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L’inchiesta di Milano dimostra che il centrodestra va rifondato

giustizia, campagna elettorale giustizia

Lasciamo perdere gli aspetti penali che, anche a garanzia degli imputati, andranno stabiliti nelle sedi opportune, senza indulgere in processi a mezzo stampa (come spesso è capitato nella storia d’Italia degli ultimi decenni).

Guardiamo invece alla dimensione politica di quanto sta accadendo in Lombardia, cioè la regione più importante d’Italia che vede, ancora una volta, diversi esponenti di centrodestra (e in particolare di Forza Italia) coinvolti in inchieste per (presunti) fatti assai gravi.

Il modello Lombardia è apprezzabile sotto molti punti di vista, poiché resta la regione d’Italia di gran lunga più performante sotto ogni profilo. Però, anche grazie all’efficacia del lavoro di forze dell’ordine e magistratura, è un modello gravemente inficiato da atteggiamenti amministrativi discutibili, di cui la condanna passata in giudicato a carico di Roberto Formigoni è solo la punta dell’iceberg.

Ieri Berlusconi è uscito dall’ospedale, dopo un doloroso intervento chirurgico. Si è detto pronto alla campagna elettorale e ne siamo felici, perché segno di una ritrovata condizione di buona salute. È però doveroso chiedergli una riflessione dopo i fatti di oggi, perché troppe volte (e non solo in Lombardia, basta citare il caso Galan) esponenti di Forza Italia sono stati raggiunti da provvedimenti giudiziari.

A pochi giorni dal voto europeo infatti questa nuova inchiesta milanese impone due considerazioni, non prive di conseguenze sul prossimo futuro.

La prima: Forza Italia è stato un movimento protagonista della storia politica nazionale nell’ultimo quarto di secolo, ma non è più adeguato alla sfida dei tempi. Deve essere riscritto, rifondato, rivoltato da capo a piedi per fare nascere un soggetto politico moderato nuovo di zecca, con ampio, energizzante e (perché no) sconvolgente ricambio del gruppo dirigente.

Punto secondo: il ritorno a livello nazionale di un accordo di governo tra Lega e altri soggetti di centrodestra impone a tutti (Salvini per primo) un attento esame della situazione e, con elevatissima probabilità, una diversa articolazione di sigle e personale politico.

È vero che l’area di centrodestra è forte elettoralmente (basta vedere i risultati in tutte le elezioni regionali degli ultimi due anni), ma è anche altrettanto vero che molta strada è da fare per rendere quella coalizione adeguata per la sfida del governo nazionale.

Infine un telegramma: le notizie di Milano sono buone (anzi buonissime) per Di Maio. Punto.


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