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Salvini da Le Pen, mentre Washington avvisa l’Italia di non esporsi alle ingerenze di Mosca

Ieri, il ministro degli Interni italiano, il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, ha approfittato della ministeriale G7 convocata a Parigi a Place Beauvau, di fronte all’Eliseo, per tenere due incontri significativi. Uno a latere del vertice, con la Christophe Castaner, “premier flic de France” (copyright Georges Clemenceau), primo faccia a faccia tra i due in mezzo alle polemiche di settimane fa tra Francia e Italia – Salvini ha commentato a margine dell’incontro che si è parlato di un coordinamento tra rispettive polizie, anche sul fronte del contrasto all’immigrazione (un cambio di tono “sharp“, in questo caso “netto”, scrive la Reuters, rispetto a quelli precedenti).

In un altro – più distante in termini ideologici dall’Eliseo – ha incontrato Marine Le Pen, leader del Rassemblement National (un tempo, fino al 2018, Front National), ossia del movimento nazionalista che sfida la presidenza Macron, ha posizioni fortemente euroscettiche e soprattutto collegamenti diretti con la Russia di Vladimir Putin – secondo  quanto scoperto dalla rivista investigativa Mediapartottenne finanziamenti da una banca russa nel 2014 e dunque ha un link aperto col Cremlino.

Secondo quanto fatto sapere, i due leader nazionalisti stanno pensando a una manifestazione congiunta in vista delle elezioni europee in cui “annunciare l’inizio di una nuova Europa”. Entrambi sono impegnati a stringere nuove alleanze internazionali per allargare la famiglia di chi vuole cambiare Bruxelles. Le Pen ha in precedenza appoggiato l’idea di espandere la presunta alleanza tra il suo RN e la Lega in una “grande coalizione” di forze nazionaliste, cosa su cui anche Salvini sta lavorando, in grado di esercitare una vera influenza al Parlamento europeo. I manifesti elettorali del partito di estrema destra francese sono accompagnati da Le Pen e Salvini, con lo slogan: “Le nostre idee stanno arrivando al potere”.

Questo che Salvini vede come un processo di fortificazione è però letto all’interno di certi ambienti diplomatici come una debolezza, perché è un avvicinamento eccessivo verso l’influenza russa, dando esposizione a Mosca e facilitandone la penetrazione nel tessuto politico-sociale-culturale europeo – altrettanto potrebbe fare l’eventuale coalizione, potenzialmente composta da forze nazionaliste e sovraniste che hanno spesso strizzato l’occhio da più parti d’Europa ai piani avventuristici con cui il Cremlino cerca di disarticolare il processo Ue.

Queste attività russe sono finite negli ultimi giorni nel mirino americano e Nato. Dichiarazioni sul tema sono state fatte da diversi membri di alto livello dell’Alleanza Atlantica, riunita a Washington in tono cerimoniale per il 70esimo anniversario, ma anche con scopi operativi durante la riunione ministeriale Esteri – e l’argomento tornerà centrale quando i capi della diplomazia dei paesi del G7 si riuniranno, sempre a Parigi, nel weekend.

Tra questi avvertimenti americani c’è stato anche quello del portavoce del Consiglio di Sicurezza nazionale, che ha fatto notare all’Ansa che gli Stati Uniti vedono che la Russia sta cercando di crearsi spazio all’interno del quadro politico italiano – e l’accordo tra Lega e Russia Unita, il partito di Putin, è un evidente punto di aggancio .

Mosca “tenta di sfruttare le preoccupazioni del popolo italiano e di amplificare le sue delusioni, per esempio sovrastimando esageratamente gli effetti delle sanzioni Ue alla Russia sull’economia domestica italiana. L’opinione pubblica italiana ha il diritto di fare domande difficili alla sua leadership, ma alla Russia non dovrebbe essere consentito di sfruttare il processo democratico italiano”, dice l’uomo che è incaricato di comunicare la linea dell’organismo dove si consiglia la linea strategica alla presidenza Trump.

Un’affermazione che chiarisce come per l’interesse generale statunitense, la strategie, il sistema di alleanze ed equilibri che l’Unione europea ha garantito nell’ambito delle relazioni transatlantiche è fondamentale – nonostante le critiche uscite dalla Casa Bianca contro Bruxelles e il sostegno dialettico fornito a posizioni euroscettiche da qualche tweet presidenziale.

Sotto quest’ottica, un’eccessiva esposizione verso Mosca è vista dagli Stati Uniti come un elemento destabilizzante, perché la Russia, come la Cina, è catalogata come “potenza rivale” nell’ultimo documento strategico nazionale americano. Un paese che lavora per destabilizzare la forza dell’Occidente per come lo conosciamo, ossia quello fondato sulle relazioni transatlantiche.

Per altro, si fa notare da ambienti diplomatici, che non c’è coerenza in questo comportamento della Lega, dove Salvini corre a incontrare Le Pen, mentre il suo braccio destro, Giancarlo Giorgetti, nelle scorse settimane era a Washington a rassicurare l’amministrazione Trump sulle posizioni atlantiste della linea governativa italiana.

Secondo un report preparato dall’Alliance for Securing Democracy del German Marshall Fund e dal Center for Advanced Defense Studies, il prestito russo al Front national, ora RN, è un esempio che mostra come la Russia sia disposta a sfruttare reti finanziarie poco limpide per perseguire i propri scopi politici. “Ogni volta che hai un leader politico che dice che dovremmo cambiare la nostra politica riguardo alla Russia […] sono interessati a sostenerlo” ha detto Aymeric Chauprade, un membro del Parlamento europeo che ha consigliato Le Pen in materia di politica estera prima di lasciare il suo partito: “Era nell’interesse della Russia sostenere Marine Le Pen”.

(Foto: Twitter, @MLP_Official)


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