nato. Washington – che ha lanciato un suo piano per il 5G oltreoceano – ha lanciato nel tempo diversi ‘warning’ sull’argomento, ritenendo i colossi cinesi della tecnologia dei potenziali veicoli di spionaggio a beneficio di Pechino (in virtù soprattutto di una Legge sull’intelligence che obbligherebbe le aziende della Repubblica Popolare a collaborare con la madrepatria).

Da qui la necessità, secondo Washington, di non cedere alle sirene cinesi e di considerare il 5G una infrastruttura critica da proteggere secondo i più alti standard di sicurezza. Livelli che, ha ribadito nei giorni scorsi il più alto funzionario cyber del Dipartimento di Stato americano, Robert Strayer, l’utilizzo di tecnologia di aziende come Huawei e Zte non garantirebbe, al punto che una loro adozione da parte degli alleati potrebbe influenzare la capacità Usa “di condividere informazioni di intelligence” con i suoi alleati, perché inserirebbero “apparecchiature non sicure nella loro rete 5G”. La preoccupazione americana, ha evidenziato l’alto funzionario, tuttavia “non riguarda solo l’intelligence cinese. Il flusso di dati tra Stati Uniti ed Europa è destinato ad aumentare, le nostre economie sono interconnesse, e dobbiamo assicurarci di essere in grado di interoperare e di operare su un’infrastruttura critica che faciliti la nostra economia, non che la ostacoli. Tra Stati Uniti ed Europa c’è anche molta cooperazione militare e focalizzata su vari interessi legati alla sicurezza nazionale. I timori che abbiamo sono legati non solo allo spionaggio”, ha concluso Strayer, “ma anche e soprattutto il fatto che i cinesi possano disporre del potenziale per interrompere o alterare la qualità del servizio che viene fornito su queste reti”.

Nonostante i diversi appelli americani, confermati con una lettera dell’ambasciatore americano in Germania indirizzata al governo, Berlino sembra però intenzionata a lasciare una porta aperta a Huawei (puntando anche sul fatto che – come aveva riportato giorni fa la Frankfurter Allgemeine Zeitung citando fonti del governo tedesco – Washington si sarebbe detta soddisfatta degli standard di sicurezza messi in campo da Berlino).

COME SI SVILUPPERÀ IL 5G DI BERLINO

Ora la Bundesnetzagentur dovrebbe affidare la diffusione della nuova rete ultraveloce ai 4 operatori telefonici principali Deutsche Telekom, Vodafone, Telefónica e Drillisch. Le telco potranno – successivamente alla conclusione dell’asta – iniziare a costruire l’infrastruttura necessaria per supportare la rete. In Germania, attualmente, tutti gli operatori lavorano con tecnologia Huawei nei loro sistemi. Ma nel tentativo di rassicurare gli Stati Uniti, l’Agenzia federale per la regolamentazione della rete, ha pubblicato una bozza di documento riguardante una nuova serie di linee guida per la sicurezza. Il testo, ancora in fase di consultazione tra industria e diversi rami governativi, afferma che le attrezzature possono essere acquistate solo da venditori fidati, ovvero coloro che rispettano inequivocabilmente le norme di sicurezza nazionali nonché le disposizioni sulla segretezza delle telecomunicazioni. Ciò significa, in primo luogo, che per operare sulla rete 5G tedesca il colosso di Shenzhen dovrà dimostrare di soddisfare tutti i requisiti di sicurezza richiesti; in seconda battuta, che i componenti forniti dalla stessa saranno sottoposti a minuziosi controlli di sicurezza e successivamente certificati dall’Ufficio federale per la sicurezza delle informazioni, il Bsi, ovvero il servizio di intelligence responsabile per la sicurezza informatica. Il coinvolgimento di Huawei nello sviluppo del 5G tedesco, si nota a Berlino, è dunque ancora tutt’altro che scontato.


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