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“Sprezzante con le reti di carità”. La Cei risponde per le rime a Salvini

salvini

Il quotidiano dei vescovi, Avvenire, non ha lasciato passare sotto silenzio la polemica del ministro dell’interno Matteo Salvini con la Caritas. Oggi ha colpito non poco la prima pagina del quotidiano, con un titolo per nulla ambiguo: “Salvini sprezzante con le reti di carità”.

Scrive Francesco Riccardi: “La sua personale macchina della propaganda, elegantemente battezzata “la bestia”, se n’è accorta con una settimana di ritardo. Ma non ha voluto perdere l’occasione, ieri, per far gettare al ministro dell’Interno una palata di fango sulla Chiesa e sui tanti cristiani volontari che si occupano di poveri e, dunque, anche di migranti. E così – rilanciando un articolo di “OggiTreviso.it” del 17 aprile, nel quale si dava conto dell’annuncio delle Caritas di Treviso e Vittorio Veneto di non voler partecipare ai nuovi bandi ridotti per l’accoglienza – Matteo Salvini ha commentato su Facebook e Twitter: «La MANGIATOIA è finita, chi speculava con margini altissimi per fare “integrazione”, spesso con risultati scarsissimi, dovrà cambiare mestiere”.

La Caritas sostiene una tesi molto diversa: ridurre i contributi per i centri di assistenza, togliere i corsi di italiano, penalizzare la rete diffusa che consente l’integrazione migliore di singoli o piccoli gruppi o in strutture molto piccole, ridurre drasticamente l’assistenza psicologica soprattutto per le donne violate e molto altro, tutto questo riduce l’impegno richiesto a dare un posto letto o un pasto caldo. E questo, sebbene importante, non è sufficiente. In una logica di sussidiarietà, nota sempre Riccardi, “l’amministrazione pubblica – non la Caritas – aveva stabilito un rimborso dei costi complessivi di alloggio, vitto, sorveglianza, corsi di lingua, assistenza psicologica e altri servizi per l’inclusione pari a 35 euro per persona, stabilendo parametri e richieste precise per il loro impiego. Servivano, oltre che a coprire i costi di struttura e di mantenimento, anche a pagare regolarmente personale (soprattutto italiano) specializzato, come psicologi, medici, insegnanti e mediatori culturali”. Ora si scende, e di molto, con tagli che arrivano a sfiorare il 40%.

Dunque i posti di lavoro che garantiva la rete di aiuto all’integrazione sono a rischio? Forse sì, visto che tutto si potrà fare con volontari, ma la costanza, qualità e certezza del servizio reso da volontari garantirà chi riceve il servizio, non chi lavorava per prestarlo. L’idea che tutto questo fosse una pacchia è discutibile, ma nei corridoi di Via Aurelia, dove hanno sede gli uffici della Conferenza Episcopale Italiana pochi hanno voglia di replicare dopo l’eloquente prima pagina di Avvenire. “È tutto chiaro, tutto già detto mille volte, il tweet non aggiunge nulla di nuovo”, commentano a Formiche.net.

In molti colgono un collegamento tra la riduzione di questo impegno per favorire l’integrazione e l’abolizione del permesso umanitario. Il prodotto di tutto questo lo vedono già delinearsi nella crisi delle badanti. In un Paese sempre più avanti con gli anni, la crisi delle badanti è già all’angolo, non dietro, e quando si vedrà potrà colpire non tanto le badanti, per le quali è disponibile l’universo mondo, ma le famiglie italiane. Anche gli industriali del nord avvertiranno presto il peso di scelte che già oggi producono richieste di lavoro che non trovano risposte sul mercato. Si tratta di centinaia di migliaia di richieste inevase, affermano i tanti non proprio determinati a non commentare, e difficilmente questo potrà far bene alle nostre imprese.

Così un religioso in clergyman che passa senza dare il proprio nome, dopo aver affermato che il no comment è l’unica risposta rivolge a tutti un invito: rileggere Carlo Maria Cipolla e il suo libro più famoso, “le leggi fondamentali della stupidità umana”. Questo famoso Visiting professor alla californiana università di Berkeley ci divide in quattro categorie: gli intelligenti, gli stupidi, gli ingenui e i malavitosi. Gli stupidi sanno fare sistema senza saperlo, per questo sono pericolosi. Gli ingenui invece si differenziano dai malavitosi per il fatto che fanno male agli altri ma anche a se stessi. Ascoltando si potrebbe pensare che la bomba-badanti potrebbe favorire un processo di ritorno in sé. Ma anche che sarebbe preferibile riscoprire l’importanza del mutuo soccorso per tutti, per chi soccorre oggi e magari potrà essere soccorso domani, prima che sia troppo tardi. Comunque la si pensi sull’integrazione i suoi costi.

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