L’impegno dell’Europa per lo sviluppo sostenibile deve passare dalle enunciazioni ai fatti concreti. È quanto chiesto da Enrico Giovannini, portavoce dell’Asvis, l’Alleanza per lo sviluppo Sostenibile, nel corso della conferenza internazionale Per un’Europa campionessa mondiale di sviluppo sostenibile che oggi, a Roma, ha inaugurato la terza edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile con l’appello “Mettiamo mano al nostro futuro”, al quale hanno partecipato, tra gli altri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco.
Tutte le istituzioni europee (Commissione, Parlamento, Consiglio, il Comitato Economico e Sociale) hanno indicato l’”Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile” delle Nazioni Unite (sottoscritta da tutti i Paesi nel 2015) come quadro di riferimento delle politiche per il quinquennio 2019-2024. “Dopo le recenti prese di posizione delle diverse istituzioni europee – ha sottolineato Enrico Giovannini – il prossimo mese sarà decisivo per l’Unione, con l’elezione del Parlamento, la nomina del nuovo presidente della Commissione e la definizione delle priorità strategiche per il futuro. Le sfide che l’Europa dovrà affrontare sul piano economico, sociale, ambientale e istituzionali sono enormi e per questo proponiamo che la nuova Commissione, il Semestre Europeo e le priorità strategiche siano disegnate sulla base dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile. Solo così avremo quella rivoluzione positiva per l’Unione Europea, anche in risposta alle aspettative di rinnovamento espresse dai cittadini”.
L’Asvis propone di organizzare la nuova Commissione per assicurare la coerenza delle politiche settoriali espresse da Consiglio e Parlamento. In particolare suggerisce che, oltre al vicepresidente per gli Affari Esteri, la difesa e la sicurezza, ci siano quattro vicepresidenti per ciascuno dei pilastri fondamentali dell’Agenda 2030 (economa, società, ambiente e istituzioni) che coordinino l’azione dei Commissari incaricati di raggiungere i 17 obiettivi.
Li ricordiamo: 1) sconfiggere la povertà; 2) sconfiggere la fame; 3) salute e benessere; 4) istruzione di qualità; 5) parità di genere; 6) acqua pulita e servizi igienico-sanitari; 7) energia pulita e accessibile; 8) lavoro dignitoso e crescita economica; 9) imprese innovazione e infrastrutture; 10) ridurre le disuguaglianze; 11) città e comunità sostenibili; 12) consumo e produzione responsabili; 13) lotta contro il cambiamento climatico; 14) vita sott’acqua; 15) vita sulla terra; 16) pace giustizia e istituzioni solide; 17) partnership per gli obiettivi.
Purtroppo l’Unione Europea non è ancora sul sentiero tracciato dalle Nazioni Unite con l’Agenda 2030. Le sue istituzioni, è vero, hanno posto le premesse per un salto di qualità nelle politiche future. Il Parlamento ha indicato l’Agenda come riferimento centrale per le politiche dell’Ue; il Consiglio, lo scorso 9 aprile, ha sottolineato la necessità di accelerare l’attuazione dell’Agenda e ha esortato la Commissione ad elaborare una strategia globale per la sua attuazione. La società civile spinge in questa direzione ed è pronta a sostenere un’accelerazione; i cittadini si aspettano un “colpo d’ala” dalla politica.
Alle sollecitazioni e alle proposte presentate durante la conferenza, ha tentato di rispondere, per il governo, il presidente del Consiglio Conte. “Lo sviluppo sostenibile è una prospettiva imprescindibile per tutti i decisori politici – ha detto Conte – che intendono contribuire a migliorare la qualità di vita dei cittadini e a costruire sul nostro pianeta un futuro di pace, di equità e di prosperità. L’obiettivo del governo è quello di incrementare il benessere delle generazioni attuali, preservando, quanto più possibile, quello delle generazioni future. Lo sviluppo sostenibile è uno strumento fondamentale per conseguire questo obiettivo, perché ci aiuta a valutare il progresso di un Paese in un quadro multidimensionale”. A questo proposito è stato approntato un decreto che istituisce una cabina di regia, presso la Presidenza del Consiglio, chiamata “Benessere Italia”, allo scopo di coordinare le politiche di tutti i ministeri nel segno del benessere dei cittadini. Essa consentirà al nostro Paese e alle nostre politiche di perseguire in modo più incisivo gli obiettivi dell’Agenda 2030”.
Da parte sua, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha sottolineato il suolo chiave che il settore finanziario riveste “nell’influenzare la portata, la velocità e la fluidità della transizione verso un’economia a bassa emissione di carbonio. Questa transizione è necessaria se vogliamo limitare i rischi che i cambiamenti climatici pongono per il benessere dei cittadini. Il settore finanziario, le banche centrali e le autorità di vigilanza non possono supplire alle politiche necessarie a de carbonizzare i nostri sistemi energetici, ma possono svolgere un ruolo importante per favorire tale processo”.