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BlackRock si sfila. Per Carige si torna all’aiuto di Stato, come per Mps

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Come un fulmine a ciel sereno. Carige torna all’anno zero e vede l’ombra di un salvataggio di Stato. Sembrava davvero fatta per la rinascita della banca genovese e invece nulla. Gli americani di BlackRock hanno improvvisamente alzato bandiera bianca, dichiarando forfait. Non entreranno in Carige apportando quei 350 milioni e più, parte della ricapitalizzazione da 720 milioni (qui l’articolo di tre giorni fa con tutti i dettagli) con cui salvare la banca, da anni in crisi patrimoniale. Un piano, quello che aveva preso corpo in queste settimane, che incarnava quella soluzione di mercato per cui si è battuto più volte il ministro dell’Economia Giovanni Tria che ha sempre respinto l’ipotesi di un intervento dello Stato, sulla falsariga di quanto avvenuto con Mps, temendo a buon vedere rilievi da parte dell’Ue. E invece adesso si sta materializzando proprio lo spettro di una nuova operazione in stile Siena.

Usare i verbi al passato è d’obbligo ormai. Lo scorso 6 maggio il consiglio di gestione del Fondo interbancario guidato da Salvatore Maccarone aveva approvato infatti l’intervento delle banche aderenti, che ricalcava lo schema concordato con BlackRock per un’iniezione di capitale da 720 milioni. A differenza degli americani, però, le banche avrebbero dovuto convertire in azioni Carige il bond da 320 milioni sottoscritto lo scorso novembre per consentire la sopravvivenza della stessa banca partecipata dalla famiglia Malacalza. Alle banche del Fondo interbancario sarebbe dovuto andare 43% del capitale, mentre il restante tra BlackRock, Malacalza e Borsa. Ma non è così.

BLACKROCK DICE NO

Il comunicato di questa mattina diffuso dai commissari ha lasciato davvero poco spazio all’immaginazione. “Al termine di un articolata fase preparatoria BlackRock ha ritenuto di non dare ulteriore corso alla sua iniziale manifestazione di interesse“. Dunque per gli americani Carige non è un investimento. Dalle indiscrezioni trapelate la decisione di sfilarsi dalla partita Carige non è stata presa dal comitato di investimento di un fondo di BlackRock ma dai vertici stessi del gruppo, che “hanno ritenuto inadeguato il ritorno sull’investimento di tutta l’operazione e non hanno dato il loro via libera”. Insomma, investire circa 400 milioni su Banca Carige – era questo più o meno lo sforzo richiesto al colosso americanoavrebbe difficilmente comportato un guadagno futuro per gli investitori del fondo. La complessità dell’operazione a onor del vero era nota sin dall’inizio ma lo schema finale avrebbe comportato passaggi troppo onerosi e dall’esito non scontato.

I PALETTI DI DI MAIO

C’è uno strano tempismo nella vicenda Carige. Proprio ieri, intervenendo alla Camera nel corso di un Question time, Luigi Di Maio aveva dato un sostanziale via libera all’ingresso di BlackRock in Carige. Chiarendo tuttavia un concetto, che può aver rappresentato per gli americani la classica goccia. “Il piano di BlackRock dovrà risultare in ogni caso sostenibile”. Non è chiaro se le parole del vicepremier abbiano in qualche modo innervosito i vertici di BlackRock o se più semplicemente il fondo avesse già preso la sua decisione da giorni. Fatto sta che a stretto giro di posta dall’annotazione del governo, è arrivato il forfait.

LE DUE OPZIONI

A questo punto, abbandonata la nave, (la Bce è stata informata e nei prossimi giorni si terrà in contatto con i commissari) le opzioni in campo sono essenzialmente due. Primo, come prevede peraltro lo stesso decreto Carige dello scorso gennaio, un intervento simil-Mps, ovvero una ricapitalizzazione precauzionale da parte dello Stato. In questo senso la banca si avvicinerebbe alla sorte di Mps, salvata dallo Stato due anni fa per quasi 5 miliardi di euro. Secondo, l’ingresso in campo di un nuovo player, che dovrebbe affiancare il Fondo interbancario, che ha già fatto sapere di non voler procedere autonomamente, accollandosi esclusivamente il salvataggio. Difficile però immaginare che laddove si è tirato indietro un fondo con oltre 6 mila miliardi di masse gestite possa intervenire un’altra banca. A conti fatti oggi l’opzione pubblica, con tutti i rischi che comporta (da quando il Tesoro è entrato in Mps il titolo della banca senese ha perso molto e l’azionista pubblico ci ha rimesso parecchio), resta quella più probabile.

CARIGE COME MPS? WHY NOT

Su questa possibilità Formiche.net ha sentito il parere di un banchiere di lungo corso come Corrado Sforza Fogliani, presidente di Assopopolari. Che non vede come un male assoluto una ripetizione dello schema Mps in terra ligure. “Non mi sembrerebbe la fine del mondo se lo Stato ci mettesse dei soldi dentro. Un salvataggio per mano pubblica si è già visto in precedenza, non sarebbe qualcosa di assurdo. Non dimentichiamo che gli italiani, con i salvataggi per mano delle banche non hanno mai perso una lira prima che arrivassero le nuove regole europee sulle risoluzioni bancarie”. Ma questo non pregiudica un intervento di Stato.

Secondo Sforza Fogliani dunque, Carige potrebbe anche seguire il destino della banca più antica del mondo che, va ricordato, entro il 2021 dovrà essere restituita al mercato con l’uscita del Tesoro. “Se lo Stato vuole governare questa banca, si prenderà le sue responsabilità e se sbaglierà dovrà porvi rimedio”. Il banchiere piacentino fa esercizio di realismo, sapendo bene quanto sia difficile trovare un nuovo soggetto privato disposto a investire nell’istituto genovese. “Io ho un’opinione precisa. Se fosse possibile sarebbe il sistema bancario che dovrebbe accollarsi il salvataggio delle banche vanno in crisi. Ma questo richiederebbe una revisione totale delle regole europee da parte della stessa commissione. Dal momento che una simile riscrittura risulta complessa e dai tempi lunghi non vedo perché nelle more non possa esserci un intervento da parte dello Stato”.

LA FIDUCIA DI TRIA

Nonostante tutti il ministro Tria resta fiducioso che su Carige si possa trovare una soluzione di mercato, dopo il passo indietro di Blackrock. I commissari sono al lavoro su questo fronte e, secondo il ministro, ci sono le condizioni oggettive perché l’obiettivo possa essere raggiunto, anche in virtù del lavoro svolto nelle ultime settimane a fronte dell’interesse di Blackrock. La banca, a giudizio di Tria, presenta dei vantaggi per un investimento di mercato e, nonostante i tempi per la vendita non siano particolarmente lunghi, Tria mantiene un atteggiamento ottimistico nei confronti dell’impegno dei commissari in questa direzione. Visione condivisa anche dallo stesso premier Giuseppe Conte per cui su Carige “è all’ordine del giorno una soluzione di mercato, si chiude una porta se ne apre un’altra: la banca è in condizione di stabilità finanziaria, sono in vigile attesa”.

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