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La Francia ha sempre sostenuto Sarraj (ma non è contro Haftar). Il ministro Le Drian a Le Figaro

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Jean-Yves Le Drian, ministro degli Esteri francese, non ci sta e dice la sua al quotidiano francese Le Figaro sul ruolo di Parigi  nella crisi che imperversa in Libia. Obiettivo principale è difendere la Francia da chi l’accusa di sostenere il generale Khalifa Haftar nella sua scalata verso il potere nella regione libica.

“È triste”, afferma Le Drian: “La Francia ha sempre sostenuto il governo Sarraj. Siamo sempre stati favorevoli alla road map delle Nazioni Unite”. E non manca una stoccata ad uno dei principali accusatori di Parigi: “Noto che Fathi Bachagha, il ministro dell’Interno, che attacca regolarmente la Francia e denuncia la sua presunta interferenza nella crisi, non esita a trascorrere del tempo in Turchia. Quindi non so dov’è l’interferenza”, aggiunge. E alla domanda se quella di sostenere il maresciallo Haftar fosse stata una “falsa buona idea”, il capo della diplomazia francese ha risposto con secco: “Ti lascio giudicare”.

Da quando Haftar ha lanciato l’offensiva per conquistale la capitale della Libia, controllata dalle forze fedeli al governo internazionalmente riconosciuto, un’ondata di critiche si sono riversate ancora un volta sul ruolo di Parigi che, insieme al Cairo e ad Abu Dhabi, è accusata di aver riabilitato la figura del maresciallo della Cirenaica nel 2016, riconducendola ad una figura chiava per la lotta al terrorismo e l’immigrazione clandestina.

“L’esercito nazionale libico controlla gran parte del territorio. E tra i suoi oppositori, ci sono miliziani responsabili di furti e jihadisti”, sostiene il capo della diplomazia francese. Ma allo stesso tempo aggiunge: “Haftar ha combattuto il terrorismo a Bengasi e nella Libia meridionale, e questo era nel nostro interesse, nell’interesse dei Paesi del Sahel, nell’interesse dei vicini della Libia. Sostengo tutto ciò che serve la sicurezza dei francesi e dei paesi amici della Francia”.

La Francia, in particolare, ritiene dunque che il generale Haftar “sia parte della soluzione” della crisi in Libia, ma allo stesso tempo resta convinta che “senza elezioni nessun attore libico possa pretendere di essere totalmente legittimo”. Parigi, ha sottolineato Le Drian, è interessata in maniera particolare a quello che sta accadendo in Libia soprattutto “per combattere il terrorismo, nostro obiettivo prioritario nella regione e per evitare il contagio” a Paesi vicini come l’Egitto e la Tunisia, “essenziali per la nostra stessa stabilità”.

Da parte del ministro arriva, poi, anche un’ammissione sulle azione passate: “In quanto attori dell’intervento militare del 2011 e poiché non c’è stato un seguito politico dopo la caduta di Gheddafi, noi abbiamo anche una forma di responsabilità in questa crisi”. Anche se, chiarisce sempre Le Drian, mai Parigi si sarebbe aspettata il colpo di mano di Haftar per arrivare a prendersi Tripoli. “In tutti gli incontri che ho avuto con lui, gli ho sempre ricordato, quando era impaziente, la necessità di una soluzione politica”. A conclusione dell’intervista, il titolare del Quai d’Orsai, osserva come “l’assenza di una prospettiva politica abbia provocato l’immobilismo dell’uno (Serraj) e l’imprudenza dell’altro (Haftar)”. Ma, aggiunge, “senza elezioni nessun attore libico può pretendere di essere totalmente legittimo: oggi nessuno può pretendere di avere il mandato dei libici, è una delle ragioni principali della crisi attuale”.

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